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Negli acquari, l’Alternanthera è la pianta rossa per eccellenza.
Non è l’unica, ovviamente, ma è la prima pianta a cui si pensa quando si parla di colore rosso; i meno esperti non sanno nemmeno che ce ne sono altre.


Talvolta, davanti a una Ludwigia glandulosa o una Rotala macrandra, ti senti chiedere: “Di che varietà è, quell’Alternanthera?”.

Il suo aspetto affascinante porta un sacco di gente ad introdurla nel proprio acquario con superficialità, senza sapere che non è esattamente facilissima da coltivare.

Dal momento che gli esperti non hanno bisogno di questo articolo, lo rivolgerò essenzialmente ai principianti.
Mi limiterò, pertanto, a parlare delle quattro… anzi cinque specie più diffuse nei negozi di acquaristica: due provenienti dal Sudamerica, due da esse derivate, più una varietà naturale che per molto tempo è stata considerata una specie a parte.

Alternanthera reineckii "Cardinalis"
Alternanthera reineckii “Cardinalis”

Iniziamo dal nome, che deriva da una curiosa caratteristica del fiore: l’androceo è costituito da stami fertili e stami sterili (“antere“), che sono sempre disposti in modo alternato.
In acquariofilia è poco importante, perchè in immersione i fiori non si sviluppano.

In commercio se ne trovano comunemente cinque, ma vedremo che in realtà si riducono a quattro.
Una di esse, infatti non è riconosciuta in ambito scientifico, ma per adesso vediamo soltanto i nomi riportati sui cartellini dei negozi.
Di queste, tre sono di origine naturale:

  • Alternanthera reineckii (con due “i” finali, non è un errore.)
  • Alternanthera cardinalis (nota anche come Alternanthera “Splendida”)
  • Alternanthera sessilis

Altre due sono “cultivar”, ovvero ibridi selezionati ottenuti in laboratorio:

  • Alternanthera rosaefolia
  • Alternanthera lilacina

…e ovviamente, in natura non esistono.

Le ho elencate a difficoltà decrescente, e si vede subito che le cultivar sono più “facili” da coltivare.
E’ proprio questo il motivo del loro successo commerciale.
L’acquariofilo, spesso, preferisce creare ambienti naturali, e si rivolge agli ibridi solo per un particolare aspetto estetico; ma in questo caso le specie selvatiche sono anche più maestose e accattivanti.
Sono generalmente i fallimenti, legati alle difficoltà di coltivazione, che portano parecchia gente ad accontentarsi di una rosaefolia o di una lilacina (comunque molto belle).

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