Shadow ha scritto:in natura ogni azione non produce una conseguenza. Ne produce miliardi che si influenzano tra loro.
Per semplificare, sempre a titolo di esempio, limitiamoci all'interazione tra
due soli fattori: temperatura e pH.
Riprendiamo quel
ramirezi in Colombia... e vediamo invece cosa succede in acquario...
...Esattamente il contrario!
L'acqua piovana, riversandosi in quella torbiera, riduce la durezza provocando un calo del pH.
Quando noi facciamo un cambio, prima di tutto non usiamo mai acqua demineralizzata pura; qualcuno la taglia con quella di rete, altri ci mettono correttori chimici, altri aggiungono sali fai-da-te...
In alcuni forum, si consiglia di arrivare
esattamente alle stesse durezze che l'acquario aveva già (altro che acqua piovana!).
Inoltre, non ci limitiamo ad aggiungere acqua.
A parte i rabbocchi estivi, prima di iniziare togliamo quella che c'e, per fare posto a quella nuova.
La palude naturale
aumenta la capienza, dopo l'esondazione, mentre in acquario ci vanno sempre gli stessi litri.
Ma soprattutto, quel cambio disperde CO
2, che impiega qualche ora prima di tornare al valore precedente.
Visto che la CO
2 è la massima responsabile dell'acidità, nella maggior parte degli acquari, in quel periodo di transizione il pH
aumenta, invece di calare.
Risultato:
- in natura, quell'acqua fresca stimola la riproduzione;
- in acquario, talvolta scatena l'ictioftiriasi.
Tutto questo riguarda due soli fattori,
temperatura e
pH.
Pensate a quante altre variazioni ci sono, in un biotopo naturale: sali disciolti, disponibilità di cibo, movimento dell'acqua, oligoelementi... ecc. ecc...
Se provassimo a moltiplicare, cercando tutte le possibili combinazioni... Manco il computer di "Star Trek"...
E' per questo che negli articoli parlo sempre dell'habitat naturale, perfino per le piante; qualche volta è il capitolo più importante.
E' più difficile gestire un acquario, se non si conosce il posto dove quella specie si è evoluta.
Ultima cosa...
Se il calo di temperatura è dovuto al cambio d'acqua... fregatevene!
Questa non è un'opinione... è semplice
Matematica.
In un acquario da 100 litri, a 25 °C, supponiamo fare un cambio del 20%.
Nell'esempio, useremo acqua a temperatura ambiente, 18-22 gradi, che riverseremo in vasca senza alcuna gradualità.
Quei 20 litri, con 5 gradi in meno, si misceleranno immediatamente con gli 80 già esistenti, portando la temperatura a calare di
un solo grado, da 25 a 24.
Dovremmo fare un cambio dell'70-80%, per avere una variazione significativa, oppure dovremmo usare acqua a 5-10 gradi, appena uscita dal rubinetto... nel mese di gennaio.
Quella di scaldare l'acqua preventivamente, o di riversarla con un tubicino, "per evitare sbalzi repentini", è una delle innumerevoli leggende metropolitane che girano da decenni, sull'acquariofilia.