Re: 11 Settembre 2001, Che idea vi siete fatti?
Inviato: 05/12/2015, 8:15
Allora, mi sono documentato un pochino e ho fatto dei conti.
Vi propongo:
1. una precisazione sulla velocità limite di caduta in aria
2. un argomento euristico per stabilire qualche stima della dinamica di rallentamento di una caduta in aria
3. una mia personale conclusione
1. Velocità limite di caduta in aria
Un oggetto che cade in un mezzo viscoso - come l'aria - subisce due tipi di "rallentamento": attrito viscoso e resistenza aerodinamica. Il primo è dominante solo per velocità molto basse (per capirci... bisognerebbe dire per bassissimi numeri di Reynolds), il secondo diventa dominante per velocità più alte, che sono quelle che ci interessano. L'espressione della resistenza aerodinamica, come già accennato da Rox, prevede una dipendenza dal quadrato della velocità:
Fd = k*v2
dove k è il coefficiente di resistenza idraulica, che dipende dalla densità del mezzo (d), dalla sezione del corpo in direzione trasversale al moto (S) e dal coefficiente di resistenza aerodinamica (Cd, quello che molti conoscono come "coefficiente di penetrazione", il famoso Cx):
k = d*S*Cd/2
Gli indici "d" in pedice
Su un corpo (non necessariamente umano
) in caduta in aria agiscono, sostanzialmente, la forza di gravità e questa forza di resistenza:
Ftot = m*a = m*g - k*v2
Questa equazione (differenziale), risolta per la velocità, fornisce:
v(t) = √(m*g/k) tanh(√(k*g/m) * t)
Dove tanh è la funzione "tangente iperbolica". Questa funzione ha la bellissima caratteristica di assomigliare ad una retta inclinata quando si è vicini allo zero, e di assomigliare ad una retta orizzontale quando ci si allontana: in sostanza la velocità in funzione del tempo inizialmente aumenta di pari passo con lo scorrere del tempo, ma subito inizia ad aumentare sempre meno, avvicinandosi sempre più (e senza mai superare) il famoso valore limite.
Dato che la tangente iperbolica, da sola, si avvicina sempre più al valore 1, dalla nostra legge oraria della velocità abbiamo che quest'ultima si avvicina sempre più al valore:
vl = √(m*g/k) = √(2*m*g/(d*S*Cd))
Oh! Questo è molto interessante!
Si vedono varie cose, ma queste secondo me sono le più importanti:
a) la velocità limite è tanto più grande quanto maggiore è la massa del corpo
b) la velocità limite è tanto più piccola quanto maggiore è la sezione del corpo in direzione trasversale al moto
...che ci consentono di capire, ad esempio, perché è una buona idea aprire il paracadute (aumentare la sezione) per fare un atterraggio morbido, e perché per un omino giocattolo basta questo:
mentre per l'Apollo 11 (al rientro dalla sua "gita" - più lunga per alcuni, più corta per altri
) ci sono voluti questi:
Ok. Ci siamo?
Alcuni esempi, e andiamo al punto. Tutte le velocità sono arrotondate ferocemente visto che la stima dei coefficienti di penetrazione è davvero arbitraria (1.15 per la monetina, 3 in tutti gli altri casi per avere una sottostima).
Monetina da un centesimo (contando che pesi 5 grammi e abbia una sezione di 1 cm2) che cade di faccia: ~90Km/h
Qui le velocità sono in metri al secondo, sull'asse orizzontale il tempo è in secondi.
I cubi di cemento più grossi cadono, in pratica, come nel vuoto.
Vediamo le distanze percorse:
La curva azzurra rappresenta la caduta nel vuoto (400 metri percorsi in 9 secondi netti, sicuramente un primato!).
Seguono a ruota il cubo di 1 metro di lato (2,4 ton, curva blu, 9,5 secondi) e quello di 50cm di lato (300Kg, curva verde, 10 secondi).
Dopo 7 secondi arriva la monetina (curva rossa).
Le curve tratteggiate ci servono nella seconda parte.
2. Rallentamento della caduta in aria
Ora, prendendo per buono che il grosso del crollo abbia causato una frantumazione di tutta la massa dell'edificio in blocchi come il nostro da 300Kg, senza nessuna ricompattazione (mi pare un'assunzione follemente prudenziale - meraviglioso ossimoro) bisogna ora giustificare come si passa dai 10 secondi attesi a... quanto vogliamo fare? 11, 12, 13, 14....?
Propongo il seguente approccio euristico: prendiamo la nostra legge oraria e modifichiamo l'accellerazione di gravità g, assumendo un valore inferiore. E' quello che mostrano le curve tratteggiate del grafico:
- 46% di g ==> 14 secondi
- 53% di g ==> 13 secondi
- 63% di g ==> 12 secondi
- 74% di g ==> 11 secondi
Queste dinamiche "realizzano" di fatto una caduta in aria libera (non nel vuoto) ma sotto l'ulteriore azione di una forza media che contrasta la caduta.
Per stimare questa forza bisogna stimare la massa a cui essa si applica. Una massa piuttosto immane - almeno una decina di piani - e che cresce man mano che progredisce il crollo.
Pare che una singola torre si attesti sulle 450.000 tonnellate, divisa in 110 piani. Facciamo 4.000 tonnellate ogni piano, sono come minimo un maglio di 40.000 tonnellate che si abbatte sui piani sottostanti. Una quota parte di questo peso deve essere contrastato (secondo le percentuali che abbiamo detto) per rallentarne la caduta.
Ora, ciascuno dei piani sottostanti quanto sovraccarico può reggere?
Io non so nulla di ingegneria strutturale ma scommetto che una soletta non regge carichi (aggiunti al suo stesso peso) superiori a un migliaio di N per metro quadrato (mi sembra già tanto). Le torri gemelle erano quadrate, di 70 metri di lato. Fanno 4.900 m2, e quindi 4.900 tonnellate di sovraccarico, sopra il quale la soletta cede. Vogliamo raddoppiare? 10.000 tonnellate? A me sembra uno sproposito, ma non ho nessuna sensibilità.
Guarda caso, è il 25% della massa di 40.000 tonnellate in caduta, che ad ogni piano che salta diventa sempre più grossa.
E il fenomeno accelera.
Questa dinamica di crollo coinvolge le solette, non i piloni, che devono essere rimasti in piedi un po', per poi crollare sotto delle inevitabili spinte laterali. Vi risulta?
Dunque... verrebbe da chiedersi come mai ci hanno messo così tanto, così tanto più di 10-11 secondi (74% di g, ovvero una resistenza strutturale in grado di opporre 1/4 di g al grave in caduta).
3. La mia conclusione
Non so se tutto il mio ragionamento fila perfettamente (diciamo che mi convince abbastanza) e soprattutto se non esistono altri argomenti rilevanti per dubitare del crollo senza esplosivo. Ma secondo me l'argomento che dice che il tempo di caduta libera doveva essere molto superiore è scorretto, questo senza dubbio.
Poi ci saranno altri motivi per dubitare... e chi lo può negare.
Ma incominciamo a vedere se siamo d'accordo sulla velocità limite e le altre cose (secondo me elementari, non essendo capace di niente di meglio) che ho esposto.
Vi propongo:
1. una precisazione sulla velocità limite di caduta in aria
2. un argomento euristico per stabilire qualche stima della dinamica di rallentamento di una caduta in aria
3. una mia personale conclusione
1. Velocità limite di caduta in aria
Un oggetto che cade in un mezzo viscoso - come l'aria - subisce due tipi di "rallentamento": attrito viscoso e resistenza aerodinamica. Il primo è dominante solo per velocità molto basse (per capirci... bisognerebbe dire per bassissimi numeri di Reynolds), il secondo diventa dominante per velocità più alte, che sono quelle che ci interessano. L'espressione della resistenza aerodinamica, come già accennato da Rox, prevede una dipendenza dal quadrato della velocità:
Fd = k*v2
dove k è il coefficiente di resistenza idraulica, che dipende dalla densità del mezzo (d), dalla sezione del corpo in direzione trasversale al moto (S) e dal coefficiente di resistenza aerodinamica (Cd, quello che molti conoscono come "coefficiente di penetrazione", il famoso Cx):
k = d*S*Cd/2
Gli indici "d" in pedice
Su un corpo (non necessariamente umano

Ftot = m*a = m*g - k*v2
Questa equazione (differenziale), risolta per la velocità, fornisce:
v(t) = √(m*g/k) tanh(√(k*g/m) * t)
Dove tanh è la funzione "tangente iperbolica". Questa funzione ha la bellissima caratteristica di assomigliare ad una retta inclinata quando si è vicini allo zero, e di assomigliare ad una retta orizzontale quando ci si allontana: in sostanza la velocità in funzione del tempo inizialmente aumenta di pari passo con lo scorrere del tempo, ma subito inizia ad aumentare sempre meno, avvicinandosi sempre più (e senza mai superare) il famoso valore limite.
Dato che la tangente iperbolica, da sola, si avvicina sempre più al valore 1, dalla nostra legge oraria della velocità abbiamo che quest'ultima si avvicina sempre più al valore:
vl = √(m*g/k) = √(2*m*g/(d*S*Cd))
Oh! Questo è molto interessante!
Si vedono varie cose, ma queste secondo me sono le più importanti:
a) la velocità limite è tanto più grande quanto maggiore è la massa del corpo
b) la velocità limite è tanto più piccola quanto maggiore è la sezione del corpo in direzione trasversale al moto
...che ci consentono di capire, ad esempio, perché è una buona idea aprire il paracadute (aumentare la sezione) per fare un atterraggio morbido, e perché per un omino giocattolo basta questo:
mentre per l'Apollo 11 (al rientro dalla sua "gita" - più lunga per alcuni, più corta per altri

Ok. Ci siamo?
Alcuni esempi, e andiamo al punto. Tutte le velocità sono arrotondate ferocemente visto che la stima dei coefficienti di penetrazione è davvero arbitraria (1.15 per la monetina, 3 in tutti gli altri casi per avere una sottostima).
Monetina da un centesimo (contando che pesi 5 grammi e abbia una sezione di 1 cm2) che cade di faccia: ~90Km/h
- Uomo in posizione del paracadutista (orizzontale): ~100 Km/h
- Uomo in posizione "a candela": ~300Km/h
- Cubo di cemento armato di 50 cm di lato (300Kg): ~400Km/h
- Cubo di cemento armato di 1 m di lato (2400Kg): ~400Km/h
- Cubo di cemento armato di 2 m di lato (19,2 ton): ~600Km/h
- Cubo di cemento armato di 5 m di lato (300 ton): ~900Km/h
- Cubo di cemento armato di 10 m di lato (2400 ton): ~1200Km/h
Qui le velocità sono in metri al secondo, sull'asse orizzontale il tempo è in secondi.
I cubi di cemento più grossi cadono, in pratica, come nel vuoto.
Vediamo le distanze percorse:
La curva azzurra rappresenta la caduta nel vuoto (400 metri percorsi in 9 secondi netti, sicuramente un primato!).
Seguono a ruota il cubo di 1 metro di lato (2,4 ton, curva blu, 9,5 secondi) e quello di 50cm di lato (300Kg, curva verde, 10 secondi).
Dopo 7 secondi arriva la monetina (curva rossa).
Le curve tratteggiate ci servono nella seconda parte.
2. Rallentamento della caduta in aria
Ora, prendendo per buono che il grosso del crollo abbia causato una frantumazione di tutta la massa dell'edificio in blocchi come il nostro da 300Kg, senza nessuna ricompattazione (mi pare un'assunzione follemente prudenziale - meraviglioso ossimoro) bisogna ora giustificare come si passa dai 10 secondi attesi a... quanto vogliamo fare? 11, 12, 13, 14....?
Propongo il seguente approccio euristico: prendiamo la nostra legge oraria e modifichiamo l'accellerazione di gravità g, assumendo un valore inferiore. E' quello che mostrano le curve tratteggiate del grafico:
- 46% di g ==> 14 secondi
- 53% di g ==> 13 secondi
- 63% di g ==> 12 secondi
- 74% di g ==> 11 secondi
Queste dinamiche "realizzano" di fatto una caduta in aria libera (non nel vuoto) ma sotto l'ulteriore azione di una forza media che contrasta la caduta.
Per stimare questa forza bisogna stimare la massa a cui essa si applica. Una massa piuttosto immane - almeno una decina di piani - e che cresce man mano che progredisce il crollo.
Pare che una singola torre si attesti sulle 450.000 tonnellate, divisa in 110 piani. Facciamo 4.000 tonnellate ogni piano, sono come minimo un maglio di 40.000 tonnellate che si abbatte sui piani sottostanti. Una quota parte di questo peso deve essere contrastato (secondo le percentuali che abbiamo detto) per rallentarne la caduta.
Ora, ciascuno dei piani sottostanti quanto sovraccarico può reggere?
Io non so nulla di ingegneria strutturale ma scommetto che una soletta non regge carichi (aggiunti al suo stesso peso) superiori a un migliaio di N per metro quadrato (mi sembra già tanto). Le torri gemelle erano quadrate, di 70 metri di lato. Fanno 4.900 m2, e quindi 4.900 tonnellate di sovraccarico, sopra il quale la soletta cede. Vogliamo raddoppiare? 10.000 tonnellate? A me sembra uno sproposito, ma non ho nessuna sensibilità.
Guarda caso, è il 25% della massa di 40.000 tonnellate in caduta, che ad ogni piano che salta diventa sempre più grossa.
E il fenomeno accelera.
Questa dinamica di crollo coinvolge le solette, non i piloni, che devono essere rimasti in piedi un po', per poi crollare sotto delle inevitabili spinte laterali. Vi risulta?
Dunque... verrebbe da chiedersi come mai ci hanno messo così tanto, così tanto più di 10-11 secondi (74% di g, ovvero una resistenza strutturale in grado di opporre 1/4 di g al grave in caduta).
3. La mia conclusione
Non so se tutto il mio ragionamento fila perfettamente (diciamo che mi convince abbastanza) e soprattutto se non esistono altri argomenti rilevanti per dubitare del crollo senza esplosivo. Ma secondo me l'argomento che dice che il tempo di caduta libera doveva essere molto superiore è scorretto, questo senza dubbio.
Poi ci saranno altri motivi per dubitare... e chi lo può negare.
Ma incominciamo a vedere se siamo d'accordo sulla velocità limite e le altre cose (secondo me elementari, non essendo capace di niente di meglio) che ho esposto.