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L’azoto è uno dei principali fertilizzanti delle piante in acquario. Come si riconosce la sua carenza? E come porvi rimedio? Conosciamo meglio questo fondamentale elemento per la loro vita.


L’azoto, allo stato puro, si trova sottoforma di gas inodore e incolore.

È l’elemento numero 7 della Tavola Periodica e ha un peso atomico di circa 14 u.m.a. (unità di massa atomica).

Tavola Periodica degli Elementi
(clicca per ingrandire)

È molto diffuso ed è il maggior costituente (circa il 78%) dell’atmosfera terrestre.

Grafico a torta sulla composizione dell'aria

È anche uno degli elementi principali degli organismi viventi: le proteine sono composte in gran parte da azoto, così come alcune vitamine e il DNA.

L’azoto è così fondamentale per la vita che gli è stato dedicato un celebre aforisma: «Non c’è modo di far crescere piante o uomini senza azoto».

L’azoto in acquario

Le piante sono composte soprattutto da acqua.
Se noi prendessimo le piante del nostro acquario e togliessimo loro tutta l’acqua, otterremmo una polvere; facendo analizzare questa polvere scopriremmo che essa è composta per il 96-97% da soli tre elementi:

Elementi principali nel residuo secco delle piante acquatiche

Il restante 3-4% è così composto:

Nutrienti piante

Ovviamente questa composizione può variare a seconda delle piante che abbiamo in acquario, ma una cosa è certa: dopo ossigeno, carbonio e idrogeno, l’azoto è il più importante e il più consumato degli elementi delle nostre piante.
Possiamo quindi facilmente capire il suo ruolo come fertilizzante.

Il suo assorbimento ideale si ha intorno a pH 7.

Tabella di assorbimento dei nutrienti in relazione al pH
Assorbimento dei nutrienti e pH (autore: Giancarlo Dessì; fonte: Wikipedia; licenza: Creative Commons)

In acquario l’azoto non è presente in forma gassosa, ma nei suoi composti: urea, ammoniaca, nitriti e nitrati.
Essi derivano dalla decomposizione del «carico organico» (foglie, legni e deiezioni di pesci e lumache) che avviene attraverso un processo di trasformazione chiamato ciclo dell’azoto.

In un acquario con poche piante (magari di plastica) e molti pesci, i composti dell’azoto possono essere un problema; alcuni di essi, infatti, in certe quantità sono pericolosi per la fauna.
Questo è il motivo per cui una delle prime cose che un acquariofilo deve conoscere è proprio il ciclo dell’azoto: il prodotto finale di questo processo – il nitrato – è infatti il più innocuo tra i composti dell’azoto.

Acquario con piante (e non solo quelle) di plastica ed elevato carico organico
Acquario con piante (e non solo quelle) di plastica ed elevato carico organico

Conoscere il ciclo dell’azoto ci aiuta a capire perché, ad esempio, non si possono inserire i pesci in acquario prima che sia passato almeno un mese dall’allestimento (senza cambi d’acqua).
Ci spiega inoltre qual è la funzione principale del filtro: agevolare il più possibile questo fondamentale processo biologico.
Nonostante il ciclo dell’azoto, tuttavia, in questi acquari è necessario ridurre periodicamente la presenza di nitrati; questo è uno dei motivi per cui è opportuno procedere con un cambio d’acqua.

In un acquario con molte piante e pochi pesci, invece, può capitare che sia necessario aggiungere azoto perché quello derivato dalla decomposizione non è sufficiente ai bisogni delle piante.
In questo articolo abbiamo cercato di analizzare in quali forme sia possibile aggiungere azoto in acquario e presentato vantaggi e svantaggi di ognuna: Azoto in acquario.

Acquario abbondantemente piantumato
Acquario abbondantemente piantumato

In un acquario senza filtro possiamo riscontrare alcuni fenomeni particolari:

  • spesso il picco dei nitriti non viene rilevato;
  • spesso i nitrati non sono rilevabili;
  • talvolta non è necessario aggiungere azoto.

Nell’articolo “L’azoto in un acquario senza filtro” abbiamo affrontato questi tre fenomeni in modo specifico.

Acquario senza filtro
Acquario senza filtro (foto di Enkuz)

Segnaliamo alcune piante particolarmente golose d’azoto; se ne avete, probabilmente dovrete aggiungere questo nutriente.

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Per la somministrazione dell’azoto, rimandiamo a questi due articoli:

Ripetiamo: i composti dell’azoto sono pericolosi per la fauna dell’acquario!
Raccomandiamo quindi la massima prudenza nell’inserimento di questo elemento.

Nel caso abbiate dubbi sulle dosi da utilizzare per il vostro acquario, la sezione fertilizzazione è sempre aperta per discuterne con voi.
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Carenze ed eccessi

Gli elementi delle piante hanno una caratteristica: la mobilità, cioè la capacità di spostarsi nella pianta dove sono necessari.
Alcuni elementi si spostano facilmente e sono detti «mobili»; altri si spostano con molta difficoltà e sono detti «plastici».

Questa caratteristica è molto utile per riconoscere le carenze.

Foglia con lente d'ingrandimento

Se un elemento è molto mobile, quando è carente la pianta lo sposta sulle parti nuove, sacrificando quelle vecchie.
Questo è il motivo per cui la carenza di potassio (elemento mobile per antonomasia) si riscontra sulle foglie vecchie: la pianta lo sposta nelle parti nuove mentre quelle vecchie deperiscono.

Se un elemento è plastico, invece, la pianta riesce a spostarlo con molta difficoltà e la sua carenza si manifesterà sulle parti nuove della pianta.
Il classico esempio è costituito dal calcio, la cui carenza è visibile solo sulle foglie nuove.

E l’azoto?

L’azoto è un elemento relativamente plastico: quando è carente la pianta riesce a trasportarlo dove occorre con difficoltà.
La sua carenza sarà visibile sulle foglie vecchie nelle piante a crescita lenta e sulle foglie nuove in quelle a crescita rapida.

Carenza di azoto
Foto di Rox

Ma l’aspetto più caratteristico della carenza di azoto, anch’esso legato alla sua scarsa mobilità, è la comparsa (non in tutte le specie) di foglie bicolori: l’apice ingiallisce mentre la base resta verde.

Carenza di azoto in Microsorum pteropus
Carenza di azoto in Microsorum pteropus (foto di Lauretta)

In alcune piante come HygrophilaAlternanthera Ludwigia, in carenza di azoto ammoniacale si formano delle radici avventizie in corrispondenza dei nodi inferiori.

Carenza di azoto in una Alternanthera lilacina
Carenza di azoto in una Alternanthera lilacina (foto di Rox)

Quelle radici si formano anche se l’azoto è abbondantissimo, ma tutto in forma nitrica.
È per questo che capita sempre dopo una o due settimane di nebbia batterica: i nitrati schizzano anche sopra 100, ma l’ammonio è drammaticamente a zero.

Inoltre, la carenza di azoto porta a una crescita rallentata o addirittura bloccata.

La carenza di azoto può essere confusa con quella di zolfo; il dilemma può però essere facilmente risolto con il test dei nitrati.

Provette di test a reagente

L’eccesso di azoto non sembra essere pericoloso per le piante; lo è invece sicuramente per i pesci.
Come abbiamo visto, infatti, i composti dell’azoto (ammonio, nitriti e nitrati) sono tossici per le specie animali, anche se in quantità diverse e in condizioni diverse.
I nitriti, ad esempio, sono pericolosi in concentrazioni minori rispetto ai nitrati e la pericolosità dell’ammoniaca e dei nitriti varia in base al pH dell’acqua.

L’eccesso di azoto è spesso collegato alla presenza di alghe; tuttavia non sembra essere l’unico responsabile della loro comparsa.
In alcuni casi, inoltre, l’azoto risolve i problemi algali. Se le piante sono ferme per una carenza di azoto, le alghe se ne avvantaggiano; ripartendo le piante, le alghe regrediscono.

Note e curiosità

L’azoto è stato «battezzato» dal chimico francese Antoine-Laurent de Lavoisier.
Chiamò così questo elemento («a» privativo davanti alla parola greca zoè, vita) poiché, togliendo all’aria l’ossigeno, restava un gas (l’azoto, appunto) che non permetteva la respirazione e quindi la vita.

Antoine-Laurent de Lavoisier (1743-1794)
Antoine-Laurent de Lavoisier (1743-1794)

Tuttavia, il simbolo dell’azoto è la lettera «N»; come mai?
Perché, in latino, il suo nome è «nitrum».

Fu un chimico francese, Jean-Antoine Chaptal, a chiamare l’azoto in questo modo.
Egli scoprì che l’azoto era uno degli elementi del nitrato di potassio, chiamato fin da epoche remote con il nome di «salnitro».
Diede quindi all’azoto il nome di «nitro» «gen», genitore del nitrato.

Jean-Antoine Chaptal (1756-1832)
Jean-Antoine Chaptal (1756-1832)

Gli impieghi dell’azoto sono molteplici.

Ad esempio viene utilizzato per gonfiare gli pneumatici delle automobili da corsa.
I vantaggi, rispetto all’aria, sono diversi.

  • Gli pneumatici gonfiati con azoto hanno meno dispersioni e quindi mantengono più a lungo la pressione.
  • L’aria contiene una certa percentuale d’acqua; con il rotolamento e le temperature estive, l’acqua evapora e gonfia lo pneumatico, accelerandone l’usura e riducendone le prestazioni. Gonfiando gli pneumatici con azoto – che non contiene acqua – si riducono questi effetti.
  • Per lo stesso motivo, gli pneumatici gonfiati con azoto eliminano il rischio di ruggine e, quindi, di degrado delle parti metalliche a contatto con le gomme.
  • L’azoto – ma la questione è controversa – ridurrebbe il rischio di esplosione e di incendio degli pneumatici.

Per le automobili «normali» la differenza tra i due tipi di gonfiaggio è impercettibile (ricordiamo che l’aria atmosferica è composta per quasi 4/5 di azoto).

Furio e Magda (Bianco, Rosso e Verdone)

L’azoto viene anche utilizzato per la spillatura di alcuni tipi di birra.
Le birre britanniche, ad esempio, contengono poca anidride carbonica; questa caratteristica ha lo svantaggio di creare poca pressione all’interno dei fusti e di rendere quindi difficoltosa la spillatura.
Sfruttando il fatto che l’azoto è inodore e insapore, esso viene iniettato nei fusti creando la pressione necessaria.

Birra alla spina

L’azoto è impiegato per «bruciare» le verruche.
Questo procedimento viene chiamato «crioterapia» e consiste nel mettere a contatto la verruca con azoto liquido a -195,82 °C.
Lo shock termico uccide le cellule della verruca (e anche le cellule umane circostanti).

Crioterapia

L’azoto liquido si ottiene comprimendo l’aria atmosferica; in questo modo l’azoto allontana gli altri gas (diventando puro) e cede calore all’atmosfera, raggiungendo temperature altrimenti inarrivabili.


Altri articoli della serie: “I fertilizzanti in acquario“:

Calcio – Fertilizzanti per acquario
Magnesio – Fertilizzanti per acquario
Ferro – Fertilizzanti per acquario
Fosforo – Fertilizzanti per acquario
Potassio – Fertilizzanti per acquario
Zolfo – Fertilizzanti per acquario

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