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Siamo molto orgogliosi di questo articolo. Si tratta della prima e unica guida completa per inserire in acquario rocce decorative. Buona lettura!


Da sempre le rocce sono utilizzate negli acquari Malawi e Tanganica, ma possono diventare molto utili e scenografiche anche in allestimenti differenti.
Possiamo usarle per separare gli spazi, formare nascondigli, creare dislivelli e terrazze naturali, legarci piante epifite o, semplicemente, per affondare i legni.

Nei negozi di acquariofilia se ne trovano ormai di ogni forma e colore, spesso vendute con i nomi più fantasiosi come «roccia spaghetti», «roccia meteora» o le più famose «Dragon Stone», «Seyriu Stone» e «Mountain Stone» commercializzate da ADA ed utilizzate soprattutto negli acquari «zen»; il problema, come al solito, è il prezzo elevato.

Con questo articolo cercheremo di darvi qualche consiglio pratico per poterle reperire a poco prezzo o addirittura gratuitamente, raccogliendovele da soli in natura e portandovele a casa come fa il nostro amico Obelix.

obelix
Obelix

Tengo a precisare che lo scopo di questo articolo è quello rendere accessibili le informazioni agli acquariofili. Tutte le informazioni riportate sono state semplificate per renderle facilmente comprensibili, com’è nello spirito del nostro forum.

Prima di cominciare una curiosità: a chi frequenta la montagna sarà capitato di trovare un masso anche di grosse dimensioni e composizione diversa da quelli della zona… Com’è arrivato fino a lì? Chi l’ha portato?
Non l’ha portato qualcuno, ma qualcosa. I ghiacciai.
Quando ancora si espandevano, i ghiacciai inglobavano massi ed erano capaci di spostarli anche per centinaia di chilometri. Noi ora lo facciamo in macchina… per metterli in acquario.

Le tipologie di rocce

Abbiamo diviso le rocce in diverse categore per capirne meglio le differenze: non tutte sono adatte a tutti gli acquari, anzi: alcune sono proprio sconsigliate.

Rocce calcaree

Il calcare è una roccia sedimentaria il cui componente principale è rappresentato dalla calcite; queste rocce cedono calcio all’acqua, modificandone la durezza ed il pH.

Tra le rocce calcaree ci sono, ad esempio, alcune arenarie, il marmo, il gesso ed il travertino. Lo sono spesso anche le rocce con molti buchi; questi si sono proprio formati per l’erosione delle sostanze calcaree contenute nella pietra.

Il metodo più veloce per determinare se una roccia è calcarea è quello di versarci sopra dell’acido muriatico: se la roccia «frigge», anche solo leggermente, allora siamo sicuri che è calcarea.

Roccia calcarea
(foto di Garden)

Se è possibile, è meglio effettuare questa prova su un frammento della roccia; in caso contrario, si consiglia di sciacquarla abbondantemente prima di utilizzarla.

Il fatto che una roccia sia calcarea non significa che debba essere scartata a priori; può essere utile per mantenere pH e durezza elevati in un acquario di ciclidi africani, o ad impedire il crollo del KH (e quindi del pH) in un acquario amazzonico. Il suo utilizzo va quindi valutato caso per caso, a seconda delle necessità.

La quantità di calcare rilasciata in acqua dipende molto dall’acidità della stessa. Semplificando: a pH neutri o basici (uguali o superiori a 7) il rilascio di calcare sarà praticamente nullo; aumenterà progressivamente andando verso pH acidi. Questo è il motivo per cui diversi utenti del forum, pur avendo rocce calcaree in acquario, non hanno mai rilevato variazioni sostanziali delle durezze.

Ricordiamo che, aumentando il KH per via del rilascio di calcare, l’abbassamento del pH diventerà più difficile.

Anche le rocce vendute in negozio possono essere di calcaree, quindi conviene sempre verificarle prima di utilizzarle.

Rocce inerti

Queste rocce non rilasciano alcuna sostanza in acqua e quindi sono sicure in qualsiasi acquario. Tra loro troviamo il basalto, il porfidoil quarzo e la roccia lavica.

Rocce contenenti metalli

Le rocce utilizzabili nell’acquario dolce devono essere prive di venature o inclusioni metalliche. Luccichii e striature color ruggine o verdi indicano inclusioni: probabilmente di ferro o di ossidi di rame, che possono rivelarsi pericolose.

Anche in questo caso c’è un modo per verificarle: basta versarci sopra dell’acido muriatico e vedere se cambia colore. L’acido, infatti, diventerà giallo, rosso-mattone, verde… se ci sono metalli di transizione come ferro, rame, manganese…

Rocce raccolte al mare

Come altri oggetti raccolti al mare o sulle spiagge, anche le rocce possono contenere elevate quantità di sodio. Per verificarne la presenza è possibile effettuare la seguente prova:

  • riempire un bicchiere con acqua d’osmosi o demineralizzata; se lè calda l’eventuale rilascio di sodio sarà più rapido.
  • Misurare la conducibilità ed il GH (dovrebbero essere prossimi allo 0).
  • Inserire la roccia ed attendere 24 ore, lasciando il bicchiere coperto per evitare che la polvere possa falsare la misura.
  • Rimisurare la conducibilità ed il GH.
  • Poiché il sodio alza la conducibilità e non il GH, se la roccia ne contiene avremo un aumento della prima senza aumento del secondo.

Qualunque sia l’esito del test, il nostro consiglio è comunque quello di non utilizzare questo tipo di rocce.
Ma, come ogni altra regola, anche questa ha una eccezione: un acquario che riproduce il biotopo Tanganica. Il lago omonimo ha infatti un contenuto di sodio elevato che lo rende unico al mondo tra gli ecosistemi di acqua dolce.

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Oltre a contenere sodio, le rocce raccolte al mare sono spesso anche calcaree.

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