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- Sini
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Questa sera Graal, del Birrificio Farnese (Parma).
Graal viene definita una Belgian Strong Ale.
7% vol alcolico.
Colore dorato, schiuma abbondante, bianca e persistente.
Aroma di frutta, miele e frumento.
Al palato si presenta discretamente complessa: nuovamente miele e frumento, accompagnato dal luppolo.
Finale secco e gradevole, buona carbonazione.
L'alcol non si sente in gola... ma in testa sì!!!
Graal viene definita una Belgian Strong Ale.
7% vol alcolico.
Colore dorato, schiuma abbondante, bianca e persistente.
Aroma di frutta, miele e frumento.
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Finale secco e gradevole, buona carbonazione.
L'alcol non si sente in gola... ma in testa sì!!!
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- Sini
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L'abbazia trappista di Scourmont sorge al confine con la Francia, a sud di Chimay.
E' stata fondata nel 1850 da monaci provenienti da Westvleteren.
Iniziarono fin dai primi anni a produrre e vendere birra; di fatto, fu la prima birra trappista.
Attualmente il monastero produce quattro birre, che si distinguono dal colore del tappo: la blu, la rossa, la bianca e la dorè.
La blu.
9% vol alcolico.
Color tonaca di frate con riflessi rossastri.
Schiuma ocra, compatta e cremosa (una meraviglia).
All'olfatto: frutta (prugne? Uvetta?), caramello, zucchero vanigliato.
Al palato: nuovamente caramello e biscotto.
In bocca è rotonda, leggermente carbonata.
L'alcol non si sente per nulla.
Ottima birra.
La rossa.
7% vol.
Il colore è più scuro della precedente, ma ugualmente piacevole.
La schiuma di qualità: ocra, cremosa e persistente.
Al naso presenta frutta, malto e caramello; forse note di caffè e cioccolato...
Al palato nuovamente caramello, con diverse sfumature.
Più secca della precedente, lascia un piacevole retrogusto maltato.
Leggermente astringente.
Preferisco la prima, anche se con queste birre non mi va tanto di fare il difficile...
E' stata fondata nel 1850 da monaci provenienti da Westvleteren.
Iniziarono fin dai primi anni a produrre e vendere birra; di fatto, fu la prima birra trappista.
Attualmente il monastero produce quattro birre, che si distinguono dal colore del tappo: la blu, la rossa, la bianca e la dorè.
La blu.
9% vol alcolico.
Color tonaca di frate con riflessi rossastri.
Schiuma ocra, compatta e cremosa (una meraviglia).
All'olfatto: frutta (prugne? Uvetta?), caramello, zucchero vanigliato.
Al palato: nuovamente caramello e biscotto.
In bocca è rotonda, leggermente carbonata.
L'alcol non si sente per nulla.
Ottima birra.
La rossa.
7% vol.
Il colore è più scuro della precedente, ma ugualmente piacevole.
La schiuma di qualità: ocra, cremosa e persistente.
Al naso presenta frutta, malto e caramello; forse note di caffè e cioccolato...
Al palato nuovamente caramello, con diverse sfumature.
Più secca della precedente, lascia un piacevole retrogusto maltato.
Leggermente astringente.
Preferisco la prima, anche se con queste birre non mi va tanto di fare il difficile...
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- Questi utenti hanno ringraziato Sini per il messaggio:
- FrancescoFabbri (11/05/2017, 21:34)
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- Sini
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Roncole Verdi, un tempo, era Roncole di Busseto.
Poi ci nacque Giuseppe Verdi...
e divenne Roncole Verdi.
Si può ancora visitare la casa natale del musicista.
Ma questo paesino è anche noto per essere stato il luogo d'elezione di uno dei più importanti giornalisti italiani, Giovannino Guareschi...
... l'autore dei celebri don Camillo e Peppone.
Accanto alla casa di Verdi c'è il caffè Guareschi, aperto dallo scrittore.
Dietro al caffè c'è il museo Guareschi e, in fondo alla via, la casa che Giovannino costruì, l'Incompiuta.
Ma a Roncole Verdi, dal 2007, c'è anche il Birrificio del Ducato.
Di questo birrificio è la Winterlude, belgian triple con 8.8% vol di alcol.
Appena versata si presenta con un bel colore arancione ed una schiuma abbondante, fine e persistente.
Al naso miele (acacia?) e frutta.
Idem al palato, con un finale secco (piuttosto a sorpresa), amaricato ed alcolico.
Questa birra prende il nome da una (lagnosa) canzone di Bob Dylan:
Altro prodotto del Birrificio del Ducato è la Chimera, belgian strong ale, 8% vol.
Color tonaca di frate, ha (almeno per quanto riguarda la bottiglia che ho aperto io...) una schiuma color ocra, scarsa e poco persistente.
Al naso propone caffè e malto tostato, ciliegie e prugne.
Al palato miele e frutta, con un finale secco.
Ottima da sola, ma anche accompagnata con formaggi stagionati e saporiti.
Poi ci nacque Giuseppe Verdi...
e divenne Roncole Verdi.
Si può ancora visitare la casa natale del musicista.
Ma questo paesino è anche noto per essere stato il luogo d'elezione di uno dei più importanti giornalisti italiani, Giovannino Guareschi...
... l'autore dei celebri don Camillo e Peppone.
Accanto alla casa di Verdi c'è il caffè Guareschi, aperto dallo scrittore.
Dietro al caffè c'è il museo Guareschi e, in fondo alla via, la casa che Giovannino costruì, l'Incompiuta.
Ma a Roncole Verdi, dal 2007, c'è anche il Birrificio del Ducato.
Di questo birrificio è la Winterlude, belgian triple con 8.8% vol di alcol.
Appena versata si presenta con un bel colore arancione ed una schiuma abbondante, fine e persistente.
Al naso miele (acacia?) e frutta.
Idem al palato, con un finale secco (piuttosto a sorpresa), amaricato ed alcolico.
Questa birra prende il nome da una (lagnosa) canzone di Bob Dylan:
Altro prodotto del Birrificio del Ducato è la Chimera, belgian strong ale, 8% vol.
Color tonaca di frate, ha (almeno per quanto riguarda la bottiglia che ho aperto io...) una schiuma color ocra, scarsa e poco persistente.
Al naso propone caffè e malto tostato, ciliegie e prugne.
Al palato miele e frutta, con un finale secco.
Ottima da sola, ma anche accompagnata con formaggi stagionati e saporiti.
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- Sini
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Ah, sei tornato!
Mi sei mancato...

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- Sini
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Ok, lascia il bicchiere e scrivi.

Se ricordo bene hai fatto un corso con il Kuaska...
Ci racconti?

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- Ananas
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Mah... l'anno chiamata una masterclass e ad essere sincero cosa sia una masterclass devo ancora capirlo! In pratica kuaska ha parlato un po' a caso di birra in generale e abbiamo degustato una (una!!?!?!?) birra. Di ciò che ha detto direi che i punti più interessanti sono stati due: le Italian Grape Ale, le birre di mosto d'uva (http://www.cronachedibirra.it/birre/127 ... -dal-bjcp/) e le saison. Le prime non sono state approfondite ma solo citate ma sono alla ricerca di trovarne una da assaggiare! Delle seconde se ne è parlato un pelo di più: in pratica ho capito cosa non mi piace delle Saison che ho assaggiato finora (eccetto una): devono sentirsi i sapori delle coltivazioni del periodo e della regione di provenienza (e di solito non sanno da nulla) e devono essere un po' sbagliate (terrigne rustiche magari ricordare le acide e/o a fermentazione spontanea). Erano birre che i contadini facevano in autunno con quel che avevano e alla buona con competenze contadine e senza chissà quale definizione. Questa rusticità non si trova nelle saison che ho assaggiato (una almeno parzialmente a parte)
- Sini
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Oggi parliamo del colore della birra.
Cominciamo con due premesse:
1) il colore della birra dipende dal malto e dal suo livello di tostatura;
2) il colore della birra non ha nulla a che fare con il tasso alcolico. Non è vero che le birre più chiare siano più «leggere», e viceversa.
Il primo a dare una misura al colore della birra fu il birraio britannico Joseph Williams Lovibond (1833–1918).
Durante una visita alla cattedrale di Salisbury ebbe l'idea di misurare il colore della birra utilizzando dei vetri colorati.
Il metodo Lovibond aveva però il difetto di essere piuttosto soggettivo.
Pensate a quando un acquariofilo guarda la provetta per il test dei fosfati e non riesce a capire a quale valore corrisponde il colore... sarebbe più facile (e oggettivo) usare un fotometro.
Così nel 1950 l'American Society of Brewing Chemists (Associazione Statunitense dei chimici della birra) decise di utilizzare il fotometro per misurare il colore della birra.
Nacque così lo Standard Reference Method (SRM).
La scala SRM misura quanta luce con lunghezza d'onda 430 nanometri passa attraverso 1/2 centimetro di birra all'interno di un fotometro.
La scala SRM corrisponde grossomodo ai gradi Lovibond.
Parallelamente (e contemporaneamente) gli europei svilupparono l'European Brewing Convention (EBC).
L'EBC funziona come l'SRM; l'unica differenza è che la luce (sempre a 430 nm) deve attraversare 1 centimetro di birra (anziché mezzo). Quindi la scala EBC ha valori doppi rispetto alla scala SRM.
Qui sotto potete vedere una immagine di confronto tra i tre metodi: Lovibond, SRM e EBC.
Per quanto riguarda i descrittori abbiamo: giallo paglierino (<12 EBC); dorato (13<20); ambrato, rubino, mogano (21<30); tonaca di frate, marrone (31<39); nero (>40).
Cominciamo con due premesse:
1) il colore della birra dipende dal malto e dal suo livello di tostatura;
2) il colore della birra non ha nulla a che fare con il tasso alcolico. Non è vero che le birre più chiare siano più «leggere», e viceversa.
Il primo a dare una misura al colore della birra fu il birraio britannico Joseph Williams Lovibond (1833–1918).
Durante una visita alla cattedrale di Salisbury ebbe l'idea di misurare il colore della birra utilizzando dei vetri colorati.
Il metodo Lovibond aveva però il difetto di essere piuttosto soggettivo.
Pensate a quando un acquariofilo guarda la provetta per il test dei fosfati e non riesce a capire a quale valore corrisponde il colore... sarebbe più facile (e oggettivo) usare un fotometro.
Così nel 1950 l'American Society of Brewing Chemists (Associazione Statunitense dei chimici della birra) decise di utilizzare il fotometro per misurare il colore della birra.
Nacque così lo Standard Reference Method (SRM).
La scala SRM misura quanta luce con lunghezza d'onda 430 nanometri passa attraverso 1/2 centimetro di birra all'interno di un fotometro.
La scala SRM corrisponde grossomodo ai gradi Lovibond.
Parallelamente (e contemporaneamente) gli europei svilupparono l'European Brewing Convention (EBC).
L'EBC funziona come l'SRM; l'unica differenza è che la luce (sempre a 430 nm) deve attraversare 1 centimetro di birra (anziché mezzo). Quindi la scala EBC ha valori doppi rispetto alla scala SRM.
Qui sotto potete vedere una immagine di confronto tra i tre metodi: Lovibond, SRM e EBC.
Per quanto riguarda i descrittori abbiamo: giallo paglierino (<12 EBC); dorato (13<20); ambrato, rubino, mogano (21<30); tonaca di frate, marrone (31<39); nero (>40).
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Oggi, per cambiare, una birra bavarese: Norbertus Kardinal.
Verso la fine del 1600 la birreria Aulendorf-Oberschwaben cominciò le antiche birre monastiche quaresimali; erano birre che dovevano sostenere il lavoro quotidiano nonostante il digiuno del periodo penitenziale pre-pasquale.
Nacque così la Norbertus, birra quaresimale dedicata a Norbertus di Xanten, arcivescovo di Magdeburgo e fondatore dell'ordine premonstratense.
Oggi la Norbertus viene prodotta dal birrificio Allgaeuer di Kempten.
L'azienda tiene a sottolineare che la birra è prodotta (come quasi tutte, in Germania) secondo l'Editto della purezza del 1516, ossia solamente con acqua, lieviti selezionati e luppolo. Per me non è certo un vanto, nè dal punto birrario, nè perché non amo il rigore luterano.
La Norbertus Kardinal ha un volume alcolico del 7.5%.
Schiuma bianca, fine e persistente.
Colore ambrato scuro, tendente al rosso.
Al naso malto, malto e malto, con un tocco fragrante di biscotto.
In bocca, oltre al malto, una punta di caramello.
Corpo pieno, leggera carbonazione.
Retrogusto dolce e luppolato.
Sinceramente? W il Belgio e l'impurezza!
Verso la fine del 1600 la birreria Aulendorf-Oberschwaben cominciò le antiche birre monastiche quaresimali; erano birre che dovevano sostenere il lavoro quotidiano nonostante il digiuno del periodo penitenziale pre-pasquale.
Nacque così la Norbertus, birra quaresimale dedicata a Norbertus di Xanten, arcivescovo di Magdeburgo e fondatore dell'ordine premonstratense.
Oggi la Norbertus viene prodotta dal birrificio Allgaeuer di Kempten.
L'azienda tiene a sottolineare che la birra è prodotta (come quasi tutte, in Germania) secondo l'Editto della purezza del 1516, ossia solamente con acqua, lieviti selezionati e luppolo. Per me non è certo un vanto, nè dal punto birrario, nè perché non amo il rigore luterano.
La Norbertus Kardinal ha un volume alcolico del 7.5%.
Schiuma bianca, fine e persistente.
Colore ambrato scuro, tendente al rosso.
Al naso malto, malto e malto, con un tocco fragrante di biscotto.
In bocca, oltre al malto, una punta di caramello.
Corpo pieno, leggera carbonazione.
Retrogusto dolce e luppolato.
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