Minni ha scritto:Mi era passato il messaggio che i cambi non erano così necessari se le condizioni "interne" erano ok... probabilmente non ho recepito bene ...
Hai recepito bene, tranquilla, è il messaggio che forse viene trasmesso superficialmente.
Per condizioni interne non si intende solo conduttività, nitrati e simili. Sarebbe a mio avviso motivo di preoccupazione anche la stagionalità.
A volte ho l'impressione che gli acquari vengano tenuti come in eterna primavera, cioè con continui apporti di acqua nuova, tanto cibo e calore. E' un buon modo per allevare che io stesso utilizzo in certi casi, ma fa perdere quello che si potrebbe ottenere in un acquario naturale che descriverei più completo se avesse le altre tre stagioni per tutti gli animali di latitudine extra tropicale, mentre un'altra (la secca) per quelli entro i tropici.
Un periodo invernale di riposo con temperature basse, cibo meno abbondante (o semplicemente più diraradata la somministrazione), cambi d'acqua mediamente frequenti eccetera. La primavera, come suddetto, è la stagione migliore dove avviene la riproduzione della maggior parte delle specie: frequente ricambio d'acqua, cibo abbondante, temperature crescenti o comunque abbastanza elevate.
In estate la quantità di cibo si può leggermente ridurre così come i cambi d'acqua. Per alcune specie sarebbe meglio inserire un aeratore per evitare la calura eccessiva e cose simili. Deve essere una stagione favorevole, ma non paradisiaca come la primavera.
L'autunno è il passaggio da un periodo di abbondanza ad uno di carenza, e può essere caratterizzato da cambi d'acqua corposi (per ridurre i nutrienti in acqua e avviarsi alla stagione povera).
Questa è la mia visione che negli scorsi anni mi ha permesso di vedere i diversi comportamenti stagionali. E' molto accentuato nei gamberetti da quanto ho osservato.
Minni ha scritto:Tu consigli cambi o anche sifonatura?
Sifoni e nel mentre togli acqua. Se se ne va via metà secondo me non è un problema, anzi. L'equilibrio perfetto non esiste neanche in natura perchè vi è un periodico "rimescolamento delle carte in tavola".
L'obiettivo secondo me è riuscire a impostare un metodo di gestione che non sia dipendente dal continuo accumulo di sostante tossiche, ma piuttosto tenga conto del clima, le sue precipitazione e le sue variazioni di temperatura; quindi il comportamento dei suoi viventi che, nei limiti e nei modi relativi all'espressione delle loro informazioni genetiche, possa manifestarsi il più completamente possibile.
E' un po' la differenza tra l'acquario d'allevamento, simpaticamente chiamato stalla, e l'acquario naturale, che potremmo dire abbia un vita propria (parafrasando Konrad Lorenz). Questa vita propria però non è assoluta, indipendente da tutto e tutti.
Sarebbe utopico gestire in qualche decina di litri un ambiente del genere, perchè neanche la Terra è così perfetta in quanto dipende dall'energia solare (disponibile solo per un lasso di tempo circoscritto) e, in ogni caso, ha avuto già 5 momenti di crisi gravissime dette estinzioni di massa (in questi anni pare esserci la sesta).
Ora mi sono dilungato anche troppo, quello che volevo dire è comunque che il "non cambiare mai l'acqua" è secondo me una grossa cavolata, accettabile solo in esperimenti mirati (biosfere, che comunque durano se va bene una decina di anni) ma non in un comune acquario casalingo.
Se ti piace far così, "staccati" dalla costrinzione del dover salvare i pesci da picchi di nitrato ogni fine settimana, ma non abbandonarli in un eterno inverno.