Aggiornamento.
Per aggiornare la questione maschio betta sp. Candy, è purtroppo deceduto.
Ma ripercorriamo il decorso così che se qualcun altro avesse a che fare con un caso simile può trovarsi la strada aperta.
Sintomo dominante era il rifiuto del cibo, pochissime feci e brutte, lunghe a tratti bianche come quelle viste in foto. le uniche che ho visto in 10 giorni. non defecava praticamente mai. Nessun gonfiore addominale. una leggera magrezza ma non marcata.
Provato trattamento in bagni con metronidazolo ma non ha sortito alcun effetto. Al quinto giorno ha iniziato a presentare fiocchetti di muco un po' ovunque e poi in fine un alone più chiaro sulla caudale al momento del decesso. la velocità di comparsa di queste manifestazioni esterne mi faceva pensare a qualcosa che proliferasse velocemente in certe condizioni, per cui ho pensato subito alla temperatura alta e ai batteri.
A questo punto non capivo più se era una parassitosi, una roba batterica, o se poteva essere entrambe. Anche se ero fortemente convinta che si trattasse dell'ultima delle tre opzioni, volevo avere la certezza e venire a capo di questo groviglio di cose che sono degenerate inaspettatamente in pochissimo tempo.
Ho quindi deciso di sottoporre il mio betta a un' analisi approfondita. l'ho messo subito in frigorifero ed entro 2 ore dal decesso l'ho portato al centro zooprofilattico della mia zona, è stato spedito con la catena del freddo nella sede di Brescia dove è stato analizzato dal dottor Cristian Salogni.
Sono stati effettuate analisi per batteri e parassiti.
sintetizzo qui il referto.
riscontrata anemia. stato nutritivo buono.
esame parassitologico: riscontro di nematode molto grosso Gen. Contracaecum, un anisakide.
esame batteriologico: batterio Aeromonas Sobria.
E' stato specificato dal dottore che il batterio Aeromonas è da considerarsi sovrainfezione poichè in genere colpisce pesci già compromessi: nel mio caso il contracaecum. per cui credo sia legittimo affermare che la causa di morte è stata determinata dal contracaecum, purtroppo scoperto in ritardo.
Sia metronidazolo che praziquantel non avrebbero sortito nessun effetto. la molecola di prima scelta è il Levamisolo il quale non è facile da reperire in Italia. E' solo ad uso veterinario come soluzione iniettabile per cani e gatti col nome di Ascarilen ed è venduto esclusivamente con ricetta veterinaria.
Ho trovato però online un prodotto dell' esha che si chiama Esha ndx e che contiene Levamisolo.
non l'ho provato ancora ma lo ho ordinato perchè personalmente credo che per questi pesci valga la pena un trattamento preventivo contro questi parassiti silenziosi che esplodono in ultimo col botto.
Ma la questione non era finita qui, perchè del Contracaecum non sapevo nulla ma era importante scoprirne il suo ciclo vitale e documentarsi per capire se era possibile trattare la vasca e in che modo, o se era necessario smantellare tutto e riallestire da principio previa disinfezione.
mi son messa alla ricerca di informazioni focalizzandomi sugli stadi larvali precedenti alla forma riscontrata nei pesci, e quindi mi davo per spacciata per cui avrei dovuto smantellare tutto e riallestire previa disinfezione, come da peggiore delle ipotesi.
ma grazie alla chiave di lettura suggerita da @
bitless siamo giunti alla conclusione che in realtà gli step precedenti alla forma riscontrata nei pesci non erano importanti perchè il pesce non è ospite finale del contracaecum ma è solo un ospite intermedio. nel pesce infatti non vi sono esemplari adulti poichè è solo negli animali a sangue caldo che il contracaecum chiude il suo ciclo vitale con la riproduzione e quindi con la produzione di uova.
l'ospite finale è verosimilmente un uccello che si nutre di pesce crudo il quale è affetto da uno stadio larvale del contracaecum (accidentalmente l'ospite finale può essere l'uomo se ingerisce pesce crudo non adeguatamente trattato). l'uccello in questione defecando in acqua immette uova di contracaecum nel sistema idrico. le uova si schiudono a un primo stadio larvale liberandosi in acqua, vengono cosi mangiate da copepodi e piccoli crostacei che a loro volta vengono ingeriti da pesci. le larve insediatesi nei pesci si ingrandiscono e vanno a insediarsi anche nel tessuto muscolare dei pesci, che a loro volta, quando ingeriti crudi da un animale a sangue caldo, si trasformano in adulti e completano il ciclo riproduttivo nell'intestino dell'ultimo. solo a questo punto abbiamo le uova di contracaecum.
per concludere, siccome contracaecum non si riproduce nel pesce ma resta in stadio larvale, la vasca non è da trattare in nessun modo poichè una volta morto il pesce muore con lui anche parassita senza lasciare prole dietro di se. e questa è una grande notizia, nel brutto.
un'altra considerazione che viene da @
bitless e che è degna di nota, è il fattore di "guarigione" di questi pesci affetti.
infatti il brutto di questi nematodi è che una volta morti non vengono espulsi in nessun modo dal pesce perchè non si insediano nell'intestino ma tra i muscoli del pesce.
come reazione a un corpo estraneo il sistema del pesce può creare una sorta di tessuto cicatriziale attorno al verme morto per arginarlo lasciando dietro di se delle cisti grosse. nella peggiore delle ipotesi entrando i vermi in decomposizione all'interno del pesce, possono intossicarlo.
sperando che queste poche righe sul contracaecum siano giuste e possano essere di aiuto a qualcuno, sappiate che l'avventura continua.