Fundulopanchax gardneri

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Alex_N
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Fundulopanchax gardneri

Messaggio di Alex_N » 04/02/2024, 16:56

Faccio necroposting perché questo è uno dei primi risultati che mi son venuti da Google sulla specie. Col senno di poi, vi dico: non ripetete i miei errori. Un giorno i pesci si accorsero che le Caridina multidentata erano molto buone da mangiare, dopo averle fatte a pezzi. L’esperienza in “colonia” andò a gonfie vele per qualche anno finché un maschio non decise di uccidere tutti gli altri. Li mantenni prima in acquario più grande e infine, data l’incompatibilità con alcuni altri pesci, in solitaria. Senza frazionamento dei territori, questi pesci sono molto più tranquilli e mi sembrano vivere meglio. Essendo Aquarium Strain, per non avere drammi decisi di non riprodurli più e mantenerli fino all’estinzione della linea. Questo è il mio ultimo esemplare, non ne conosco l’età ma ho documentazione a partire dal 2021 ed era già un giovane adulto. Vive nel “killario” Askoll che ora è tutto per lui e le lumache: da solo mostra i suoi colori migliori, mi “saluta” sempre quando mi vede, si fa le sue esplorazioni tra la Vallisneria… come comportamento è praticamente un Betta onorario. Penso che mantenerli da soli, al di fuori della riproduzione, a meno di non disporre di acquari grandi, sia la cosa ideale.

Aggiunto dopo 19 minuti 50 secondi:
Aggiungo un pezzo d’informazione in più, per mettere in guardia da una certa fama di estremofili dei killi. Circola uno spezzone di un documentario dedicato a questa specie, “killifish in an elephant footprint” o qualcosa di simile, che può essere di ispirazione a qualche neofita. In sostanza, mostra lo sviluppo di un gruppo di Fundulopanchax gardneri in un’impronta di elefante riempita d’acqua nella stagione delle piogge. Ora, la mia esperienza con le modalità di deposizione, il comportamento di questa specie, nonché un minimo di occhio tecnico sulle riprese, mi portano a dire che quello che si vede è una storia preparata con diversi spezzoni in acquario. I documentari sui piccoli animali sono spesso fatti in acquario o terrario, perché non si riuscirebbe a ottenere immagini simili in natura senza interferire disturbandoli. Ricordiamoci che la regola d’oro dei documentaristi è non interferire! Per il resto, si tratta di film che non devono per forza corrispondere al 100% alla natura, bensì narrazioni romanzate costruite sulla base del girato. E in ogni caso, la vita in natura di un animale è spesso molto sotto l’ottimale (da insegnante direi “appena sufficiente” nel migliore dei casi), perché basta che si riproduca con efficienza e poi può morire nei modi peggiori. Quindi per favore, nessuno si metta a ricreare le impronte degli elefanti e menate simili.
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Scardola (12/02/2024, 10:42)
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