Dani24 ha scritto: ↑Mi sembra di aver capito, per quanto riguarda l'assunzione di azoto, che ci sono piante che preferiscono l'ammonio e piante (più rare) che preferiscono i nitrati... Quest'ultime, per poter usare l'azoto, devono spendere energia per convertire nitrati in ammonio. Allora che senso ha preferire i nitrati?
Mi verrebbe da dire " de gustibus..." ma non mi sembra il caso

o forse no
Gli aspetti legati all'assimilazione dell'azoto da parte delle piante sono numerosi e spesso anche abbastanza complessi.
In estrema sintesi

limitando il ragionamento al mondo delle piante per acquari gli aspetti da considerare sono diversi.
Il primo aspetto è il seguente: la pianta deve essere capace di assorbire prioritariamente azoto in forma ammoniacale o azoto in forma di nitrato (lo stesso vale per i nitriti) e questo dipende dalle specie e dalla sua ecologia.
Le piante propriamente acquatiche possono assimilare entrambi e lo fanno soprattutto a livello fogliare (volendo anche con le radici, ma queste in acqua perdono di importanza nella nutrizione).
Nella colonna d'acqua la competizione per l'azoto tra piante e batteri vede le piante avvantaggiate e pertanto riescono a prendersi la forma che più gli piace e che richiede meno energie (NH4+).
In acqua però compaiono nuovi competitor 
le
alghe
Le
piante terrestri e anfibie assorbono l'azoto essenzialmente per via radicale e
nel mezzo semi-solido rappresentato dal
terreno la competizione per la forma energeticamente migliore di azoto vede prevalere i batteri rispetto alle piante.
Visto che il metabolismo ossidativo della ammonio batterico ha quale prodotto di scarto il nitrato le piante terrestri hanno basato la loro evoluzione sul nitrato.
Moltissime delle piante che alleviamo (o che cerchiamo) di allevare nei nostri acquari sono anfibie con una più o meno ampia tolleranza all'immersione. Quindi sono ecologicamente legate all'assimilazione dell'azoto in forma di nitrato. Essendo comunque anfibie posseggono tutta una serie di adattamenti che gli consentono di sfruttare l'ammonio al meglio (un esempio molto evidente è l'etorofillia: la differenza tra la forma delle foglie in acqua e quelle in aria).
Un altro aspetto molto importante è di natura biochimica.
A livello cellulare è più semplice trasportare/gestire il nitrato rispetto all'ammonio.
Se
pensiamo alla sola relazione tra NH4+ e pH capiamo il perchè. In una tipica cellula vegetale il pH esterno alla cellula è tendente all'acido; il pH interno del citoplasma è basico e spesso anche abbastanza; il pH dei vacuoli (principali organelli di accumulo di nutrienti) è acido (anche intorno a 5).
Ora si comprende come l'NH4+ mal si presta al trasporto e/o accumulo se si considera il suo equilibrio dipendente dal pH con l'NH3 tossico.
Infine, l'
accumulo intracellulare dell'anione nitrato NO3- è decisamente più facile da gestire come elettrolita. Può essere trasportato fuori e dentro la cellula bilanciando con numerosi e importanti cationi quali K+, H+, Na+, Mg2+, Fe++/+++, ecc.