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- Sini
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A Riccione c'è il ristorante-birreria Hops.
Un ristorante che brassa la sua propria birra, una soluzione che vorremmo vedere più spesso.
Hops chiara
6.5% vol.
Dorata; schiuma bianca, fine, poco pesistente.
Profumi di luppolo e coriandolo (forse sambuco?).
Al palato aggiunge il malto; finale secco, un pò vuoto.
Buona carbonazione.
Adatta a cibi freschi, estivi.
Hops ambrata
6% vol.
Color mogano.
Schiuma fine e cremosa, ocra, persistente.
Profumo dolce, di malto.
Anche in bocca, con punte di caramello.
Retrogusto amaricato, leggermente astringente.
Rotonda, con buona carbonazione.
Adatta a cibi speziati e piccanti.
Un ristorante che brassa la sua propria birra, una soluzione che vorremmo vedere più spesso.
Hops chiara
6.5% vol.
Dorata; schiuma bianca, fine, poco pesistente.
Profumi di luppolo e coriandolo (forse sambuco?).
Al palato aggiunge il malto; finale secco, un pò vuoto.
Buona carbonazione.
Adatta a cibi freschi, estivi.
Hops ambrata
6% vol.
Color mogano.
Schiuma fine e cremosa, ocra, persistente.
Profumo dolce, di malto.
Anche in bocca, con punte di caramello.
Retrogusto amaricato, leggermente astringente.
Rotonda, con buona carbonazione.
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Noi, un branco di morti di fame che potano con le unghie...
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- FrancescoFabbri
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Sabato sera ho avuto l'occasione di assaggiare la Yakima red, sempre dello stesso birrificio Meantime.
Perché torno di nuovo a parlare di questo birrificio? Semplicemente perché su internet si parla di questa birra come se fosse un qualcosa di sorprendente, dal gusto ricercato e molto equilibrato. Ero deciso ad assaggiarla a tutti i costi, volevo infatti provare ad apprezzare tutte le qualità che vengono sbandierate in rete.
Alla fine però vi svelerò un segreto...
La Yakima red è una birra prodotta dal mastro birraio Peter Schmidt (di origini americane, a dispetto del nome) che ha voluto proporre l'idea della sua birra ideale. Il segno più tangibile di tale ideologia è la nuova birra, che già dal nome racconta molto di sé stessa. Si tratta di una red ale da 4,4 gradi pensata per dare il maggior risalto possibile ai luppoli che crescono nella Yakima Valley, nello stato di Washington, in una delle aree più importanti al mondo per la coltivazione di questa pianta. Per questo a differenza di quanto non avvenga normalmente per le IPA, il corpo, il tenore alcolico e l'amaro sono stati tenuti piuttosto bassi in modo da permettere al birraio di lavorare sull'aromaticità dei luppoli. In particolare la sua ricetta comprende 5 luppoli americani (più precisamente le varietà: Cascade, Citra, Centennial, Amarillo, Simcoe) e vari malti inglesi.
Aspetto:
La birra è di un bel tono rubino, molto inglese, con sfumature cola, aspetto completamente limpido e frizzantezza presente. Spendo giusto due parole per parlare della schiuma: poco compatta e di media persistenza; ha una buona adesione al vetro del bicchiere.
Questo colore, racconta il birraio, è ottenuto dall'utilizzo di malto crystal e caramel, due varietà di malti opportunamente tostati.
Aroma:
L’impatto olfattivo mette subito in evidenza l'odore del caramello. E’ gradevole, non stucchevole. Offrono slancio le note dei malti che ricordano crosta di pane e biscotto, comunque più marcati rispetto alla London Pale Ale; infine credo di aver sentito un lontano sentore di frutti rossi. In mezzo invece si sentono i luppoli. Insomma, lo ripeto ancora, il sapore che spicca in modo particolare è proprio il caramello.
Che cosa ne penso io? Sapevo di non aspettarmi una birra dal sapore deciso e pungente tipico delle birre che piacciono a me. Tuttavia non ho gradito molto la scelta del birraio di produrre una birra a bassa gradazione alcolica come questa. Infatti quello che ho notato è principalmente una mancanza di una buona struttura, che un leggero tasso alcoolico in più sarebbe stato in grado di portare meglio in evidenza. La birra è molto beverina e dissetante, ma lascia la bocca subito pulita, senza lasciare quasi nessuna traccia.
Nel complesso giuro che mi aspettavo di meglio.
Perché torno di nuovo a parlare di questo birrificio? Semplicemente perché su internet si parla di questa birra come se fosse un qualcosa di sorprendente, dal gusto ricercato e molto equilibrato. Ero deciso ad assaggiarla a tutti i costi, volevo infatti provare ad apprezzare tutte le qualità che vengono sbandierate in rete.
Alla fine però vi svelerò un segreto...

La Yakima red è una birra prodotta dal mastro birraio Peter Schmidt (di origini americane, a dispetto del nome) che ha voluto proporre l'idea della sua birra ideale. Il segno più tangibile di tale ideologia è la nuova birra, che già dal nome racconta molto di sé stessa. Si tratta di una red ale da 4,4 gradi pensata per dare il maggior risalto possibile ai luppoli che crescono nella Yakima Valley, nello stato di Washington, in una delle aree più importanti al mondo per la coltivazione di questa pianta. Per questo a differenza di quanto non avvenga normalmente per le IPA, il corpo, il tenore alcolico e l'amaro sono stati tenuti piuttosto bassi in modo da permettere al birraio di lavorare sull'aromaticità dei luppoli. In particolare la sua ricetta comprende 5 luppoli americani (più precisamente le varietà: Cascade, Citra, Centennial, Amarillo, Simcoe) e vari malti inglesi.
Aspetto:
La birra è di un bel tono rubino, molto inglese, con sfumature cola, aspetto completamente limpido e frizzantezza presente. Spendo giusto due parole per parlare della schiuma: poco compatta e di media persistenza; ha una buona adesione al vetro del bicchiere.
Questo colore, racconta il birraio, è ottenuto dall'utilizzo di malto crystal e caramel, due varietà di malti opportunamente tostati.
Aroma:
L’impatto olfattivo mette subito in evidenza l'odore del caramello. E’ gradevole, non stucchevole. Offrono slancio le note dei malti che ricordano crosta di pane e biscotto, comunque più marcati rispetto alla London Pale Ale; infine credo di aver sentito un lontano sentore di frutti rossi. In mezzo invece si sentono i luppoli. Insomma, lo ripeto ancora, il sapore che spicca in modo particolare è proprio il caramello.
Che cosa ne penso io? Sapevo di non aspettarmi una birra dal sapore deciso e pungente tipico delle birre che piacciono a me. Tuttavia non ho gradito molto la scelta del birraio di produrre una birra a bassa gradazione alcolica come questa. Infatti quello che ho notato è principalmente una mancanza di una buona struttura, che un leggero tasso alcoolico in più sarebbe stato in grado di portare meglio in evidenza. La birra è molto beverina e dissetante, ma lascia la bocca subito pulita, senza lasciare quasi nessuna traccia.
Nel complesso giuro che mi aspettavo di meglio.

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- Sini (23/05/2017, 15:49)
«You're done, once you're a surfer you're done. You're in. It's like the mob or something. You're not getting out» (Kelly Slater)
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Ieri serata con amici e,ovviamente, una birra belga.
De Bolle Dulle Teve (cagna pazza).
Il nome è una dedica... alla moglie del mastro birraio.
10% vol alcolico.
Color arancione/dorato; la schiuma è bianca, abbondante e persistente.
Profuma di arancio e fiori bianchi, di malto e caramello.
In bocca ripropone la stessa complessità, aggiungendo l'amaro del luppolo (non eccessivo).
Molto molto equilibrata e bevibile; non infastidisce né l'alcol né il dolce.
Ottima birra, davvero!
De Bolle Dulle Teve (cagna pazza).
Il nome è una dedica... alla moglie del mastro birraio.

10% vol alcolico.
Color arancione/dorato; la schiuma è bianca, abbondante e persistente.
Profuma di arancio e fiori bianchi, di malto e caramello.
In bocca ripropone la stessa complessità, aggiungendo l'amaro del luppolo (non eccessivo).
Molto molto equilibrata e bevibile; non infastidisce né l'alcol né il dolce.
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Torniamo per un attimo alle Chimay perché...
... ho trovato la Doreè!
Qualche tempo fa era prodotta solo per il consumo interno all'abbazia; adesso è commercializzata (anche se non è così facile da trovare).
4.8% vol
Dorata, un pò opalescente.
Schiuma bianca, persistente.
Al naso emerge chiaramente il coriandolo, forse buccia d'arancia...
Al palato stupisce per l'equilibrio: wow, che birra!
Sinceramente non l'abbinerei a nulla, me la berrei così com'è!
... ho trovato la Doreè!
Qualche tempo fa era prodotta solo per il consumo interno all'abbazia; adesso è commercializzata (anche se non è così facile da trovare).
4.8% vol
Dorata, un pò opalescente.
Schiuma bianca, persistente.
Al naso emerge chiaramente il coriandolo, forse buccia d'arancia...
Al palato stupisce per l'equilibrio: wow, che birra!
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Oggi ho passato la giornata all'Arrogant Sour Festival di Reggio Emilia.
Il festival è dedicato alle birre acide.
Ci si iscrive e si riceve un bicchiere (con tracolla portabicchiere) per le degustazioni.
Poi si comprano dei gettoni che permettono di accedere alle degustazioni e al cibo.
Abbiamo assaggiato 4 birre.
1) Cantillon Kriek
5% vol.
Schiuma scarsa, fine e rosata.
Birra torbida e color rubino.
Odore di stalla.
In bocca perde l'odore di cui sopra e si rivela acida e fruttata (ciliegia), con un finale amaro.
Corpo medio, leggermente astringente.
Chiusura molto secca.
2) Bokkereyder Zomersaison 2016
6% vol.
Schiuma scarsa, bianca, poco persistente.
Birra color dorato scuro/arancione; torbida.
Al naso: acido, malto, agrumi (pompelmo), fruttato (ciliegia, albicocca).
In bocca perde un pò di acidità e ripropone gli agrumi; sapore persistente.
Corpo medio e rotondo, media carbonazione.
3) Cantillon Armagnac Lambic
5% vol.
Schiuma scarsa, piuttosto grossolana; colore dorato/arancione; torbida.
Odore di stalla, acido e agrumi (pompelmo).
In bocca si attenua l'acido ed emerge il pompelmo; in fondo amaro.
Corpo esile e carbonazione bassa.
Forse la più buona assaggiata oggi...
4) Lambic Boon
8% vol.
Schiuma bianca, scarsa.
Colore dorato, torbida.
Odore di stalla, acido e... piscina (cloro)?
Sapori... non mi aspettavo una simile complessità!
Acido, un pò attenuato; agrumi, frutta sotto spirito, erbaceo...
Finale vuoto, l'alcol si sente solo in gola.
Prosit!
Il festival è dedicato alle birre acide.
Ci si iscrive e si riceve un bicchiere (con tracolla portabicchiere) per le degustazioni.
Poi si comprano dei gettoni che permettono di accedere alle degustazioni e al cibo.
Abbiamo assaggiato 4 birre.
1) Cantillon Kriek
5% vol.
Schiuma scarsa, fine e rosata.
Birra torbida e color rubino.
Odore di stalla.
In bocca perde l'odore di cui sopra e si rivela acida e fruttata (ciliegia), con un finale amaro.
Corpo medio, leggermente astringente.
Chiusura molto secca.
2) Bokkereyder Zomersaison 2016
6% vol.
Schiuma scarsa, bianca, poco persistente.
Birra color dorato scuro/arancione; torbida.
Al naso: acido, malto, agrumi (pompelmo), fruttato (ciliegia, albicocca).
In bocca perde un pò di acidità e ripropone gli agrumi; sapore persistente.
Corpo medio e rotondo, media carbonazione.
3) Cantillon Armagnac Lambic
5% vol.
Schiuma scarsa, piuttosto grossolana; colore dorato/arancione; torbida.
Odore di stalla, acido e agrumi (pompelmo).
In bocca si attenua l'acido ed emerge il pompelmo; in fondo amaro.
Corpo esile e carbonazione bassa.
Forse la più buona assaggiata oggi...
4) Lambic Boon
8% vol.
Schiuma bianca, scarsa.
Colore dorato, torbida.
Odore di stalla, acido e... piscina (cloro)?
Sapori... non mi aspettavo una simile complessità!
Acido, un pò attenuato; agrumi, frutta sotto spirito, erbaceo...
Finale vuoto, l'alcol si sente solo in gola.
Prosit!
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Due prodotti del Birrificio contadino Oltremondo di San Giorgio di Pesaro.
Rola
La «rola» è il focolare in riminese.
Strong ale, 7,5% vol.
Colore ambrato, schiuma... al primo sorso sembra granita. Poi si ammorbidisce ma resta grossolana e persistente.
Al naso malto e frutta.
Al palato torna il malto con una punta di amaro nel finale.
Mareggia
Lupin porter (cioè una porter con l'aggiunta di lupini tostati), 5.5% vol.
Colore scuro, quasi nero; schiuma color ocra scuro, persistente.
Aromi di caramello, caffè e liquirizia.
Al palato malto tostato e un pochino di piccante.
Rola
La «rola» è il focolare in riminese.
Strong ale, 7,5% vol.
Colore ambrato, schiuma... al primo sorso sembra granita. Poi si ammorbidisce ma resta grossolana e persistente.
Al naso malto e frutta.
Al palato torna il malto con una punta di amaro nel finale.
Mareggia
Lupin porter (cioè una porter con l'aggiunta di lupini tostati), 5.5% vol.
Colore scuro, quasi nero; schiuma color ocra scuro, persistente.
Aromi di caramello, caffè e liquirizia.
Al palato malto tostato e un pochino di piccante.
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Oggi parliamo di un'altra caratteristica visiva della birra... la torbidità.
La torbidità della birra può dipendere da tre fattori:
1) i lieviti. La torbidità che tutti amiamo in una birra artigianale. Ci accorgiamo della torbidità dovuta ai lieviti se la prima birra versata nel bicchiere è limpida e l'ultima no. I lieviti, depositati sul fondo della bottiglia, si mescolano al resto del liquido durante il versamento dalla bottiglia al bicchiere.
2) Le proteine (e i tannini). La torbidità dipende da questo fattore quando la birra è limpida a temperatura ambiente ma, raffreddata, diventa torbida. Questo fenomeno viene chiamato «chill haze» e dipende dalla coagulazione di proteine e tannini in conseguenza del freddo.
3) Una infezione batterica (gli acquariofili la chiamerebbero «nebbia batterica»). Si tratta di un difetto di produzione.
Esistono degli strumenti in grado di misurare torbidità della birra.
I descrittori della torbidità sono i seguenti: torbida, velata, trasparente, brillante.
La torbidità della birra può dipendere da tre fattori:
1) i lieviti. La torbidità che tutti amiamo in una birra artigianale. Ci accorgiamo della torbidità dovuta ai lieviti se la prima birra versata nel bicchiere è limpida e l'ultima no. I lieviti, depositati sul fondo della bottiglia, si mescolano al resto del liquido durante il versamento dalla bottiglia al bicchiere.
2) Le proteine (e i tannini). La torbidità dipende da questo fattore quando la birra è limpida a temperatura ambiente ma, raffreddata, diventa torbida. Questo fenomeno viene chiamato «chill haze» e dipende dalla coagulazione di proteine e tannini in conseguenza del freddo.
3) Una infezione batterica (gli acquariofili la chiamerebbero «nebbia batterica»). Si tratta di un difetto di produzione.
Esistono degli strumenti in grado di misurare torbidità della birra.
I descrittori della torbidità sono i seguenti: torbida, velata, trasparente, brillante.
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Ieri sera cena alla Ratéra (in milanese: casa dei ratti) con il mio amico Lasa.
Ovviamente ci è scappata una degustazione di tre birre belghe!
1) Duchesse de Bourgogne (grazie alla segnalazione di @Ananas )
Prodotta dalla brasseria Verhaeghe (che produce birra dal 1500), si tratta di una flemish red maturata in botti di rovere.
6% vol.
Schiuma ocra, fine e persistente; merletti di bruxelles.
Color rosso intenso, mogano (splendido!).
Odore acetico, di vino, con frutti rossi.
In bocca acida ben bilanciata dal dolce (molto equilibrata).
Un retrogusto di legno.
Grazie all'acidità è rinfrescante, ottima per l'estate nonostante la complessità ed il corpo.
2) Oerbier
9% vol.
Prodotta da De Dolle dopo vari aggiustamenti rispetto alla prima produzione.
Schiuma ocra, fine, piuttosto persistente.
Coloro rosso scuro, tendente al marrone.
Olfatto: zucchero caramellato, frutta.
Al palato: nuovamente caramello e liquirizia (forse una punta di caffè).
Piccante, un pelo amaricata nel finale.
Da meditazione e dolci alla frutta (crostata di amarene?).
3) Rodenbach grand cru
Di nuovo una flemish red, risalente al 1800.
6% vol.
Schiuma ocra, fine e persistente.
Coloro rubino molto intenso.
All'olfatto presenta un non invadente odore di stalla (acido), frutti rossi.
Al palato l'acido si attenua, prevalgono i frutti rossi. Forse zenzero e chinotto?
Decisamente complessa, forse la meno gradita delle tre.
Ovviamente ci è scappata una degustazione di tre birre belghe!
1) Duchesse de Bourgogne (grazie alla segnalazione di @Ananas )
Prodotta dalla brasseria Verhaeghe (che produce birra dal 1500), si tratta di una flemish red maturata in botti di rovere.
6% vol.
Schiuma ocra, fine e persistente; merletti di bruxelles.
Color rosso intenso, mogano (splendido!).
Odore acetico, di vino, con frutti rossi.
In bocca acida ben bilanciata dal dolce (molto equilibrata).
Un retrogusto di legno.
Grazie all'acidità è rinfrescante, ottima per l'estate nonostante la complessità ed il corpo.
2) Oerbier
9% vol.
Prodotta da De Dolle dopo vari aggiustamenti rispetto alla prima produzione.
Schiuma ocra, fine, piuttosto persistente.
Coloro rosso scuro, tendente al marrone.
Olfatto: zucchero caramellato, frutta.
Al palato: nuovamente caramello e liquirizia (forse una punta di caffè).
Piccante, un pelo amaricata nel finale.
Da meditazione e dolci alla frutta (crostata di amarene?).
3) Rodenbach grand cru
Di nuovo una flemish red, risalente al 1800.
6% vol.
Schiuma ocra, fine e persistente.
Coloro rubino molto intenso.
All'olfatto presenta un non invadente odore di stalla (acido), frutti rossi.
Al palato l'acido si attenua, prevalgono i frutti rossi. Forse zenzero e chinotto?
Decisamente complessa, forse la meno gradita delle tre.
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