Come nel dolce ci sono mille possibilità e strade perchè sono mille gli obiettivi finali.
Marina è anche la vaschetta stagnante di cibo vivo con Artemie e copepodi che tengo sul davanzale, zeppa di vita curiosa. E' un acquario da salotto? Forse, pochi decenni fa la scimmie di mare erano di moda in piccole bocce come gioco-arredamento. Cosa serve per gestire una vasca del genere? Poco o nulla: qualche
cambio d'acqua periodico, del cibo e della luce.
Se aumento e modifico il tipo di fauna e aggiungo dei gamberetti, ad esempio dei Palaemon cosa serve? Probabilmente delle piccole alghe su cui pascolare e magari un
areatore che crea movimento e facilità gli scambi gassosi. In questo modo con pochissima tecnica e fatica ottengo un caridinaio marino.
Se aumento la fauna aggiungendo qualche pesce adattabile cosa serve? Chiaramente il carico organico viene moltiplicato e la semplice acqua / tappeto di alghe (NB per alghe intendo anche macroalghe, delle pseudo piante marine pure più belle di quelle dolci) è insufficiente.
Quindi potrei concentrare l'attività batterica in una coltura intensiva connessa alla vasca: il
filtro ossidante detto che nitrificante. Una scatola piena di materiali dove è presente un buon ricircolo d'acqua, magari azionato sempre dal solito areatore o da un nuovo accessorio: la
pompa idrovora. In questo caso dei normali, periodici, classici cambi d'acqua riducono il progressivo aumento della concentrazione del nitrato.
Se modifico la fauna aggiungendo organismi vari ed in quantità con l'effetto di dover mantenere bassi livelli di nutrienti (da alcuni chiamati inquinanti: NO
3-, PO
43-...) diventa necessario un meccanismo che automaticamente elabora l'ammoniaca/ammonio per farne nitrato come un classico filtro ossidante ma, efficientemente, riduca il nitrato in una via diversa ---> azoto gassoso. Questo compito viene affidato ad un sistema filtrante riducente condotto da batteri anaerobi. Come fare, cosa serve? Si può pensare ad un canonico filtro ma modificato per ospitare certi batteri, ma è un sistema obsoleto forse o comunque non sempre efficiente. Serve qualcosa che, così come è, permetta l'insediamento di batteri diversi con diversi compiti e diverse condizioni ambientali richieste:
- la
roccia viva.
Cos'è? Si tratta di corallo (clade sclerattinie) che in vita si costruì un forte di carbonato di calcio e, da morto, si decompose solo per quanto riguarda le parti molle. Il risultato è una roccia microforata, porosa o con vere e poprie cavità ideale per i batteri di specie diverse.
Sulla superficie delle rocce, dove il flusso d'acqua porta ossigeno, è possibile l'ossidazione dell'ammonio ammoniaca e nitrito. Più all'interno, il prodotto pseudo finale nitrato torna ad essere diviso in ossigeno e azoto (magari il primo in altri composti, ma almeno l'azoto in forma gassosa eliminabile con gli scambi aria acqua).
Quante ne servono? E' famosa la regola 1 kg ogni 5 litri d'acqua. In realtà mi pare una generalizzazione. Esistono molti tipi di roccia di diversa qualità e peso specifico (che van di pari passo indirettamente proporzionale di solito). Alcune sono sassi, altre sono meraviglie porose. In ogni caso, lo spazio per i batteri sarà all'incirca proporzionale alla quantità di batteri necessaria o, da un altro punto di vista, potenzialmente producibili: in poche parole, con pochi pesci servono meno rocce, con troppi pesci forse non bastano nemmeno quelle che fisicamente entrano in vasca! Meglio in ogni caso abbondandare, che si sicuro non si sbaglia fino a certi limiti.
Altro sistema:
-
DSB
Un fondo spesso funziona come una roccia in sintesi, ma differisce negli sviluppi e caratteristiche. Il fondo superficiale ospita batteri aerobi, quello sotto invece possiede colonie anaerobiche.
Per funzionare bene ha bisogno di un ricco benthos, o fauna del fondo, che smuova lo stesso permettendo un continuo ma debole ricircolo di sostanze. In più, pare che risultati migliori si ottengano se in basso c'è del carbonato di calcio. Il motivo riguarda certe reazioni che avvengono in quel particolare ambiente, dove serve un tampone per il pH ma non solo.
Far funzionare un DSB prevede la presenza di abbondante microfauna, vermi etc. Non però pesci molesti. La mia coppia di pagliacci ha scavato quasi fino al vetro della base dell'acquario: che denitrificazione ci potrà mai essere in un fondo continuamente mosso, areato,...? Qualcosa fa, ma rischia solo di essere un produttore di nitrati senza riduzione alcuna.
Finchè sono pesci non è un problema, ma con molti coralli e certi organismi delicati è obbligatorio mantenere bassi i livelli dei nutrienti. Altrimenti muoiono o, più di frequente entro certi range, perdono la bella colorazione e riducono il tasso di crescita.
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Per ridurre il carico già in partenza esiste un accessorio detto skimmer=schiumatoio che rimuove meccanicamente materiale proteico, lipidi etc i quali aderiscono alla superficie di bollicine, e queste bolle cadono in una contenitore da pulire regolarmente.
Se però ho una vasca affollata di organismi esigenti in nutrizione e integrazione inorganica? Può mancare il calcio, il magnesio (o meglio bi/carbonati che si formano per stabilizzare il pH sopra 8), stronzio e vari altri. Esistono allo scopo sistemi meccanizzati di integrazione. Questo è un altro discorso però.
Se avendo spazio e voglia di ingegnarmi usassi più sistemi e tecniche potrei avere per la filtrazione delle vasche secondarie:
-
filtro ad alghe: utilizzando chaetomorfa o simili si adsorbono molti nutrienti. Bisogna allestire un nuovo acquarietto con ottima illuminazione.
-
filtro a fanghiglia: ancora per molti sperimentale, io personalmente lo sto producendo e provando in vari modi anche nel dolce, è in sostanza una vasca con uno strato di fango particolarissimo poichè ricco in biodiversità. Stimola plancton, microfauna bentonica, vegetazione ed altro alla crescita e contribuisce sia in parte come filtrazione che come fonte alimentare o altro ancora.
-
filtro a mangrovie: vasca secondaria con all'interno qualche giovane mangrovia in crescita, da cambiare ciclicamente per ovvi motivi di spazio.
- filtro a...
Come si può vedere, man mano che si è proseguiti nella lettura il livello di esigenze degli organismi è aumentato, così come la tecnica necessaria. Rimanendo con esseri viventi adattabili, e sono centinaia per l'acquario, non bisogna obbligatoriamente inserirsi nel mercato degli organi, ma lo si può prendere in considerazione per certi tipi di vasche
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Chiedo scusa per essermi dilungato e spero di essermi spiegato, perlomeno nel far capire che non bisogna generalizzare con: il marino si fa così, ma piuttosto è bene comprendere gli obiettivi e le reali necessità per raggiungerli.