Eccomi caro,
leggi tutto con molta pazienza!
cicerchia80 ha scritto: ↑24/11/2022, 20:12
Quando di va a parlare della legge di Henry
Avevo saltato la lettura di quest'ultima parte, l'ultima pagina dell'articolo. Ci sono purtroppo altri errori da correggere, e adesso ho capito da cosa derivano!
Inizio quindi dal descriverti il suo errore di fondo, poi passo a come eventualmente correggere l'articolo.
Mazzei descrive benissimo la legge di Henry, per la quale a pressioni minori corrisponde in modo proporzionale meno gas disciolto nell'acqua, e viceversa a pressioni maggiori.
Ma il problema è questo: lui crede davvero che il discioglimento di ciascun gas abbia un limite superiore assolutamente invalicabile nella realtà, una solubilità massima oltre quale perfino la legge di Henry diventa solo teorica. Cioè oltre quella solubilità massima, la pressione ricavabile dalla stessa legge di Henry diventa per lui solo "ipotetica". Questi limiti invalicabili li ha presi da wikipedia o altri testi, ma non ha capito che non sono limiti invalicabili (come invece lo sono effettivamente quelli che trovi per i "sali"). Sono semplicemente i valori di discioglimento del gas che lo studio determina nell'acqua quando la sottoponi ad 1 bar dello stesso gas, oppure ad 1 atm di una miscela chiamata "aria".
Infatti nell'ultima pagina dell'articolo, riguardante la legge di Henry, scrive:
Per esempio, supponiamo di introdurre anidride carbonica fino ad avere, all’equilibrio, una pressione di 1 atm. E’ una situazione che grosso modo può capitare in una bottiglia di acqua gassata chiusa ermeticamente.
Bene, la legge di Henry ci dice che per ogni litro di acqua che ho messo nel mio recipiente, all’equilibrio, dovrei trovare poco meno di un grammo e mezzo di anidride carbonica disciolta (quasi 1500 mg/l per intenderci).
Ho scritto “dovrei”, perché l’anidride carbonica, a temperatura ambiente, oltre i 1450 mg/liltro satura e non riesce più a stare in soluzione.
Quindi secondo Mazzei, nella Ferrarelle in cui la CO
2 viene insufflata ad 1.6 bar, non troviamo i 2350 mg/l di CO
2 che ci aspetteremmo dalla legge di Henry, bensì solo 1450 mg/l che è il limite "MASSIMO". La legge di Henry quindi diventa a questo punto solo teorica. E secondo lo stesso ragionamento, anche nella Coca-Cola dove la CO
2 viene insufflata a 4.4 bar, non troviamo 6500 mg/l di CO
2 bensì solo e sempre il famigerato limite massimo di solubilità, cioè 1450 mg/l....
Non è così ovviamente! Nella Ferrarelle, ad esempio abbiamo effettivamente 2390 mg/l di CO
2 disciolta, con buona pace di quello che lui crede sia un limite invalicabile:
ferrarelle.png
E naturalmente è così anche per la Coca-Cola. Con buona pace del limite invalicabile di 1450 mg/l, grazie alla pressione di 4.4 bar dentro 1 litro ci sono realmente 6600 mg/l di CO
2 (oppure possiamo dire in modo equivalente che nella bottiglietta da 330 ml, che è circa un terzo di un litro trovi 2200 milligrammi) :
coca-cola.png
Passiamo all'ossigeno:
Una bottiglia chiusa, con un litro d’acqua e 1 atm di ossigeno sopra, tenderebbe ad accumulare solo 42 mg scarsi di O2. Anche qui… “tenderebbe”; come sapete, a 25 gradi di temperatura, sopra i 9 mg/litro l’ossigeno satura (l’origine del pearling, come abbiamo visto).
Le parti evidenziate in blu nelle due citazioni dell'articolo sono degli orrori che vanno semplicemente cancellati in toto dall'articolo. Tra l'altro, nel caso dell'ossigeno l'autore ha preso questo valore di 9 mg/l che si riferisce alla pressione di 1 atm di aria, cioè ad una pressione di ossigeno di sole 0.2 atm, quindi è un valore anche più basso di quello che avrebbe ad 1 bar di ossigeno, e ha creduto che questo costituisce comunque il famoso "limite invalicabile" per questo gas: quindi con 1 bar (5 volte di più) dovremmo avere per la legge di Henry 43-45 mg/l ma ne troviamo sempre e comunque 9 perché è il "limite" oltre il quale l'ossigeno "satura".... Ovviamente no, ne troviamo davvero 43 mg/l. E anche magari con 10 bar di ossigeno, secondo lui dovremmo ipoteticamente trovarci per Henry 430 mg/l (10 volte 43 mg/l), ma ci ritroviamo sempre 9 mg/l perché questo è il valore oltre il quale satura. Non è così, ovviamente.
Se l'ossigeno lo insuffliamo a 10 bar, nell'acqua ci ritroviamo 430 mg/l di ossigeno disciolti. AMEN.
Quel "limite di solubilità" di ciascun gas (che infatti alla pagina 3 dell'articolo l'autore ha mischiato citando insieme nello stesso elenco
gas e
sali, come se fossero davvero sovrapponibili, mentre SOLO per i sali costituiscono davvero dei valori massimi!), quei valori che ha probabilmente trovato da wikipedia o altre fonti, non sono limiti superiori invalicabili, ma sono semplicemente riferiti alla pressione di 1 bar di quel gas oppure ad 1 atmosfera di aria, solo perché quella pressione è il tipico standard di riferimento utilizzato negli studi.
Per inciso, utilizzare 1 bar di gas puro come riferimento paritetico per tutti i gas è abbastanza logico perché permette un vero confronto su quale gas abbia più affinità con l'acqua. E così scopriamo ad esempio che visto che 1 bar di ossigeno ne fa sciogliere solo 43 mg/l, mentre 1 bar di CO
2 ne fa disciogliere 1450 mg/l, ne ricaviamo che la CO
2 è sicuramente molto più "affine" all'acqua (grazie ai momenti polari della molecola di CO
2 che si legano meglio alla molecola d'acqua, ma è inutile approfondire).
Determinare invece il discioglimento del gas a contatto con 1 atm di aria è utile per i risvolti pratici, ma chiaramente essendo le pressioni esercitate ciascun gas della miscela dell'aria molto differenti tra loro (0.8 atm di azoto, 0.2 atm di ossigeno, soli 0.0004 atm di CO
2, 0 atm di cloro ecc), non permette un confronto paritetico per capire chi è più "affine" all'acqua. Questa parte comunque è ben spiegata nell'articolo a pag 5.
Quindi, in conclusione, volevi capire i numeri?
Ok, prendiamo come riferimento i valori ad 1 bar di gas puro, e a temperatura circa 25°C (ma in questo discorso la precisione non è importante, c'è un problema di sostanza da correggere):
ossigeno disciolto ad
1 bar di pressione di ossigeno:
43 mg/l
CO2 disciolta ad
1 bar di pressione di CO
2:
1450 mg/l
cloro disciolto ad
1 bar di pressione di cloro: oltre
6000 mg/l (non ho verificato, prendo per buono quello in articolo)
Da quei valori di sopra, rilevati sperimentalmente, è come se avessimo ricavato la costante della legge di Henry, e quindi puoi ricavarti quanto gas si discioglie a qualsivoglia pressione, facendo una semplice moltiplicazione per la pressione effettiva.
Ad esempio , se vogliamo sapere a 10 bar di pressione di gas puro, quanto ne troviamo disciolto nell'acqua, basta moltiplicare per 10:
ossigeno disciolto a
10 bar di pressione di ossigeno: 42 x 10 =
420 mg/l
CO2 disciolta a
10 bar di pressione di CO
2: 1450 x 10 =
14500 mg/l (attenzione che sui 60 bar la CO
2 diventa liquida e le cose cambiano)
cloro disciolto a
10 bar di pressione di cloro: 6000 x 10 =
60000 mg/l
O ancora, pensando al contatto dei gas con l'aria a temperatura ambiente:
ossigeno disciolto ad 1
bar di aria, quindi
0.2 bar di ossigeno: 43 x 0.2 =
8.6 mg/l
CO2 disciolta ad
1 bar di aria, quindi
0.0004 bar di CO2: 1450 x 0.0004 =
0.6 mg/l
cloro disciolto ad
1 bar di aria, cioè praticamente
0 bar di cloro: 6000 x 0 =
0 mg/l
cicerchia80 ha scritto: ↑24/11/2022, 20:12
Non ho capito però perché l'ossigeno diventa 9 mg/l e non 20
L'ossigeno è presente al 20% nell'aria, quindi se la pressione dell'aria è circa 1 bar, quella esercitata dall'ossigeno sarà circa 0.2 bar. Allora se ad 1 bar trovi 43 mg/l di ossigeno disciolto, a 0.2 bar per la legge di Henry ne trovi 43 x 0.2 = 8,6 mg/l (ora non pensiamo al valore preciso se sia 9 o 8.6, non importa qui, dipende da temperatura e dalle approssimazioni ecc).
Aggiunto dopo 4 minuti 3 secondi:
Passiamo per finire alla parte pratica, cioè a come poter correggere l'articolo (da leggere se hai capito quanto ho scritto prima

) :
cicerchia80 ha scritto: ↑24/11/2022, 20:12
Stesso discorso lo fa con il cloro... Diciamo che la parte che hai quotata, non andava proprio scritta, oppure andava detto che:
Nel caso i 2 gas (3 con il cloro) fossero stati in un contenitore chiuso
La massima solubilità in acqua sarebbe stata molto maggiore, perché sottoposta ad una pressione di un Bar con in gioco solo gas puro, e non nelle loro percentuali (0.04)
Secondo me potremmo fare così:
a pagina 3 eliminiamo completamente i riferimenti ai gas, lasciando solo i sali (che tra l'altro è molto più coerente perché la saturazione dei sali è un discorso diverso):
Esaminiamo i limiti di saturazione di alcune sostanze in acqua, che come abbiamo visto è il solvente per eccellenza e, in ogni caso, quello che più ci interessa.
- NaCl (sale da cucina): 358 grammi per litro d’acqua (a 20 °C)
- KNO3 (nitrato di potassio): 320 g/l a 20 °C
Forse il fertilizzante più usato, in acquario.
- MgCO3 (carbonato di magnesio, o magnesite): 0,1 g/l a 20°C
Usato da ginnasti e climber; ma con fatica, perché poco solubile, anche dagli acquariofili, per aumentare KH e GH.
- gas O2 (ossigeno): 9,1 mg/l a 25°C
- gas CO2 (anidride carbonica): 1450 mg/l a 25°C
Però!… In fondo è molto solubile, chissà perché è così difficile scioglierla in acqua?…
- gas Cl2 (cloro): più di 6 g/l a 25°C, ovvero 6000 mg!
Un campione di solubilità! E’ presente nelle acque di rubinetto come disinfettante.
A pagina 5, sulla legge di Henry, correggiamo nel seguente modo:
Torniamo al nostro ultimo esperimento: in esso il liquido è fissato (l’acqua), mentre proveremo a cambiare il gas.
Riprodurremo, con gas diversi, la stessa pressione esercitata sul liquido stesso.
Per esempio, supponiamo di introdurre anidride carbonica fino ad avere, all’equilibrio, una pressione di 1 atm. E’ una situazione che grosso modo può capitare in una bottiglia di acqua gassata chiusa ermeticamente.
Bene, la legge di Henry ci dice che per ogni litro di acqua che ho messo nel mio recipiente, all’equilibrio,
dovrei trovare troverò poco meno di un grammo e mezzo di anidride carbonica disciolta (quasi 1500 mg/l per intenderci).
Ho scritto “dovrei”, perché l’anidride carbonica, a temperatura ambiente, oltre i 1450 mg/liltro satura e non riesce più a stare in soluzione.
Lo stesso esperimento, condotto introducendo ossigeno, porta ad un risultato simile, ma quantitativamente molto diverso.
Una bottiglia chiusa, con un litro d’acqua e 1 atm di ossigeno sopra,
tenderebbe tende ad accumulare solo 42 mg scarsi di O
2.
Anche qui… “tenderebbe”; come sapete, a 25 gradi di temperatura, sopra i 9 mg/litro l’ossigeno satura (l’origine del pearling, come abbiamo visto).
Il raggiungimento di questo stato di equilibrio, in entrambi i casi, può richiedere un po’ di tempo (almeno qualche ora), a meno di non usare qualche accorgimento.
La soluzione più semplice, per accelerare il tutto, sta nell’agitare la bottiglia: ciò non fa altro che aumentare la superficie di contatto tra l’acqua e il gas; questo favorisce moltissimo i fenomeni di scambio.
Ora, facendo un confronto tra i due esperimenti, a parità di pressione esercitata (1 atm) e di solvente (acqua), i due gas (CO
2 e O
2) vanno entrambi all’equilibrio, ma assestandosi su concentrazioni molto diverse.
Il bello è che la CO
2 entra i soluzione in quantità molto maggiore dell’ossigeno. Ma allora come mai, se agitiamo l’acqua dell’acquario con un aeratore, la CO
2 se ne va, mentre l’ossigeno aumenta?
Siamo daccapo?…
No!… Abbiamo quasi tutto quello che ci serve per capire.
Facciamo un altro esperimento (l’ultimo): prendiamo una bottiglia
aperta con un litro d’acqua, poi agitiamola a lungo.

Questa volta, per accelerare il processo, possiamo anche introdurre un aeratore (e schiacciare tranquillamente un pisolino).
Quanta CO
2 contiene la bottiglia, alla fine?… E quanto ossigeno?
Già… perché in effetti, nell’aria, entrambi i gas sono presenti.
Se potessimo misurare facilmente le concentrazioni in acqua, di questi due gas scopriremmo:
- CO2: qualche meno di 1 mg/litro.
Un po’ di più di quanto previsto dalla legge di Henry, perché in effetti la CO2 reagisce, anche se debolmente, in acqua. Tuttavia, questo non inficia il nostro ragionamento. (è sbagliato: ne troviamo quanto è previsto dalla legge di Henry, cioè 0.6 mg/l; ovviamente ne troviamo un po' di più di quanto previsto dalla legge solo se ci sono fonti costanti e continue di CO2 come batteri, pesci ecc, e infatti in acquario senza erogazione artificiale ne troviamo tipicamente dai 2 ai 5 mg/l. Ma la piccola parte della CO2 che reagisce con l'acqua (che poi è meno di un millesimo della CO2 totale disciolta), che l'autore individua come causa dei 2-5 mg/l presenti in acquario rispetto ai 0.6 mg/l attesi dalla legge di Henry, non c'entra nulla. Anzi verrebbe da dire il contrario, perché quella minuscola parte che reagendo con l'acqua si trasforma in bicarbonati e ioni idrogeno, va a ridurre la CO2)
- O2: quasi 9 mg/litro
Ma…! Come mai…?
Alla fine sono correzioni piccole, è la spiegazione che purtroppo è lunghissima.
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