allora iniziamo con: epigenetica, letteralmente "che sta vicino alla genetica"
inteso in senso letterale, perché si parla di modifiche, solitamente proteiche, che non riguardano il materiale genetico, che rimane identico, ma le molecole che gli stanno attorno.
infatti il genoma è costituito da cromosomi, che sono dei "fili" lunghi chilometri fatti da un'unica molecola di DNA, per lo più non codificante, con ogni tanto una sequenza che se letta, trascritta e tradotta darà una sequenza amminoacidica, questa parte che se ESPRESSA da quella catena di amminoacidi è un gene, quindi un cromosoma ha tot geni, gli eucarioti hanno tot cromosomi.
questo mega filo di DNA è arrotolato attorno a delle proteine, istoni, e a sua volta su se stesso tramite dei legami, più deboli dei legami interni alla molecola che la tengono insieme, ma abbastanza forti da "piegarla"
di questo ci frega per tre concetti, ovvero, ogni gene viene espresso in ogni cellula del corpo, una cellula del cervello e una della pelle del culo esprimono gli stessi geni, ovvero, tutti.
MA
a seconda di come è avvolto sto gomitolo un determinato gene verrà tradotto e si esprimerà un numero enorme volte dal neurone, quello stesso gene verrà espresso quasi per nulla e di fatto non porterà a risultati rilevabili nella cellula del culo. per questo con lo stesso genoma abbiamo cellule così tanto diverse.
secondo concetto questi meccanismi sono mediati non solo dall'avvolgimento attorno agli istoni, ma anche da modifiche così dette "post trascrizionali" che avvengono appunto dopo che il DNA è già stato trascritto, quindi nulla hanno a che fare con lui.
terzo, non importa che geni hai, il carattere che ti interessa sarà frutto di come lavorano e quali sono le proteine espresse da quei geni, infatti quelle famose catene amminoacidiche poi verranno assemblate in modi più o meno complessi e formeranno proteine che faranno cose, tipo essere un pezzo di una struttura, trasportare una sostanza, farne reagire due ecc...
quindi si parla di epigenetica SOPRATTUTTO quando si parla di espressione di geni diversi in cellule diverse più che quando si parla di ereditabilitÃ
MA questi meccanismi si modificano, senza che lo faccia il genoma, durante la vita di un individuo ed è possibile trasmetterli.
quindi un tizio che vive trent'anni oltre i 4000m svilupperà alcuni di questi meccanismi che lo porteranno ad esprimere di più o di meno determinati geni e quindi la proteine del trasporto dell'ossigeno che esprimerà saranno dipiù, di meno, più o meno efficenti, non importa, l'importante è che saranno diverse in qualcosa rispetto a prima e, che i suoi figli nonostante abbiano il suo genoma, erediteranno questa modifica.
sembra tutto molto figo, ma ci sono dei limiti enormi.
il primo e banale è che la genetica non è mendel, e che il gene del pisello rugoso non esiste, in natura ogni singolo carattere sarà il risultato dell'espressione di dio solo sa quanti geni e ancora di più modifiche post traduzionali, quindi una singola o un piccolo numero di modifiche epigenetiche potrebbe non far succedere assolutamente nulla.
allora perché a volte si hanno degli adattamenti assurdi in tempo zero?
i geni non hanno una sola versione, ogni gene ha la sua posizione nel genoma, ma quella posizione può essere occupata da una o dall'altra variante di quel gene, queste varianti si chiamano alleli.
ora, io potrò esprimere di più o di meno quel gene, o rendere leggermente diversa la proteina dopo la trascrizione in fase di assemblaggio, ma, se esistono (sto inventando di sana pianta vi prego è solo un esempio questa roba non esiste) due diversi alleli del gene che espresso da un enzima che degrada l'acido lattico, una da un enzima funzionante, l'altra no.
se hai l'allele che esprime l'enzima che non lavora, puoi esprimerlo infinite volte, l'acido lattico non lo degradi, non funziona.
mettiamo che tu invece abbia la variante figa, che funziona, un gran vantaggio, MA la sfiga ci vede bene, ti si metila una base azotata e quel gene viene silenziato, ovvero, lo esprimi talmente poco che il risultato è nullo, tu hai quell'enzima, ma sei al pari di chi ha l'altra variante.
la generazione dopo avviene la magia, quella base si demetila, i nascituri avranno lo stesso patrimonio genetico del genitore, ma loro saranno in grado di degradare l'acido lattico, vantaggio enorme
quindi per rispondere a @malù no, o tu hai gli alleli che esprimono la pelle nera silenziati e vivendo in africa si "desilenziano", ma questo vorrebbe dire che hai antenati africani che ad una certa hanno partorito figli bianchi, cosa che a livello storico è stata riportata 2 volte, oppure i tuoi figli esprimeranno quantità di melanina superiori all'italiano medio, ma non avranno mai la pelle effettivamente nera, non hanno quella variante allelica, il patrimonio genetico è quello, l'unico modo per cui potrebbe accadere e mischiare gli alleli con la popolazione locale. Ovvero la variante Mustafa che citava @
cicerchia80
non tiratemi fuori l'albinismo che è tutt'altra cosa
aggiungo un'ultima cosa, il genoma dei pesci non è il nostro e la prole che producono è molta di più, le mutazioni per forza di cose sono più frequenti
e aggiungi che se ti metti a selezionarle crei qualcosa di estremamente diverso in un battito di ciglia, tra un carlino e un lupo ci sono più differenze morfologiche che tra un lupo e un orso, ma geneticamente sono più vicini. eppure nell'habitat del lupo vive l'orso e muore il carlino, e la dieta è più simile tra orso e lupo, lupo e carlino sono vicini solo geneticamente