Parrot e piccoli Parrot. La leggenda continua.
Inviato: 21/08/2016, 21:34
Da un po’ di tempo mi trovo impegnato nell’allevamento di diverse nidiate di avannotti generati da una Parrot e dal suo compagno Citrinellum.
L’avventura, circa la casualità di formazione della coppia, istinti materni e paterni, nonché l’evoluzione della specie (Parrot) e dei nuovi nati, è stata ampiamente trattata nel topic: “Parrot: riproduzione inattesa”. Ciò nonostante, ancora oggi seguo con grande stupore la crescita dei piccoli.
Solo uno di essi sembrerebbe somigliare al padre… ma non troppo, mentre quelli rimanenti non sembrerebbero, almeno per ora, somigliare in modo evidente ad uno o ad entrambi i genitori.
Un interessante particolare è la bocca dei piccoli, per tutti, molto simile a quella del padre, anche se proporzionalmente più grande in modo molto evidente.
E’ inoltre sorprendente il fatto che più crescono e più si evidenzia in loro l’aggressività, dando luogo a frequenti fenomeni di cannibalismo, quale selezione naturale dei più deboli, ancor prima che io stesso possa accorgermi e fare qualcosa.
Quindi, tra gli esemplari più piccoli, non ho mai visto nessun cadaverino…. spariscono e basta, mentre in quelli più grandi, mi accorgo dei resti di un pesce quando ormai è quasi divorato.
In questo periodo, tra i più grandi, il fenomeno si ripete con la media di uno al giorno.
Probabilmente, anche se nessuno di essi si presenta denutrito, dovrei aumentare la quantità giornaliera di cibo, oppure la frequenza: voi che dite?
Solo in questi ultimi giorni, in fase sperimentale ed oltre all’ordinaria alimentazione, cerco di tenere impegnati i piccoli con un gamberetto essiccato intero, evidentemente molto apprezzato da tutti, ma non sono certo di fare la cosa più giusta, ammesso che possa esistere un rimedio in grado di azzerare, sia pure momentaneamente il loro istinto.
Talvolta trovo persino difficile credere che gli avannotti che seguo dalla loro nascita siano frutto della riproduzione Parrot / Citrinellum, trattandosi di esemplari che non ricordo di aver mai visto prima. Qualcuno sa dirmi come si chiamano?
Oppure: chiamereste Parrot o Citrinellum i pesci che vedete nelle foto?
La livrea e le fasce verticali del loro corpo (particolari assenti in entrambi genitori): da quale specie hanno origine? Sicuramente le combinazioni genetiche sono le più svariate ed imprevedibili, dove la natura fa le sue scelte indipendentemente dal pensiero e dalla logica delle nostre aspettative.
Considerate tra l’altro che le fasce che avete visto, di cui ciascuno di essi è dotato, sono la prima nota di colore che si evidenzia durante la crescita, a partire dai primi 40 – 50 giorni di vita, in tutte le nidiate avvenute fino ad oggi.
L’unico dato certo è che sono ciclidi, vista la provenienza….. troppo generico!
Nel decorso febbraio, appena scoperto il primo lieto evento, mi rivolsi ad un Biologo chiedendo se l’unione Parrot/Citrinellum avrebbe potuto dare origine ad una nuova specie, considerando la manipolazione dell’uomo per le origini dei Parrot.
Questi mi rassicurò confermando che l’unione medesima è tra le più comuni per i Parrot e che il loro “prodotto” sarebbe stato indubbiamente Parrot..
Sebbene quest’avventura abbia un certo fascino e la fonte della notizia è tuttora molto attendibile, stento a credere a ciò che vedo, considerando i risultati ottenuti, mentre continuo ad essere fortemente curioso ed assetato di ulteriore conoscenza specifica: vorrei saperne di più.
Ultimamente sono angosciato dal fatto che la piccola mamma, essendo particolarmente fertile, continui a sfornare uova a ciclo continuo, visto che da febbraio 2016 ad oggi ha già dato alla luce sei nidiate e si prepara per la settima (qui, la continuità della specie offre ottime garanzie).
Che meraviglia! Un grande spettacolo della natura in grado di intenerire il cuore di King Kong.
Beh!!!! Che dire…. è proprio una mamma che non ha bisogno del Ginecologo, un vero e proprio generatore di vita del mondo sommerso, ossia, un vero inno alla vita stessa.
A questo punto mi preoccupa già il pensiero che possa indebolirsi ed esser preda di qualche malattia tendente a minacciare il suo normale ciclo biologico di vita, ancor prima di quello riproduttivo, che senza dubbio, quest’ultimo, sarebbe opportuno interrompere per un po’ di tempo, trattandosi di un pesce a cui tengo moltissimo, anzi, ancora di più.
Ricordo, che quando la loro love story ebbe inizio avevo già provato a separare la coppia all’interno della stessa vasca, anche se le ragioni erano diverse da quelle finalizzate alla non riproduzione.
All’epoca Citrinellum (oggi Jhon Lemmon) dopo circa un anno dal suo arrivo, iniziò improvvisamente ad inseguire tutti i suoi coabitanti fino ad ucciderne 5, a partire dai più piccoli, Parrot compresi, sfruttando anche la complicità saltuaria della sua compagna (Loretta), che poverina non nuoceva a nessuno, anche se appariva come una vera guerriera.
Ma l’isolamento di Jhon andò avanti solo per un breve periodo, circa 8 – 10 giorni, visto che risultava fortemente penoso assistere a tutti i loro tentativi di ritrovarsi, anche a costo di ferirsi, cercando di spingere e di scavare l’impossibile. Quindi, disponendo di una vasca abbastanza grande, decisi di isolare direttamente la coppia destinando ad essa circa la metà dello spazio disponibile in vasca…. e ciò avvenne subito dopo aver visto la prima nuvoletta di avannotti, nati solo da pochi giorni, che del tutto incredulo non avevo ancora notato.
Il resto della storia è disponibile nel topic “Parrot: riproduzione inattesa”.
Mi chiedo quindi se tra voi c’è qualcuno in grado di regalarmi qualche sano consiglio e/o rimedio, inteso a limitare la frequenza di deposizione delle uova, visto che ignoro l’esistenza degli anticoncezionali per pesci.
Tra l’altro, sarebbe anche curioso osservare e seguire lo stato di gravidanza immaginaria, ammesso che per loro esista.
Una piccola parentesi di riflessione e di autocritica: “ma forse…… noi umani abbiamo la tendenza ad umanizzare anche ciò che non è umano?
Per ciò che mi riguarda credo di si! Spesso mi rendo conto che dove finisce la logica iniziano gli atteggiamenti umani nei confronti degli animali che non chiedono palesemente di essere adottati, né, tanto meno, che si intervenga per regolare i loro istinti biologici e naturali.
Vi confesso che allevare degli animali è sempre una grande responsabilità ed in queste circostanze trovo davvero difficile fare le scelte più saggie, visto che la saggezza di una scelta difficilmente corrisponde alla volontà di chi sceglie e decide dell’altrui vita.
Indubbiamente la vera saggezza risiede sempre a monte e mai a valle”.
Nei panni di un allevatore, mi sento comunque responsabile di ogni genere di vita presente nel mio acquario, soprattutto di quelle in cui la natura ed i suoi eventi (in questo caso anche i sopravventi) meritano ogni sorta di attenzione e di rispetto.
Per quanto riguarda, invece, l’allevamento dei piccoli, alcune non trascurabili difficoltà arrivano dopo qualche giorno dalla schiusa delle uova, proprio quando si esaurisce il sacco vitellino e bisogna provvedere in modo appropriato alla loro alimentazione: artemie, naupli, larve di zanzara etc., costituiscono indubbiamente un ottimo apporto di vitamine e proteine, però sarebbe opportuno sapere: dopo quanti giorni ogni singola larva diventa organismo completo?
Trattandosi di una fase della crescita molto importante e delicata, la domanda nasce spontanea al fine di limitare al massimo la perdita di ciò che apparentemente si presenta come piccola massa vibrante gelatinosa, contenente invece minuscole ma preziose vite.
L’avventura, circa la casualità di formazione della coppia, istinti materni e paterni, nonché l’evoluzione della specie (Parrot) e dei nuovi nati, è stata ampiamente trattata nel topic: “Parrot: riproduzione inattesa”. Ciò nonostante, ancora oggi seguo con grande stupore la crescita dei piccoli.
Solo uno di essi sembrerebbe somigliare al padre… ma non troppo, mentre quelli rimanenti non sembrerebbero, almeno per ora, somigliare in modo evidente ad uno o ad entrambi i genitori.
Un interessante particolare è la bocca dei piccoli, per tutti, molto simile a quella del padre, anche se proporzionalmente più grande in modo molto evidente.
E’ inoltre sorprendente il fatto che più crescono e più si evidenzia in loro l’aggressività, dando luogo a frequenti fenomeni di cannibalismo, quale selezione naturale dei più deboli, ancor prima che io stesso possa accorgermi e fare qualcosa.
Quindi, tra gli esemplari più piccoli, non ho mai visto nessun cadaverino…. spariscono e basta, mentre in quelli più grandi, mi accorgo dei resti di un pesce quando ormai è quasi divorato.
In questo periodo, tra i più grandi, il fenomeno si ripete con la media di uno al giorno.
Probabilmente, anche se nessuno di essi si presenta denutrito, dovrei aumentare la quantità giornaliera di cibo, oppure la frequenza: voi che dite?
Solo in questi ultimi giorni, in fase sperimentale ed oltre all’ordinaria alimentazione, cerco di tenere impegnati i piccoli con un gamberetto essiccato intero, evidentemente molto apprezzato da tutti, ma non sono certo di fare la cosa più giusta, ammesso che possa esistere un rimedio in grado di azzerare, sia pure momentaneamente il loro istinto.
Talvolta trovo persino difficile credere che gli avannotti che seguo dalla loro nascita siano frutto della riproduzione Parrot / Citrinellum, trattandosi di esemplari che non ricordo di aver mai visto prima. Qualcuno sa dirmi come si chiamano?
Oppure: chiamereste Parrot o Citrinellum i pesci che vedete nelle foto?
La livrea e le fasce verticali del loro corpo (particolari assenti in entrambi genitori): da quale specie hanno origine? Sicuramente le combinazioni genetiche sono le più svariate ed imprevedibili, dove la natura fa le sue scelte indipendentemente dal pensiero e dalla logica delle nostre aspettative.
Considerate tra l’altro che le fasce che avete visto, di cui ciascuno di essi è dotato, sono la prima nota di colore che si evidenzia durante la crescita, a partire dai primi 40 – 50 giorni di vita, in tutte le nidiate avvenute fino ad oggi.
L’unico dato certo è che sono ciclidi, vista la provenienza….. troppo generico!
Nel decorso febbraio, appena scoperto il primo lieto evento, mi rivolsi ad un Biologo chiedendo se l’unione Parrot/Citrinellum avrebbe potuto dare origine ad una nuova specie, considerando la manipolazione dell’uomo per le origini dei Parrot.
Questi mi rassicurò confermando che l’unione medesima è tra le più comuni per i Parrot e che il loro “prodotto” sarebbe stato indubbiamente Parrot..
Sebbene quest’avventura abbia un certo fascino e la fonte della notizia è tuttora molto attendibile, stento a credere a ciò che vedo, considerando i risultati ottenuti, mentre continuo ad essere fortemente curioso ed assetato di ulteriore conoscenza specifica: vorrei saperne di più.
Ultimamente sono angosciato dal fatto che la piccola mamma, essendo particolarmente fertile, continui a sfornare uova a ciclo continuo, visto che da febbraio 2016 ad oggi ha già dato alla luce sei nidiate e si prepara per la settima (qui, la continuità della specie offre ottime garanzie).
Che meraviglia! Un grande spettacolo della natura in grado di intenerire il cuore di King Kong.
Beh!!!! Che dire…. è proprio una mamma che non ha bisogno del Ginecologo, un vero e proprio generatore di vita del mondo sommerso, ossia, un vero inno alla vita stessa.
A questo punto mi preoccupa già il pensiero che possa indebolirsi ed esser preda di qualche malattia tendente a minacciare il suo normale ciclo biologico di vita, ancor prima di quello riproduttivo, che senza dubbio, quest’ultimo, sarebbe opportuno interrompere per un po’ di tempo, trattandosi di un pesce a cui tengo moltissimo, anzi, ancora di più.
Ricordo, che quando la loro love story ebbe inizio avevo già provato a separare la coppia all’interno della stessa vasca, anche se le ragioni erano diverse da quelle finalizzate alla non riproduzione.
All’epoca Citrinellum (oggi Jhon Lemmon) dopo circa un anno dal suo arrivo, iniziò improvvisamente ad inseguire tutti i suoi coabitanti fino ad ucciderne 5, a partire dai più piccoli, Parrot compresi, sfruttando anche la complicità saltuaria della sua compagna (Loretta), che poverina non nuoceva a nessuno, anche se appariva come una vera guerriera.
Ma l’isolamento di Jhon andò avanti solo per un breve periodo, circa 8 – 10 giorni, visto che risultava fortemente penoso assistere a tutti i loro tentativi di ritrovarsi, anche a costo di ferirsi, cercando di spingere e di scavare l’impossibile. Quindi, disponendo di una vasca abbastanza grande, decisi di isolare direttamente la coppia destinando ad essa circa la metà dello spazio disponibile in vasca…. e ciò avvenne subito dopo aver visto la prima nuvoletta di avannotti, nati solo da pochi giorni, che del tutto incredulo non avevo ancora notato.
Il resto della storia è disponibile nel topic “Parrot: riproduzione inattesa”.
Mi chiedo quindi se tra voi c’è qualcuno in grado di regalarmi qualche sano consiglio e/o rimedio, inteso a limitare la frequenza di deposizione delle uova, visto che ignoro l’esistenza degli anticoncezionali per pesci.
Tra l’altro, sarebbe anche curioso osservare e seguire lo stato di gravidanza immaginaria, ammesso che per loro esista.
Una piccola parentesi di riflessione e di autocritica: “ma forse…… noi umani abbiamo la tendenza ad umanizzare anche ciò che non è umano?
Per ciò che mi riguarda credo di si! Spesso mi rendo conto che dove finisce la logica iniziano gli atteggiamenti umani nei confronti degli animali che non chiedono palesemente di essere adottati, né, tanto meno, che si intervenga per regolare i loro istinti biologici e naturali.
Vi confesso che allevare degli animali è sempre una grande responsabilità ed in queste circostanze trovo davvero difficile fare le scelte più saggie, visto che la saggezza di una scelta difficilmente corrisponde alla volontà di chi sceglie e decide dell’altrui vita.
Indubbiamente la vera saggezza risiede sempre a monte e mai a valle”.
Nei panni di un allevatore, mi sento comunque responsabile di ogni genere di vita presente nel mio acquario, soprattutto di quelle in cui la natura ed i suoi eventi (in questo caso anche i sopravventi) meritano ogni sorta di attenzione e di rispetto.
Per quanto riguarda, invece, l’allevamento dei piccoli, alcune non trascurabili difficoltà arrivano dopo qualche giorno dalla schiusa delle uova, proprio quando si esaurisce il sacco vitellino e bisogna provvedere in modo appropriato alla loro alimentazione: artemie, naupli, larve di zanzara etc., costituiscono indubbiamente un ottimo apporto di vitamine e proteine, però sarebbe opportuno sapere: dopo quanti giorni ogni singola larva diventa organismo completo?
Trattandosi di una fase della crescita molto importante e delicata, la domanda nasce spontanea al fine di limitare al massimo la perdita di ciò che apparentemente si presenta come piccola massa vibrante gelatinosa, contenente invece minuscole ma preziose vite.