lucazio00 ha scritto: ↑
nicolatc ha scritto: ↑Anche se... con una leggera erogazione artificiale di CO
2 (senza dover arrivare ai 30 mg/l, anche perché la gran parte del beneficio le piante lo ricavano già intorno ai 10-15 mg/l), non è detto che la gestione si complichi, potrebbe anche addirittura semplificarsi.
Nel senso che le piante crescono più velocemente e quindi c'è più fitodepurazione?
Oppure nel senso che si crea un migliore sistema tampone, che fa maggiore resistenza verso gli aumenti di pH?
O entrambi?
Intendevo il primo caso, una spintarella iniziale alle piante, che poi aiuta tutto il sistema, ma senza esagerare!

Piuttosto, per evitare casini starei molto più attento alla luce: quando aumentiamo molto la potenza, diventa tutto più complesso (e le alghe sono ancora più agguerrite in caso di piccoli errori).
Riguardo al tampone, la CO
2 è parte integrante del sistema tampone: l'opposizione ai cambi del pH lo offrono soprattutto i bicarbonati, che ad esempio contrastano qualunque acidificante esterno, ad eccezione di uno... la CO
2! Quando aumenta la CO
2, il due per mille diventa acido carbonico, che quando si dissocia forma uno ione idrogeno e uno ione bicarbonato: quindi la CO
2 acidifica tranquillamente, senza alcuna opposizione dei bicarbonati, lasciando il KH praticamente inalterato (anzi il KH aumenta leggermente, ma viste le moli in gioco i nostri strumenti giocattolo non possono leggere questo aumento). Ovviamente questo accade solo perché la CO
2 è in costante sovrasaturazione, cioè non siamo in una vera condizione di equilibrio. Ma non appena interrompiamo l'erogazione, l'acidificazione scompare! Con un altro acido, non è così.
Artic1 ha scritto: ↑ma vuoi dire che anche a vasca immatura e senza pesci avevo un simile carico biologico?
A me il calcolatore restituiva sempre un valore attorno a 4 mg/l... Ancora prima che potessimo parlare di acidificanti organici accumulati in vasca...
Calcolatore a parte, senza il filtro i valori di CO
2 possono essere un po' più alti, ma 2 o 5 mg/l il concetto non cambia molto no?
Artic1 ha scritto: ↑Se ci si allontana (nel tempo e quindi nello spazio ipotizzando un flusso d'acqua) interviene l'equilibrio con l'aria e voilat che la CO
2 l'ho bell'è persa.

Poi, quanto ci si debba allontanare per tornare quasi al valore di saturazione (o comunque al valore influenzato solo dalla fauna e flora), dipende da quanto ne è carica la sorgente (e dalla portata).
Artic1 ha scritto: ↑
nicolatc ha scritto: ↑Erogando artificialmente CO
2, questa può superare non di poco la concentrazione di ossigeno disciolto.
continuo a non capire come possano i pesci fare scambio O2 al posto della CO
2 con le branchie quando il gradiente è così sfavorevole. Voglio dire... che hanno? il sangue con 120 mg/l di CO
2? Il loro sangue è più efficacie dell'emoglobina nel trasportare O2?
Io ricordo che concentrazioni del 3% di CO
2 in aria son letali perché ci impediscono lo scambio di ossigeno a livello polmonare... nonostante di ossigeno ce ne sia circa il 20%...
I pesci come fanno????
Fai il raffronto con l'uomo, che è abituato a respirare un'aria dove la percentuale volumetrica di CO
2 è dello 0,04%. Mi sembra plausibile che il nostro apparato respiratorio si sia specializzato e non sia così pronto ad affrontare una concentrazione di CO
2 del 3%, che è un valore 75 volte superiore a quella usuale!!
I pesci si sono specializzati in un ambiente variabile, dove ad esempio in pozze la CO
2 prodotta dai batteri e dalla loro respirazione può superare abbondantemente l'ossigeno. In luoghi densamente piantumati l'ossigeno di giorno può arrivare a saturazione (circa 8-9 mg/l, ma dipende dalla temperatura), magari anche in leggera sovrasaturazione ma non certo a 30 mg/l!
Sappiamo invece che la CO
2 può salire a tali livelli senza far danni: e se consideriamo normale per loro 3 mg/l di CO
2, 30 mg/l sono solo una dose 10 volte più alta (mentre per l'uomo stavamo considerando una concentrazione 75 volte superiore al "normale").
E poi ci sono carpe e pesci rossi che sopravvivono in laghi ghiacciati in condiziono quasi anossiche per mesi! Autoquoto un mio vecchio post su questo:
E' affascinante: per ricavare energia, sia noi che i pesci "bruciamo" i carboidrati, tipicamente in presenza di ossigeno. Il metabolismo anaerobico è possibile, ma produce acido lattico che è tossico già a concentrazioni basse e tende ad accumularsi all'interno del corpo.
Per questo ci bruciano le gambe dopo una lunga corsa: i muscoli per produrre energia hanno terminato l'ossigeno e in condizioni anaerobiche hanno iniziato a produrre acido lattico.
Con rarissimi enzimi simili a quelli presenti nel lievito di birra, i pesci rossi (e le carpe) riescono invece a sostituire l'acido lattico con l'etanolo (alcol etilico!), che diffondono molto più facilmente in acqua attraverso le branchie. In pratica, sopravvivono senza problema per mesi in laghetti ghiacciati laddove altri pesci sopravviverebbero non più di pochi minuti.
Nel periodo di adattamento, gli scienziati in alcuni esperimenti hanno trovato nel loro sangue una concentrazione di etanolo di circa 550 mg/l, che è superiore al tasso alcolemico consentito alla guida, 500 mg/l!
Ora, in un lago ghiacciato che non scambia con l'atmosfera, grazie alla prevalente respirazione della fauna rispetto all'ossigenazione della flora ritengo che l'ossigeno scenda quasi a zero, e che al contempo per la stessa attività respiratoria.... la CO
2 aumenti di molto!
E mi sembra evidente che queste strategie esistono perché le condizioni in cui possono vivere i pesci sono appunto ben diverse dall'aria che respiriamo.
Per cui, in conclusione... anche se ti suona strano, evidentemente i pesci affrontano senza problemi situazioni con 30 mg/l di CO
2 e 5 mg/l di ossigeno.
Ma è anche vero che a 50 mg/l di CO
2 anche loro hanno seri problemi (giusto un pochino in meno se anche l'ossigeno è a saturazione), perché diventano condizioni anomale anche per loro (ma gli anabantidi se ne fregano comunque, perché hanno non a caso sviluppato un sistema per respirare l'ossigeno direttamente dall'atmosfera).
Se superiamo i 50 mg/l di CO
2, le piante non ne ricavano più alcun beneficio (il cui incremento è già quasi nullo oltre i 30 mg/l), e i pesci muoiono intossicati per ipercapnia.
I sintomi sono misti: la CO
2 presente nel sangue non riesce più a diffondersi (passivamente) dalla branchie nell'acqua circostante. I pesci potrebbero aumentare la respirazione nel tentativo di liberarsi della CO
2 in eccesso: i primi sintomi (il boccheggiare) potrebbero quindi coincidere con quelli di scarso ossigeno. Un ulteriore aumento della CO
2 nel sangue provoca però acidosi e abbassamento del pH interno: gli enzimi del sistema nervoso perdono efficacia e i pesci diventano apatici, disorientati, come ubriachi. Se riusciamo a vedere i pesci in quello stato sappiamo che sono vicini alla morte e dobbiamo agire subito. Il problema è stato quasi certamente un'erogazione eccessiva di CO
2. In una sorgente, basta allontanarsi un po' dalla sorgente, in acquario non hanno vie di fuga.
lucazio00 ha scritto: ↑Allora in 1kg d'aria ci stanno circa 400mg di CO
2...che corrispondono in 400mg ogni metro cubo d'aria...in altre parole 400parti per milione di parti totali, quindi in un litro d'aria ci stanno 0,4mg di CO
2...
Luca, in realtà per i gas i ppm (o le percentuali) indicano un rapporto volume/volume: 400 ppm sono 400 metri cubi di CO
2 su 1 milione di metri cubi di aria, cioè 0,4 decimetri cubi (il 40% di una bottiglia di latte) in un metro cubo d'aria. Tradotto in milligrammi/litro, significa circa 0,7 mg/l. Ma questo non cambia il discorso che hai fatto, che è correttissimo.
Ragnar ha scritto: ↑Quindi credo che 10 mg/l di CO
2 in vasca con la giusta ed omogenea DIFFUSIONE (senza movimenti superficiali si intende) siano meglio di 30mg/l di CO
2 in una vasca con acqua ferma o comunque senza l'adeguata diffusione! Sbaglio?
Ma in che punto misuri la CO
2? Perché la diffusività in acqua è scarsa e quindi senza il neppur minimo movimento rischi di avere concentrazioni molto basse lontano dalla colonna di erogazione, e alte vicino alla colonna. Non nulle, perché comunque la diffusività esiste, ma più basse di quello che ti aspetteresti dal numero di "bolle al minuto" erogate. Alcune piante (quelle più vicine) ne beneficeranno più di altre.
Fortunatamente comunque c'è sempre un po' di moto in acqua, anche per gradiente di temperatura (il riscaldatore).