Gianluca91 ha scritto:Un ultimo appunto e poi veramente ho concluso: credo che si! il signicato di "naturale" per i giapponesi sia molto diverso dal nostro significato europeo. Vengo dal mondo della coltivazione bonsai e ritrovo in Amano, molti insegnamenti tipici di quest'arte e di molte altre puramente giapponesi... Non so molto altro e bisognerebbe parlare con un giapponese (penso per ore e ore) ma di sicuro hanno una visione diversa.!

Non ero intervenuto finora perché sono un vero neofita dell'acquariofilia. Però hai toccato un punto che mi aveva colpito.
Anche io ho provato ad approcciarmi alla coltivazione di bonsai, e ho avuto la fortuna di lavorare con alcuni colleghi giapponesi (per lavoro faccio tutt'altro, il bonsai era una passione precedente), e con un collega che ha sposato una giornalista giapponese. Un concetto che mi hanno lasciato è che per una persona cresciuta in Europa sarà impossibile capire alcuni aspetti della cultura e dell'estetica giapponese, anche vivendo per anni in Giappone. Uno di questi è il tipo di estetica zen (nel senso filosofico/religioso) applicato al bonsai e ai giardini, che ritrovo nel vedere i lavori di Amano.
Nell'arte del giardino giapponese (come in tante altre discipline) bisogna prima avere una buona conoscenza delle basi (botanica, chimica, geologia), poi bisogna dedicarsi a utilizzare quelle basi per creare un qualcosa di totalmente artificiale ma che racchiuda concetti astratti dal mondo naturale, come i bonsai che sembrano "battuti dal vento", o giardini che sono disposti con un equilibrio armonico tra apparente caos e totale controllo. Dietro a ciò c'è l'idea che per ottenere quel risultato, bisogna avere dedizione totale, quindi il giardino, l'aiuola o anche il solo vaso non si manterrà in vita o non manterrà il suo aspetto se colui che lo cura non gli dedicherà cure minuziose ogni giorno, e nei giorni che non deve toccarlo, non lo osserverà come fonte di ispirazione e meditazione.
Quello è il vero concetto che va applicato per capire come nascono le vasche di Amano, sperando di aver fatto capire una parte di quel poco che ho capito io dei giapponesi.
Tutto ciò è estremamente lontano dall'idea di creare un equilibrio che si mantenga da solo, come le vasche alla Lorentz, e si basa sull'idea che il creatore della vasca sia parte dell'equilibrio e la dedizione costante sia un ingrediente fondamentale. Ma è una roba da giapponesi.
Poi però la società giapponese è piena di contraddizioni, si regge tra tradizioni radicate, modernità e consumismo, e modernità per loro vuol dire anche dedicarsi a fare soldi e creare business di successo con qualsiasi cosa.
L'azienda ADA vive sulla contraddizione tra il concetto di opera artistica/filosofica e capitalismo sfrenato, è una ditta che vende oggetti di lusso a chi può permetterseli e chi li vuole. Probabilmente il consumatore giapponese dà anche un diverso significato a quei prezzi e a quel tipo di lusso.
Il problema è che molti acquariofili nostrani non hanno idea della parte estetico/filosofica che c'è dietro a tutto ciò, vedono delle vasche "belle", vogliono avere la vasca "bella" in salotto, acquistano i prodotti di marca perché sennò non viene "figa" come dicono loro, e gliene frega cavoli del come e perché funzioni tutto ciò, della botanica e dell'estetica. Fa figo comprare le Dragon Stone, ma sono sassi con un nome figo, non è che se uno volesse fare una composizione alla Amano non potrebbe farla con pietre prese in natura da noi!
C'è la stessa differenza tra chi si appassiona ai bonsai, e chi pensa che basta spendere decine di euro per comprarsi un bonsai che reputa bello e riempirlo di concime apposito.
Quindi per me l'estetica di Amano come la intendeva lui e forse i giapponesi, ha una sua dignità, come la interpretano molti fan consumistici tamarri (
NON Gianluca) e negozianti, è solo un modo per far girare molti soldi.
Ma non vedo nei forum italiani appassionati che spieghino il tipo di impegno e dedizione
vero che dovrebbe essere dietro una vasca artistica, che presuppone di imparare le stesse basi della filosofia di
Acquariofilia Semplice, vedo molta gente che spende soldi in protocolli e in pietre dai nomi esotici, e deride chi fa vasche "selvagge".
Poi a me piace invece la filosofia dell'
Acquariofilia Semplice e preferisco seguire quella, che penso che sia anche quella più adatta a far appassionare l'acquariofilo medio. Ma lungi da me deridere Amano come invece
alcuni (sottolineo
alcuni) fan dell'acquascaping fanno con chi si dedica al low cost.
Proprio ieri ho ritrovato una vecchia discussione su un altro forum, in cui alcuni utenti esperti definivano senza mezzi termini "
ca***ta" l'uso di terriccio in acquario perché
"ci sono i protocolli commerciali che funzionano bene e fanno venire piante belle senza bisogno di reinventare nulla".