Humboldt ha scritto: ↑Più o meno.
Le piante fanno la fotosintesi in presenza di luce (fotoni), CO
2 e H2O e producono carboidrati (glucosio) e O2.
La fotosintesi non è costante ma varia in funzione della disponibilità di fotoni (numero di fotoni - PAR) e di CO
2 (l'acqua in acquario non è un fattore limitante, ma per una pianta terrestre può esserlo). Insomma, la fotosintesi può andar veloce o lenta a seconda di quanti fotoni arrivano sulla pianta e di quanta CO
2 è disponibile. Se non ci sono fotoni non c'è fotosintesi (notte); se ci sono fotoni (giorno) la fotosintesi può esserci o può non esserci (to be or not to be ) a seconda di quanta CO
2 è disponibile.
Sia di giorno, in contemporanea con la fotosintesi, che di notte tutte le piante respirano... bruciano i carboidrati prodotti dalla fotosintesi insieme all'ossigeno e producono CO
2 e H2O.
Senza andare per le lunghe, in acquario come nella stragrande maggioranza degli ambienti acquatici naturali, il rilascio di CO
2 notturno come prodotto di scarto della respirazione delle piante è praticamente nullo o quasi. Soprattutto in considerazione del fatto che, la CO
2 prodotta dalla respirazione le piante se la tengono ben stretta all'interno. I responsabili dell'aumento notturno della CO
2 sono i batteri e gli animali (pesci, lumache, crostacei, ecc.). Lasciamo da parte l'equilibrio dei gas tra aria e acqua perchè questo agisce di continuo giorno e notte.
Diamo uno sguardo a cosa dice la Walstad nell'articolo sul portale
Una sintesi di «Ecologia dell'acquario di piante»
ed in particolare al Capitolo VI. Il carbonio al punto D. Le strategie delle piante per aumentare l’assorbimento di carbonio
(purtroppo non c'è l'intero paragrafo D nella sintesi, che nella versione inglese riporta molte utili informazioni, ma comunque la parte finale recita...)
"Ottenere il carbonio è spesso un problema per le piante acquatiche; per questo motivo molte di loro hanno ideato ingegnose strategie per aumentarne l’assorbimento. Ci sono cinque strategie conosciute: (1) stoccaggio della CO
2 come malato (acido malico); (2) rifissazione della CO
2 respirata; (3) assorbimento dei bicarbonati; (4) assorbimento del sedimento dalle radici; (5) crescita aerea."
Premetto, che quelle che erano 5 strategie ora sono un po di più, comunque vediamo alcune.
(1) stoccaggio della CO
2 come malato (acido malico).
per gli scafati in botanica questo sistema ricorda le piante CAM o il cosiddetto metabolismo acido delle crassulacee. Nelle piante acquatiche e in moltissime piante che si trovano per lunghi periodi sommerse questo processo prende vari nomi ma in genere reintra nella grande categoria delle AAM ovvero Metabolismo Acido delle Acquatiche. Di Notte, ops... è meglio dire al di fuori della fotosintesi, la CO
2 viene assimilata nella pianta legata all'acido malico e conservato il tutto nei vacuoli. Con la luce la CO
2 viene liberata da alcuni enzimi ed è disponibile già pronta nei tessuti della pianta per la fotosintesi.
(2) rifissazione della CO
2 respirata
questo meccanismo agisce alla luce ma soprattutto al buoi contribuisce a fornire altra CO
2 da legare all'acido malico. Inoltre, la CO
2 prodotta dalla respirazione tende a saturare i tessuti aerenchimatici (tessuti contenenti gas molto ricchi di spazi liberi - le piante acquatiche ne sono ricchissime sia per intrappolare la CO
2 che per galleggiare).
(4) assorbimento del sedimento dalle radici
Qui è importantissimo il substrato maturo e il mutualismo tra piante e batteri. Le piante liberano dalle radici zuccheri (piruvato) che attirano i batteri a svilupparsi intorno alle radici. Questi metabolizzano lo zucchero e produco CO
2 che viene prontamente assorbito dalla pianta. Se c'è luce viene trasportata per dar luogo alla fotosintesi, altrimenti viene accumulato o con il malato o nei tessuti aerenchimatici.
Si potrebbe continuare ancora con altri meccanismi, ma questi sono i principali.
Credo che mantenere un buon tenore di CO
2 in colonna anche nelle ore notturne faciliti di molto queste strategie notturne di assorbimento del carbonio.