Pizza ha scritto:
Io la ho, ma non perché penso che quella del rubinetto senza caraffa sia più pericolosa di quella in bottiglia (anzi!).
La ho per il semplice fatto che non voglio comprare quella in bottiglia e perché, dopo aver provato per sei mesi quella del rubinetto semplicemente lasciandola "decantare" mi sono reso conto che se non avevo proprio sete non bevevo perché sentivo comunque il gusto del cloro.
Scartati i trattamenti da sottolavello (dove l'unica cosa non coperta da garanzia è la membrana osmotica e cioè l'unica cosa cha ha un prezzo degno di nota) che per me sono dei terreni di coltura tremendi, ho provato i filtri per le brocche: il gusto per me è gradevole, partendo da un acqua dura non la impoverisco sotto certi limiti e la sicurezza biologica è, per i miei standard, sufficiente. Quindi, con queste condizioni al contorno, lo ritengo un prodotto adatto alle esigenze specifiche; se vivessi in Valle d'Aosta non le userei.
Sono pienamente convinto anch'io che almeno la metà delle persone che usa questo sistema per l'acqua da mettere in tavola lo faccia in modo controproducente e per motivazioni assurde.
non ho detto che la uso per rimuovere il sodio; visto il principio di funzionamento mi sono chiesto:
1- Può andare bene per addolcire l'acqua per l'acquario?
2- Riduce anche il sodio in percentuale significativa se si parte da un acqua con concentrazioni fuori dagli standard medi nazionali?
Se pensavo di avere già le risposte, le postavo assieme alle domande!
In tutto quanto da te argomentato (per i miei punti di vista in modo un po' troppo mirato a difendere la propria idea di partenza e, forse, anche senza aver letto tutti i post partendo dal primo), ci sono certamente degli spunti molto interessanti ma non mi portano ad escludere con certezza che i suddetti filtri possano rimuovere anche il sodio (in gascromatografia i tempi di ritenzione non sono solo dovuti ad attrazioni polari).
Per addolcire l'acqua di un acquario va bene (ripeto, le chiamano "addolcitori" non a caso), ma per rimuovere il sodio ci vuole altro (osmosi inversa).
Se cercavi risposte, io te le ho date, suffragate da numeri, formule e cromatogrammi.
Di più non posso fare.
Contatta un qualunque laboratorio che fa analisi chimiche e chiedi una analisi di anioni e cationi. E' una analisi di routine per qualsiasi laboratorio chimico e si fa in brevissimo tempo. Un pò come entrare in un laboratorio analisi cliniche e chiedere glicemia e azotemia.
Ti costa quanto una pizza per due persone.
Dovresti vedere calare Ca e Mg (il GH) e aumentare sodio o potassio o H
+, a seconda del tipo di resina che ha la caraffa. D'altronde, come diceva qualcuno...nulla si crea e nulla si distrugge: se dall'acqua togli Ca e Mg, qualcos'altro dentro l'acqua ci deve finire.
PS: la gascromatografia non c'entra! Altra tecnica, altra fase mobile (un gas, non un liquido) altra strumentazione (ben più complessa e costosa di un semplice HPLC). Qui si parla solo di cromatografia ionica, che fa parte della cromatografia liquida.
Pizza ha scritto:
Ribadisco: non dico che tu non abbia ragione, solo che non sono così convinto che l'affinità di orbitale non sia così ininfluente nella selettività di scambio tra le resine acide e i vari ioni presenti in soluzione. Ho chiesto; e il documento postato da Lucazio a pag.20 richiama "in parte" questo concetto. Ho cercato sul web è documenti di alcune università sulle resine richiamano lo stesso concetto.
Sicuramente, ciò che a me in buona parte ha dato fastidio, è stato il tuo battere sin dall'inizio sul fatto che addirittura il sodio possa essere rilasciato, quando ormai era assodato che quei filtri non vengono neutralizzati (in parte) con sodio ma al limite con potassio. Lo stesso ISS (certamente corruttibile e pilotabile come qualunque istituzione) ha accertato che non c'è rilascio di sodio.
Se la resina è stata neutralizzata con potassa (KOH) anzichè con soda (NaOH), rilascerà potassio anzichè sodio.
Non so se c'è stata una evoluzione in tal senso (l'argomento non mi è mai interessato, francamente), ma in rete ci sono diverse segnalazioni di casi, risalenti a pochissimi anni fa, in cui l'acqua dopo trattamento nella caraffa aveva livelli di sodio aumentati.
Ancora con questa affinità orbitale??! Mai sentito in vita mia! Forse parli dell'energia dell'orbitale atomico, ma qui non c'entra, anche perchè il sodio in soluzione è uno ione, non un atomo neutro. Al limite dovresti parlare di ene
Non è il luogo adatto per un trattato di chimica teorica (non interesserebbe a nessuno qui) ma ribadisco col 101% di certezza che si tratta di semplice interazione elettrostatica tra ioni di carica opposta.
Leggiti cosa dicono nel corso di chimica analitica dell'università di Padova
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q= ... L10z7G9K9A
pag.1
Nella cromatografia per scambio ionico, la ritenzione si basa sull’attrazione tra gli ioni del soluto e i siti carichi legati alla fase stazionaria.
La fase stazionaria è costituita da una resina a scambio ionico, ossia un supporto organico al quale sono legati dei gruppi ionici o ionizzabili (ad esempio –SO3-, -COO-, -NR3+).
I gruppi ionici della resina trattengono per mezzo di interazioni elettrostatiche, controioni di carica opposta che possono essere scambiati con gli ioni presenti nella fase mobile.
Il meccanismo di separazione è basato perciò sulla diversa affinità che i diversi soluti (ionici) presentano nei confronti dei gruppi attivi della resina.
come vedi, non mi sono inventato nulla....quindi basta parlare di affinità di orbitale o altri concetti che non stanno nè in cielo nè in terra. Perchè complicarsi la vita, quando non è necessario?
Una carica negativa (-) che attira una carica positiva (+). Nulla di più e nulla di meno. Fine della questione.