trotasalmonata ha scritto: ↑Io ho cambiato filosofia nella gestione dell'acquario. Invece di cambiare l'acquario a mio piacimento adesso cerco di capirlo e dialogare con lui. Di solito litighiamo, ma alla fine troviamo un accordo.
questo mi piace molto, anche se comunicare con la materia non è facile e la risposta a tanti perchè continuerà ad essere un mistero.
Ciao ragazzi,
argomento molto interessante e quando l’ho visto volevo dire la mia, ma subito dopo ho avuto problemi di connessione fino ad oggi…..(maledetti gestori) mi dispiace, ma rispondo ora per allora.
In altre circostanze, forse parlando di cambi d'acqua, mi è capitato di arrivare alla conclusione di poter sostenere che il codice dell'acquario non l'ha ancora scritto nessuno.
Si tratta quindi di autoconvincimenti supportati per la maggior parte da esperienze di gestione che alimentano l'una o l'altra tesi per dimostrata efficacia.
Sicuramente il tempo e le abitudini ci consigliano cosa credere e cosa sostenere.
Mentre gli uni propendono all'utilizzo di prodotti con marchi ritenuti al top dell'eccellenza di settore, altri tendono alla realizzazione di prodotti equilibrati ottenuti direttamente dalla materia prima con miscele sapientemente dosate con abile maestria o comunque cercano di semplificare a massimo ogni genere d’intervento nelle vasca: due strade diverse per un obiettivo comune.
La differenza, quasi sempre, è il costo, ma non sempre il prodotto che costa poco vale poco, il bene più prezioso continuerà ad essere l’acqua, e non costa “nulla” a nessuno.
Ad un certo punto osserviamo che le nostre abitudini tendono a diventare tradizione, poi prassi e poi regole, es:
. nell’avviamento, l’introduzione dei pesci nella vasca non è possibile fintanto che il picco dei nitriti non sarà sceso a zero (circa 40 gg);
. nell’avviamento è possibile ospitare qualunque specie di pesci ancor prima di completare il riempimento della vasca (è sufficiente un palmo d’acqua senza nessun intervento chimico).
Apparentemente si tratta di due “regole” in forte contrasto tra loro, anzi, ognuna sostiene l’opposto dell’altra ed ognuna e perfettamente realizzabile, nel rispetto di leggi fisiche e processi chimici, o più semplicemente, rispondono a quell'insieme di operazioni che facciamo o che non bisogna fare per rendere ospitali le nostre vasche, cercando di realizzare un ecosistema in miniatura…. per quanto grande possa essere.
Ma la natura..... come viene considerata: eretica o canonica?
Fa esattamente quello che vuole, come e quando vuole.
Credo che sappiate già dove sono schierato: quelli come me credono che sia possibile gestire flora e fauna senza alcun intervento chimico che non sia mirato alla cura dei pesci, laddove il sale non è più sufficiente, anche se consapevole che un semplice cambio d’acqua è già un intervento chimico, con o senza filtro.
Una sola volta, mi è capitato di voler approfondire un argomento fino ad arrivare ai grandi convegni internazionali presieduti dai più grandi luminari, dove per ogni tesi supportata da nozioni scientifiche, c’è un antitesi ugualmente probatoria….. risultato: non ho capito un bip!
A nulla è servito cercare le verità nascoste, ciò che per me era un dato certo è diventata una teoria.
Ma perché complicarsi la vita?
Mi sono convinto che cercare le mezze verità non sia di alcun giovamento, mentre trovare l’equilibrio è di vitale importanza….. il metodo è relativo.
Alla fine della fiera, la gestione del misterioso fascino del mondo sommerso si traduce soprattutto in semplici abitudini che funzionano.