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L’Hypselotriton orientalis (ex Cynops orientalia) è un piccolo tritone di origine asiatica. In questo articolo vi parliamo di lui…


Le dimensioni sono molto ridotte: circa 7 centimetri per i maschi e 9, massimo 10, per le femmine.

Presentano una colorazione nera o, più raramente, marroncina o grigia sul dorso; il ventre è di un rosso/arancione più o meno acceso e cosparso di macchie nere.

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Hypselotriton Orientalis (ex Cynops Orientalia); autore: Goldsoul89

Nei maschi la lunghezza della coda è minore rispetto a quella del corpo; nelle femmine può arrivare ad eguagliarla.

Per evitare di confonderlo con il Pachytriton labiatus – chiamato anch’esso tritone dal ventre di fuoco e con una colorazione molto simile a quella di Hypselotriton orientalis – è sufficiente ricordare che il primo presenta una coda molto più lunga del corpo e particolarmente appiattita; inoltre è estremamente aggressivo verso i conspecifici.

Habitat e abitudini

L’Hypselotriton orientalis è un animale proveniente dalle zone temperate della Cina.

È solito colonizzare piccoli stagni, ruscelli, risaie, prati allagati, fossi… zone caratterizzate da acqua stagnante o con corrente molto debole, temperature non molto alte ed una fitta vegetazione sommersa ed emersa.

Dopo la schiusa delle uova, l’Hypselotriton orientalis affronta una fase larvale durante la quale sarà totalmente acquatico e morfologicamente molto diverso dagli esemplari adulti; saranno ben visibili le branchie esterne e avrà un aspetto che ricorda molto quello degli Axolotl.

Dopo la metamorfosi, il tritone prenderà le sembianze degli adulti e, per circa un anno, avrà abitudini esclusivamente terricole.

Da adulto è un animale prevalentemente acquatico, ad eccezione delle stagioni invernali durante le quali preferisce ibernare all’asciutto.

Nel periodo estivo può capitare che i corsi d’acqua in cui vive si prosciughino; in tal caso i piccoli tritoni cercheranno zone terrestri umide e protette da vegetazione.

Il comportamento, comunque, può variare da una popolazione ad un’altra; possiamo quindi osservare gruppi più propensi alla vita terricola e gruppi che non abbandonano mai l’elemento liquido.

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Autore: Fra1411

L’alimentazione è carnivora.
Si tratta di un piccolo predatore che si nutre di limacce, lombrichi, insetti acquatici, piccoli crostacei, uova e larve di altri anfibi (e anche di quelle della sua stessa specie); non disdegna nemmeno piccoli pesci, che cattura tendendo agguati.
Caccia prevalentemente nelle ore notturne.

A sua volta, l’Hypselotriton orientalis è preda di uccelli, anfibi più grossi, pesci, rettili…
Questa condizione di costante pericolo ha portato l’animale a sviluppare sistemi di difesa passivi; esso è, infatti, in grado di secernere sostanze tossiche nei momenti di pericolo.
Questa tossicità è anche mostrata dalla colorazione dell’animale: le accoppiate di colore rosso e nero, o giallo e nero, sono spesso indice di velenosità dell’animale.

Questa particolare e affascinante caratteristica è chiamata colorazione aposematica, e non è raro ritrovarla in numerosi anfibi.

In cattività l’animale perde la tossicità, probabilmente perché essa è dovuta ad enzimi assimilati cibandosi di animali velenosi di cui non si nutre in cattività.

Dimorfismo sessuale

L’identificazione sessuale non è semplicissima per l’occhio inesperto.

La femmina è solitamente più grande del maschio, ha la coda relativamente più lunga e dalla punta affusolata, il ventre è più arrotondato e le dita delle zampe sono più corte.

Il maschio è invece più piccolo e snello, la cloaca è solitamente più gonfia, la coda è più corta rispetto al corpo e finisce con una punta arrotondata.

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Hypselotriton Orientalis maschio, riconoscibile per la cloaca gonfia e la coda corta e con la punta arrotondata. Autore: Fra1411

Nel periodo della riproduzione è più semplice distinguere il sesso: la cloaca del maschio si gonfia molto di più rispetto a quella delle femmine.

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Scegliere gli esemplari

La scelta degli esemplari è di grande importanza.

Bisogna fare attenzione che siano in buona salute, non troppo magri e neanche gonfi; la pelle deve essere lucida ed idratata, senza deformità o escoriazioni.
Gli arti e la coda devono essere integri; non è raro, infatti, che subiscano mutilazioni procurate dagli altri esemplari.
Gli arti e la coda mutilati ricrescono se l’animale è sano.

cynops in negozio
Alcuni esemplari in vendita ad una fiera. Autore: Stefano94

Se decidiamo di allevare questo bellissimo animale dobbiamo tenere in considerazione che, ancora oggi, gli esemplari in commercio sono spesso di cattura; e che si tratta di un animale a rischio di estinzione, come quasi tutti gli anfibi.

Come per ogni animale di cattura, lo scopo principale dell’allevatore dovrebbe essere quello di giungere alla riproduzione, in modo da poter distribuire animali nati in cattività.
In questo modo si può limitare il commercio di esemplari catturati, che spesso muoiono durante il trasporto e la permanenza in negozio.

Il mio consiglio è di preferire esemplari nati in cattività, magari da allevatori privati.
Tuttavia, se disponete di un negoziante di fiducia che conosce la provenienza dei propri esemplari e li detiene in maniera adeguata, allora anche l’acquisto in negozio può essere valutato.

L’allestimento del terracquario

La teca ideale per allevare gli Hypselotriton orientalis è il terracquario.

Consiglio di partire da un normale acquario senza coperchio, con dimensioni minime di 50x30x25h.
In una vasca di quelle misure possiamo allevare tre esemplari, preferibilmente un maschio e due femmine; in questo modo le femmine non verranno stressate eccessivamente dal maschio durante il periodo riproduttivo.
Questo rapporto maschi femmine va mantenuto anche aumentando il numero degli esemplari.

È importante chiudere la vasca con un coperchio di rete che eviterà la fuga degli animali (ottimi arrampicatori) e permetterà una buona circolazione dell’aria.

L’ambiente dovrà essere allestito tenendo in considerazione le abitudini e le necessità del tritone.
Si tratta di un animale che vive principalmente in acqua, ma che può passare lunghi periodi all’asciutto durante la stagione invernale e in caso di temperature molto elevate.
L’ideale è un allestimento che preveda un’estesa zona acquatica – circa 2/3 della base della vasca – e un’attrezzata zona emersa – circa 1/3 della base.

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H. Orientalis in zona emersa con muschio. Autore: Gouldsoul89

La zona emersa

Durante i periodi nei quali l’animale vive fuori dall’acqua è necessario che trovi delle condizioni adatte al suo carattere schivo e al suo bisogno di umidità dell’aria e del terreno.
Consiglio quindi di allestire una zona emersa che possa contenere un substrato di terra (ottimo il terriccio biologico) o di fibra di cocco da mantenere costantemente umida con nebulizzazioni giornaliere (non bagnare mai troppo la zona emersa) con delle piccole piante palustri, come il Pothos e lo Spathiphyllum, che creeranno ripari per i tritoni.
Si può utilizzare anche del sughero per creare delle piccole tane.

Per creare la zona emersa ci sono varie tecniche; le più utilizzate sono le seguenti:

  • incollare con del silicone acetico una lastra di vetro che divida acqua e terra;
  • utilizzare una vaschetta in plastica da riempire di terra
  • creare degli argini con legni o sassi e fare in modo che l’acqua entri in contatto il meno possibile con la terra, utilizzando ad esempio uno strato di ghiaia alto quando la colonna d’acqua e depositarvi di sopra 2-3cm di terra. Questa è la soluzione più bella esteticamente e sulla quale ci si può ingegnare di più.

Se le temperature estive si mantengono costantemente al di sotto dei 28 gradi è possibile allestire una zona emersa più semplice, utilizzando rocce e legni semi-emersi sul quale coltivare dei muschi.

La zona acquatica

Sempre tenendo conto del carattere e delle necessità dell’animale, passiamo ad allestire la zona acquatica.

Inizieremo scegliendo un fondo di colore scuro, che non rifletta la luce.
Bisogna evitare la ghiaia fine, che potrebbe essere ingerita per sbaglio causando occlusioni intestinali; sono da preferire, quindi, ghiaie di dimensioni maggiori al mezzo centimetro e non taglienti.
Ottima anche la sabbia fine che, se eventualmente ingoiata, viene facilmente smaltita con le feci.

La colonna d’acqua dovrà essere alta tra i dieci e i venti centimetri, in modo da facilitare la risalita per respirare ai tritoni.
La zona acquatica deve essere densamente piantumata; preferiremo piante robuste, che non abbiano problemi con le temperature e che non richiedano molte cure e molta luce.
Ideali le galleggianti come il Limnobium e la Pistia, che creano ripari dalla luce e danno al tritone degli appoggi per salire a galla; da evitare la Lemna ed altre galleggianti piccole, che si attaccano facilmente al corpo del tritone quando esce dall’acqua. Sconsigliate anche le piante alte dal fusto rigido, perché la colonna d’acqua sarà bassa. Ottimi, invece, il Ceratophyllum, le Cryptocoryne e il muschio di java. La tipologia di vasca permette anche l’utilizzo di piante palustri in coltivazione acquaponica (con radici in acqua e rami fuori); a tale scopo si possono utilizzare i Lucky Bamboo (Dracaena sanderiana), il Pothos, la Mangrovia.
Per creare tane ed abbellire esteticamente la vasca, si possono utilizzare radici e rocce lisce.

h. orientalis gold
Un esemplare si affaccia curioso oltre la superficie dell’acqua. Autore: Gouldsoul89

La presenza del filtro non è essenziale: sono animali che non inquinano molto.
Con una buona gestione delle piante si può tranquillamente fare a meno del filtro affidandosi totalmente alla fitodepurazione, accompagnata da qualche cambio d’acqua.
Nel caso si desiderasse inserire un filtro, è necessario assicurarsi che abbia una pompa regolabile.
Regoleremo il getto al minimo: gli Hypselotriton orientalis sono infatti animali di acque stagnanti che mal sopportano la corrente.

Alimentazione

Essendo un predatore, alimenteremo l’Hypselotriton orientalis con del cibo vivo.
Apprezzano moltissimo i lombrichi, le chiocciole sgusciate, le piccole chiocciole acquatiche, le larve di zanzara e di chironomidi, le limacce, i gamberetti (anche le Caridina) ed il latterino intero o altri pesci di simili dimensioni.
Si può ricorrere anche al congelato, non troppo spesso.
Da evitare invece il liofilizzato, il cibo per pesci ed i gamberetti secchi per tartarughe.
Un paio di volte al mese si può anche somministrare del pollo congelato.
Un alimentazione varia assicura salute e forza all’animale.
In caso si animali debilitati è utile l’utilizzo di camole del miele, molto ricche di grassi.

Camola del miele
Galleria mellonella (Camola del miele)

Per quanto riguarda i dosaggi, basta nutrirli circa tre volte a settimana con quantità di cibo grosse quanto la testa dell’animale.
Se si dosano quantità superiori è consigliabile aumentare i giorni di digiuno tra un pasto e l’altro.

Durante l’alimentazione è facile che i tritoni cadano nella cosiddetta frenesia alimentare, arrivando ad azzannarsi anche tra di loro e rischiando di tranciarsi qualche arto.
Consiglio quindi di nutrirli utilizzando una pinzetta in modo da dare il cibo singolarmente agli animali, magari quando sono distanti tra di loro.

Valori dell’acqua

Questi tritoni non presentano particolari necessità per quanto riguarda l’acqua.

Il pH va bene sia leggermente acido che leggermente alcalino; le durezze non sono molto rilevanti.

Ammoniaca e nitriti non devono essere presenti; gli Hypselotriton orientalis hanno una grande resistenza verso i nitrati.

Se le condizioni dell’acqua non sono idonee li vedremo passare molto tempo all’asciutto.

h. orientalis
H. Orientalis su zona emersa. Autore: Fra1411

La temperatura è decisamente più importante: deve essere preferibilmente sotto i 26 gradi.
Al di sopra di questa temperatura diventa essenziale avere una zona emersa ben fornita, costantemente umida e con molti ripari.
Con del sughero dalla forma arrotondata si può creare una piccola tana umida nella quale gli animali troveranno rifugio nelle ore più calde; magari, se è necessario, sotterrandosi un pò.

Illuminazione

I tritoni sono animali che non amano la luce forte e diretta.
Consiglio quindi un’illuminazione media, che permetta di far crescere bene le piante senza infastidire gli animali; e di ricoprire la superficie dell’acqua con piante galleggianti e la zona terrestre con tane e piante palustri.
Io utilizzavo una semplice CFL da 20 watt su un acquario da 35 litri.

Convivenze

Sconsiglio fortemente la convivenza con qualunque altro tipo di animale.

I pesci potrebbero essere predati se troppo piccoli, o infastidire i tritoni se troppo grossi ed aggressivi; inoltre potrebbero portare malattie contro le quali gli Hypselotriton orientalis non riescono a proteggersi; e predano le uova.

I rettili acquatici possono predare o ferire i tritoni.
Gli altri anfibi possono cercare di mangiare gli Hypselotriton orientalis; o possono essere da loro mangiati.

Solo con piccoli crostacei, come le Neocaridina davidii, si potrebbe tentare la convivenza.

Caridina maschio
Maschio

Potrebbero riuscire a formare delle colonie stabili: gli esemplari più lenti e deboli verrebbero predati, mentre i più rapidi e forti sopravvivrebbero riproducendosi.

Stagionalità

Il rispetto della stagionalità è un fattore molto importante per la salute degli Hypselotriton Orientalis.

Si tratta di animali che hanno bisogno di passare attraverso una stagione fredda, durante la quale abbassare drasticamente il metabolismo.
Per permettere che ciò accada sarà necessario tenere i tritoni ad una temperatura inferiore a 10 °C e superiore a 0 °C.
Ciò risulta impossibile in casa, ragion per cui bisogna spostarli all’esterno.
L’abbassamento della temperatura deve essere graduale, quindi sarebbe meglio spostare i tritoni fuori quando le temperature di casa e quelle esterne si equivalgono, più o meno verso settembre-ottobre, in base al clima della propria regione.

Per comodità consiglio di utilizzare una seconda vasca in plastica da tenere sempre allestita. Per l’allestimento di questa vasca ci sono due possibili strade.

La prima – attuabile solo dove le temperature permettono all’acqua di non ghiacciare – è quella di replicare il terracquario, con una zona terrestre ed una zona acquatica; dando però maggior spazio alla zona terrestre, considerato che spesso gli Hypselotriton Orientalis preferiscono svernare fuori dall’acqua.

La seconda – da me preferita – è quella di allestire un ambiente totalmente terrestre, posizionando circa 6-7 cm di terriccio biologico o fibra di cocco all’interno della vasca e allestendo molte tane.
Se fa molto freddo è consigliabile ricoprire il terriccio con delle foglie secche, in modo da creare uno strato ermetico che permetta al tritone di trovare qualche grado in più sotto le foglie.
Gli animali potrebbero sotterrarsi durante questo periodo, è quindi importante fornire uno strato abbastanza spesso di terra.

Il metabolismo si addormenta durante la bruma; bisogna quindi ridurre le dosi di cibo arrivando anche a nutrirli una volta al mese con cibi facilmente digeribili (evitare il pollo e le camole).
Per capire se li nutriamo abbastanza è sufficiente osservarli e vedere se dimagriscono; in tal caso aumentiamo le dosi.

Le precauzioni da prendere durante l’allevamento all’esterno riguardano soprattutto gli agenti climatici e la presenza di animali pericolosi.
Bisogna assicurarsi che la vasca non sia raggiungibile dalla pioggia, dalla grandine o da forti colpi di vento.
Il coperchio deve sempre permettere l’areazione ma deve anche essere resistente per evitare che entrino topi o uccelli; potreste usare il coperchio del contenitore di plastica opportunamente forato.
Ovviamente la vasca deve essere posizionata fuori dalla portata di cani e gatti.

Terrario per tritone
Terrario invernale con fibra di cocco. Autore: Stefano94

Rapporto uomo-tritone

Mi è capitato più volte di leggere di persone che chiedono che tipo di contatto si può avere con questi animali, che spesso regalati anche a dei bambini che vorrebbero «giocarci».
È vero, vivono fuori dall’acqua e non sono pericolosi; ma questo non significa che possiamo tenerli tra le mani o lasciarli camminare per casa.
In realtà toccarli è una delle cose peggiori che possiamo fare.

Questi animali sono estremamente schivi e si infastidiscono quando vengono afferrati e tirati fuori dall’acqua; inoltre la nostra pelle grassa e sporca rischia di danneggiare la loro delicata epidermide e di otturarne i pori.
Il contatto va limitato il più possibile ed è consigliato l’utilizzo di guanti.
Prendiamoli solo se necessario: quando dobbiamo sessarli, spostarli o verificarne lo stato di salute.
In caso di contatto con le mani è consigliabile lavarle dopo averli toccati: nonostante non secernano sostante tossiche in cattività, possono comunque rilasciare sostanze leggermente urticanti per le parti sensibili del nostro corpo, come gli occhi.
Prima di prenderli a mani nude, le mani vanno abbondantemente sciacquate con acqua e senza l’utilizzo di sapone.

Per quanto riguarda invece i comportamenti di questi tritoni nei confronti dell’uomo, ho notato che il periodo di paura dura ben poco.
Quando avranno capito che gli esseri umani e le pinzette sono portatrici di cibo, non esiteranno un attimo a fiondarsi sulle vostre mani in acqua alla ricerca del pezzetto di lombrico (non hanno denti, non fanno male), a mordere le pinzette anche se non c’è niente o a cercare di azzannare il vetro se mettete un dito dall’altro lato.
Una volta sazi non vi daranno più alcuna importanza.

Riproduzione

Quando le temperature esterne cominceranno ad alzarsi, raggiungendo i 15-16 °C, potremo riportare i nostri tritoni nel terracquario casalingo.
Qui vedremo i frutti dell’ibernazione che avrà stimolato l’apparato riproduttore dei nostri animali.
I maschi si presenteranno con una cloaca molto più gonfia rispetto a quando li avevamo alloggiati all’esterno; la femmina apparirà più grossa e tondeggiante a causa delle uova che nel frattempo avrà prodotto.
A questo punto la riproduzione avverrà quasi sicuramente.

Durante l’accoppiamento il maschio si posiziona di fronte alla femmina o di fianco, iniziando ad agitare la coda in modo da favorire la diffusione di feromoni rilasciati dalle ghiandole cloacali; dopodiché deporrà al suolo una spermatofora, una capsula trasparente contenente lo sperma.
La femmina a questo punto raccoglierà la spermatofora con la cloaca e, dopo circa 65 giorni, deporrà le uova fecondate sulle foglie delle piante acquatiche.
Gli Hypselotriton Orientalis si nutrono delle proprie uova e delle larve; vi consiglio quindi di spostarle in un altro contenitore debitamente riempito con acqua dell’acquario principale.
Basta utilizzare una vasca in plastica dalla base di 60×30 o più (in modo da poterli tenere fino alla metamorfosi), senza fondo e con un buon numero di piante galleggianti.
Per spostare le uova senza romperle preleveremo l’intera pianta o il ramo sulle quali sono state deposte e lo inseriremo nell’altra vasca.
Dovremo stare attenti alle uova ammuffite: appariranno bianche e le elimineremo aspirandole con una siringa.
C’è chi immette qualche goccia di blu di metilene in vasca per evitare muffe e parassiti.

Lo sviluppo delle uova varia dai 13 ai 24 giorni in base alla temperatura dell’acqua.
Una volta schiuse noteremo tante piccole larve, di colore nero e grigio, con dei vistosi ciuffi branchiali e lunghe circa un centimetro.
I girini presentano da subito le zampe anteriori e si muovono camminando sul fondo; saranno da subito degli ottimi cacciatori di microfauna.
Dal secondo giorno dobbiamo iniziare a nutrirli.
Gli alimenti ideali sono le Dafnie, le piccole Artemie saline e i Copepodi.
Dopo circa tre mesi i nostri girini saranno abbastanza grossi da nutrirsi di Chironomus e piccolissimi pezzi di lombrico, lumache e latterini.

Latterini
Latterini (foto di Monica)

Man mano che crescono vedremo formarsi le zampe posteriori.
Quando il ventre inizia a diventare rosso e le branchie e la cresta caudale iniziano ad essere riassorbite, significa che i nostri piccoli girini si apprestano ad effettuare la metamorfosi; a questo punto dovremo inserire in vasca un sasso o una grossa radice che permetta ai tritoni di uscire agevolmente dall’acqua una volta completata la metamorfosi.
Man mano che i piccoli effettuano la metamorfosi dovremo spostarli in una vasca allestita con uno strato di terriccio, qualche pianta e tante tane, senza acqua.
Questo perché se, dopo essere usciti dall’acqua ci dovessero ricadere, potrebbero affogare.

La fase terrestre dura circa un anno.
I piccoli tritoni saranno identici agli adulti, ma lunghi solo due centimetri.
Andranno tenuti in casa a temperatura ambiente, nebulizzando spesso il terriccio in modo da mantenerlo umido.

L’alimentazione è la stessa degli adulti, sia come alimenti che come frequenza (tre volte a settimana).
Inizialmente potrebbero non attaccare da subito il cibo; se non mangiano basta lasciarli in pace e ritentare il giorno dopo.
Utilizzate cibo vivo che si muove o simulatene il movimento dondolandolo un po’ di fronte ai tritoni, in modo da invogliarli a mangiare.
In questa fase sono prevalentemente notturni, quindi è preferibile nutrirli in tarda serata.
Non è necessario illuminare artificialmente il terrario.

Conclusione

Personalmente consiglio di allevare questo animale a chiunque ne abbia la possibilità.
Bello da vedere con il suo ventre colorato ed il musetto simpatico, molto semplice da allevare, è capace di offrire grandi soddisfazioni.

La sezione anfibi e rettili del nostro forum Acquariofilia Facile vi aspetta per mostrarci i vostri esemplari di Tritoni.

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