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Diciamo la verità… non sempre siamo soddisfatti delle foto che facciamo al nostro acquario. Eppure, con qualche piccolo accorgimento, potremo fotografare il nostro acquario ottenendo delle immagini strepitose.


In genere fotografare un acquario non è proprio facile, anche per chi ha una buona attrezzatura e ne capisce di fotografia: bisogna lottare con luci e temperature di colore diverse ed inadeguate, riflessi parassiti, dominanti, problemi ottici, tempi veloci (se ci sono pesci), ISO se non si ha un treppiede…

Tuttavia si può ottenere una buona foto anche con uno smartphone che abbia un minimo di impostazioni manuali ed usare accorgimenti fotografici di base.

Cercherò di dare qualche indicazione seguendo lo spirito di AF, cioè in modo facile e comprensibile a tutti, evitando di usare per quanto possibile termini tecnico-scientifici specifici riguardanti fotografia digitale, ottica etc. che richiederebbero una preparazione appropriata.

Attrezzatura

Non c’è bisogno di reflex o mirrorless ultraevoluti.
È essenziale, invece, la possibilità di fotografare in modalità manuale per poter stabilire la famosa triade: tempo/diaframma/ISO.

Tempo = è il tempo di scatto impostato calcolato tra l’apertura e la chiusura del diaframma.
Diaframma = è l’apertura del diaframma; ci consentirà di ottenere più o meno profondità di campo.
ISO = valore che indica la sensibilità del sensore al passaggio della luce.

È meglio se si può impostare anche il WB (bilanciamento del bianco) che corrisponde alla temperatura-colore dello scatto che può essere più calda o più fredda.

È ottimo se c’è la possibilità di registrare file RAW (o comunque file negativi fotografici), che occupano molti byte ma permettono di variare qualsiasi valore in post-produzione.

Se usiamo una reflex o un mirrorless preferiamo un obiettivo di qualità fra i 35 mm (con sensore full-frame) e i 70 mm di focale (con sensore APS).

Molti smartphone, anche economici, permettono di impostare i parametri sopra citati; non otterremo gli stessi risultati che avremmo con le macchine professionali, ma per il nostro utilizzo potrebbe essere sufficiente.

Takashi Amano
Takashi Amano

La luce

Ovviamente, in un acquario, l’intensità della luce è più forte nella parte superiore più debole agli angoli e nella parte più bassa.
Tuttavia non dovremmo mai consentire allo scatto di bruciare le alte luci, poichè sulle parti bruciate non si può recuperare nulla.

Se abbiamo una buona macchina fotografica risolviamo il problema in un attimo, impostando la modalità di scatto in matrix (o valutativa).
Questa funzione testa le luci inquadrate e bilancia l’esposizione in modo da non bruciare nulla.
Anche in alcuni smartphone esiste questa funzione.

Se invece non abbiamo la modalità valutativa dobbiamo usare degli espedienti per evitare gli abbagli.

Eccoli:

  1. treppiede o appoggio di fortuna (un tavolo, ad esempio);
  2. impostare ISO 100;
  3. scatto ritardato;
  4. accendere la luce nella stanza dell’acquario o aprire le finestre, in modo da far chiudere il diaframma agli automatismi;
  5. (nel caso di macchine fotografiche compatte automatiche) disattivare la rilevazione di movimento e la riduzione occhi rossi (che toglie dettaglio ai colori).

Siccome la fotocamera degli smartphone non permette di regolare manualmente diaframmi e tempi, in abbondanza di luce occorre un tempo ridotto e quindi ISO minori; è la condizione ideale per tentare di catturare i movimenti.
Con scarsa luce, al contrario, aumenterà il tempo con il rischio di mosso e micromosso.

I riflessi dipendono dalla direzione della luce e dalla sua intensità; pannelli e ombrelli bianchi/dorati hanno proprio la funzione di renderla più soffusa.

Ecco qualche indicazione:

  • se accendo un lampadario sopra all’acquario riduco la probabilità di avere riflessi;
  • se accendo una luce a destra o a sinistra (o aprendo una finestra o una porta), scattando la fotografia dal lato opposto avrò sicuramente un riflesso;
  • se punto il flash verso l’acquario avrò riflessi sul vetro e sugli arredi, colori irreali e molti altri problemi; è molto meglio puntarlo verso il soffitto;
  • se accendo una piantana puntandola verso il muro ottengo ottima luce diffusa e ridurrò il rischio di riflessi.
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