Gli acquari di acqua salata privi di coralli esistono, si chiamano acquari marini

, sono popolati solo da pesci, molto spesso specie incompatibili con i coralli, e andavano per la maggiore 30/40 anni fa.
Gli acquari di barriera si chiamano così perché tentano di riprodurre un angolo di barriera corallina, costituita notoriamente da coralli molli, duri, a polipo piccolo, a polipo grande, più tutta una biodiversità di organismi. Le barriere non sono tutte uguali ed a loro volta presentano zone differenti (laguna, cresta del reef, atolli ecc) che differiscono oltre che nella morfologia anche per tipologia di organismi ospitati. A esempio nella laguna prevalgono coralli meno bisognosi di corrente, tipo corali molli o lps, sulla cresta prevalgono i coralli a polipo piccolo che amano forte moto ondoso ecc ecc ecc.
Quando ci cimentiamo a simulare tali ambienti, commettiamo molti errori, uno fra tutti tentare di far convivere animali che arrivano da zone, profondità e perfino valori dell’acqua differenti. Ma loro sono gentili con noi e molto spesso si adattano. A qualcuno riesce persino di inserire pesci che sii alimentano di coralli, perché talvolta, viziati dal nostro mangime, si limitano a pizzicarli solo un po’. A volte si è meno fortunati…
Di questo e’ fatto il nostro hobby, ma tenendo conto che tutti i miei coralli sono talee di coralli riprodotti da altri appassionati, e che come ho tentato di spiegare è possibile creare una bella vasca senza svenarsi od impazzire dietro alla tecnica, non credo che alla resa dei conti acquari in “stile” olandese o giapponese, o di soli discus, siano molto più semplici ed economici da gestire.
Circa l’ utilizzo di acqua di osmosi: con un impianto da poche decine di euro, e avendo cura di riutilizzare (non sprecare) l’acqua di scarto, fin quando l’ acqua potabile costa 0,02 cent/euro al litro, non mi pare ci siano problemi veri.
In passato ho provato ad utilizzare acqua potabile, anche di fonte, senza trattarla, ma alla lunga sono sempre sorti problemi.