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Come si gestisce un acquario? Con i test! E che accade quando i test ci danno dei valori «non ottimali»? Si aggiunge il fertilizzante desiderato. Giusto? Non proprio… In questo articolo troverete interessanti riflessioni su GH, KH, pH e conducibilità. Ringraziateci pure sul forum…


Tra gli acquariofili, i valori chimici più controllati sono quelli nel titolo: GH, KH e pH, anche se qualcuno ha imparato a regolarsi anche con la conducibilità (EC).

Ci sono altri dati di un certo interesse, ma quelli citati vengono misurati in qualsiasi acquario, dal malawi all’olandese, dal caridinaio all’amazzonico, dal 500 litri con l’Arowana fino alla vaschetta per avannotti.
Con i carassi o le Gambusia, perfino la temperatura diventa poco importante, ma un’occhiatina a durezze e acidità, ogni tanto ci scappa anche con loro.

Arrivato ormai al 5° anno da moderatore, su tre forum diversi, non ho potuto fare a meno di notare una tendenza diffusissima…
…che non esito a definire SBAGLIATA, nell’interpretazione di tali valori.
In realtà sto sbagliando anch’io, nel parlare di “interpretazione“, perché il vero problema è che non si interpreta nulla.

La maggior parte degli acquariofili legge una scheda, da qualche parte, dove c’è scritto che quel pesce (o pianta) deve stare… chessò?… a pH 6 con GH 5; di conseguenza, cerca il modo di correggere l’acqua per ottenere quei risultati da un test

Test di durezza
Test di durezza

non per il benessere del pesce (o della pianta).

Disgraziatamente, non sempre le due cose coincidono.
Talvolta, quella correzione porta ad un netto peggioramento, a tal punto che l’acquario stava meglio prima, quando i valori sembravano sbagliati.

Il caso più comune riguarda l’uso di sali di sodio, per correggere i fosfati o la durezza carbonatica, ottenendo valori “perfetti” secondo il test.
Talvolta, la disperata ricerca del colore giusto, su provette o striscette, ha portato addirittura a malattie dei pesci ed appassimento delle piante.

Questo articolo nasce nel tentativo di invertire la tendenza, cercando di portare gli acquariofili all’interpretazione di quei risultati.
I casi che trovate nell’indice trattano solo alcuni esempi, quelli più comuni, limitatamente ai valori citati nel titolo… Ma di leggende metropolitane ne girano parecchie.

Probabilmente, questi consigli verranno ignorati dai soliti… “Io faccio acquari da 30 anni”, perché molti di loro hanno sempre gestito l’acquario con i cosiddetti “valori ottimali”.
Speriamo, tuttavia, di essere utili almeno ai principianti, facendoli iniziare con un’idea più generale e dettagliata del “contare le gocce in una provetta”.

Prima di lasciarvi alla lettura, vi ricordo che Acquariofilia Facile mette a disposizione un forum, con iscrizione rapida e gratuita, dove potrete discutere eventuali approfondimenti.

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