GiovAcquaPazza ha scritto: ↑Ragazzi assolutamente vero tutto, un paio di anni fa avevo acquari tecnicamente sofisticati che andavano a casaccio, non sapendo io una ceppa di biologia..quindi sono il primo che ha bisogno di confronto per capire dove devo andare .
Le donazioni alla “baracca” non sono un obbligo ma un modo di sentirsi parte del gruppo.
Rispondo adesso alla domanda di @
blucenere:
Il tuo intuito non ti tradisce, quello che cambia sono le caratteristiche dell’aria e il flusso, se si potesse ricreare in piccolo una torre di evaporazione a flusso forzato nel coperchio sarebbe addirittura preferibile un ventilatore in aspirazione. La geometria te la ricordi bene, però il flusso d’aria si ferma sulla superficie (altrimenti sarebbe una secante) eppoi è risaputo che gli ingegneri sono degli approssimativi incalliti ( il + o - venti percento almeno )

Perdonami, ma non ho capito la risposta...
Lupoagain ha scritto: ↑Fermo restando che quanto detto da @
GiovAcquaPazza è corretto, per me meglio in immissione ma per un altro motivo.
A parità di ventola, che uno immetta o aspiri, la portata d'aria che entra e che quindi esce (o viceversa nel caso in cui si metta in aspirazione) è sempre (quasi) la stessa per il principio di conservazione della massa. Quella che varia è la velocità che si genera sul pelo dell'acqua e per un motivo molto semplice. Su una ventola dal lato dell'aspirazione la velocità massima si ha a pochi cm dall'aspirazione della ventola poi degrada rapidamente, in mandata la velocità dell'aria resta elevata anche ad una certa distanza dalla mandata (provate ad esempio con un phon).
La quantità di acqua che evapora dipende dalla velocità dell'aria che lambisce la superficie. In caso di ventola in aspirazione tale velocità è molto probabilmente bassa perché la maggior parte dell'aria proverrà da fessure che si trovano più in alto rispetto al pelo dell'acqua, e quindi lambirà poco il pelo dell'acqua. In caso di immissione aria, invece tale velocità è sicuramente più elevata, in quanto la si può indirizzare verso il pelo dell'acqua oppure tangenzialmente ad esso il che migliora ulteriormente lo scambio. Tale condizione, genera inoltre una serie di vortici nelle zone non investite dal flusso d'aria, andando quindi nel campo del moto turbolento, che migliorano ulteriormente lo scambio.
Allego due link molto interessanti (trattandosi di pubblicazioni, non so se posso copiarle):
http://www.ciriaf.it/ft/File/Pubblicazioni/pdf/1019.pdf
http://pcfarina.eng.unipr.it/DispenseTF ... 212792.doc
Quello che dici non è corretto.
Tu fai l'esempio del phon...io ribatto con l'aspirapolvere...segue la stessa logica e non ha senso allo stesso modo. Queste pompe d'aria hanno una struttura attorno che le rende asimmetriche. Il phon ha un collimatore ad imbuto che causa la differenza di forza.
Una ventola da computer è simmetrica ed ha egual forza in estrazione ed immissione.
Se non c'è una differenza di pressione fra l'aria sotto al coperchio e quella all'esterno, significa che per unità di tempo il flusso d'aria in entrata eguaglia quello in uscita e quindi non c'è differenza fra posizionare la ventola in una o l'altra direzione.
(Ma i due paper non dicono solo che l'acqua evapora più velocemente in un ambiente secco piuttosto che in uno umido, e che evapora più velocemente con un flusso d'aria rispetto ad aria ferma? Non siamo ancora fermi allo stesso punto?)
Aggiunto dopo 5 minuti 25 secondi:
Se la differenza di pressione esiste, perché la ventola estra o immette aria (appena) più velocemente di quanto questa possa fluire fra le fessure del coperchio, allora bisognerebbe verificare quale dei due effetti è preponderante, con calcoli od esperimenti:
-la bassa pressione causata dall'aspirazione
-la maggior quantità d'aria "secca" immessa in espirazione(?)
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