avevo quasi in mente
Inviato: 12/09/2024, 0:13
ma non ho mica finito... seconda puntata della faccenda della valle...
a 12 anni ero per l'ennesima volta in quel posto assurdo (e lo dico come
se fossi ancora dodicenne), solo che stavolta mi stavo un po' annoiando;
ormai avevo esplorato tutto e non c'era alcun coetaneo con cui fare casino,
così divenni "amico" del pecoraio Simone, un 17enne sardo che lavorava per
Amedeo (il pecoraio capo, titolare della locanda)
era interessante: capivo la metà di ciò che diceva, ma quel poco che capivo
mi pareva importante... parlava quasi esclusivamente di pecore e di donne
(più di donne che di ovini, e a volte di motociclette) e pensavo che avesse
le idee chiare perché era quasi adulto
poi un giorno l'ho trovato che teneva un porcospino in braccio, come si
tiene i braccio un neonato: la bestiola sembrava dormire, ma poi lui ha
tirato fuori dalla tasca un coltello a serramanico e l'ha infilzato
lo spruzzo di sangue m'ha fatto inorridire: "che fai? sei matto?"... lui
mi ha guardato come se il pazzo fossi io e fa "stasera me lo mangio...
è buono!"
un selvaggio
e parlava delle donne proprio come un selvaggio, e dopo il porcospino
tutte le cose riguardanti le femmine per me erano idee sanguinolente;
non mi ha aiutato affatto scoprire qualche giorno dopo che esistessero
le mestruazioni
me l'ha spiegato la Pinuccia, la ragazza più bella che avessi mai visto in
vita mia
era la figlia di una signora genovese, ma oriunda del luogo, e avrà avuto
19 o 20anni; STU-PEN-DA (almeno per i canoni del '72), tipo questa...
ovviamente non è lei, ma quasi, e non era neanche una vera bionda (all'epoca
la depilazione delle ascelle e delle zone basse non era molto in voga)
ogni tanto faceva da babysitter al mio fratellino e lui aveva il permesso
di starle in braccio, toccarla e darle bacini; ero geloso da morire
ma comunque avevo il compito di farle da chaperon, perché tutte le sere
eserciti di ragazzotti del luogo sciamavano verso il bar dell'albergo solo
per lei; io non la mollavo un secondo e una sera lei si arrabbiò un sacco con
uno in particolare, che peraltro era anche poco molesto e tutt'altro che
antipatico
le chiesi cosa fosse successo e lei mi disse candidamente che era incavolata
perché il tizio le piaceva, ma che lei era già impegnata e che inoltre aveva
le "sue cose", e a mia innocente domanda (quali cose?) lei me lo spiegò
non è che non sapessi già come si fanno i bambini, ma la faccenda del ciclo
mi era del tutto nuova e mi sembrava un po' "splatter" (come diremmo oggi);
fatto sta che cominciai quell'estate ad interessarmi alle femmine in modo
diverso, e percepivo sia attrazione che pericolo, complici sia Simone che
la Pinuccia
il sanguinamento che significa vita e non morte mi affascinava, e arrivai
perfino a chiedere lumi alla mia mamma, la quale però mi disse (un po'
infastidita) che lei non le aveva più, le mestruazioni (dopo ho saputo che
quella settimana al Sant'Orsola non era per il mal di pancia ma che le
avevano fatto un'isterectomia per fibroma, a 32 anni), e ci rimasi male,
come se la mamma facesse parte del genere femminile ancora meno di
quanto già non l'avessi classificata come esclusa
la mamma è sempre la mamma!
[continua]
a 12 anni ero per l'ennesima volta in quel posto assurdo (e lo dico come
se fossi ancora dodicenne), solo che stavolta mi stavo un po' annoiando;
ormai avevo esplorato tutto e non c'era alcun coetaneo con cui fare casino,
così divenni "amico" del pecoraio Simone, un 17enne sardo che lavorava per
Amedeo (il pecoraio capo, titolare della locanda)
era interessante: capivo la metà di ciò che diceva, ma quel poco che capivo
mi pareva importante... parlava quasi esclusivamente di pecore e di donne
(più di donne che di ovini, e a volte di motociclette) e pensavo che avesse
le idee chiare perché era quasi adulto
poi un giorno l'ho trovato che teneva un porcospino in braccio, come si
tiene i braccio un neonato: la bestiola sembrava dormire, ma poi lui ha
tirato fuori dalla tasca un coltello a serramanico e l'ha infilzato
lo spruzzo di sangue m'ha fatto inorridire: "che fai? sei matto?"... lui
mi ha guardato come se il pazzo fossi io e fa "stasera me lo mangio...
è buono!"
un selvaggio
e parlava delle donne proprio come un selvaggio, e dopo il porcospino
tutte le cose riguardanti le femmine per me erano idee sanguinolente;
non mi ha aiutato affatto scoprire qualche giorno dopo che esistessero
le mestruazioni
me l'ha spiegato la Pinuccia, la ragazza più bella che avessi mai visto in
vita mia
era la figlia di una signora genovese, ma oriunda del luogo, e avrà avuto
19 o 20anni; STU-PEN-DA (almeno per i canoni del '72), tipo questa...
ovviamente non è lei, ma quasi, e non era neanche una vera bionda (all'epoca
la depilazione delle ascelle e delle zone basse non era molto in voga)
ogni tanto faceva da babysitter al mio fratellino e lui aveva il permesso
di starle in braccio, toccarla e darle bacini; ero geloso da morire
ma comunque avevo il compito di farle da chaperon, perché tutte le sere
eserciti di ragazzotti del luogo sciamavano verso il bar dell'albergo solo
per lei; io non la mollavo un secondo e una sera lei si arrabbiò un sacco con
uno in particolare, che peraltro era anche poco molesto e tutt'altro che
antipatico
le chiesi cosa fosse successo e lei mi disse candidamente che era incavolata
perché il tizio le piaceva, ma che lei era già impegnata e che inoltre aveva
le "sue cose", e a mia innocente domanda (quali cose?) lei me lo spiegò
non è che non sapessi già come si fanno i bambini, ma la faccenda del ciclo
mi era del tutto nuova e mi sembrava un po' "splatter" (come diremmo oggi);
fatto sta che cominciai quell'estate ad interessarmi alle femmine in modo
diverso, e percepivo sia attrazione che pericolo, complici sia Simone che
la Pinuccia
il sanguinamento che significa vita e non morte mi affascinava, e arrivai
perfino a chiedere lumi alla mia mamma, la quale però mi disse (un po'
infastidita) che lei non le aveva più, le mestruazioni (dopo ho saputo che
quella settimana al Sant'Orsola non era per il mal di pancia ma che le
avevano fatto un'isterectomia per fibroma, a 32 anni), e ci rimasi male,
come se la mamma facesse parte del genere femminile ancora meno di
quanto già non l'avessi classificata come esclusa
la mamma è sempre la mamma!
[continua]