Passavo di qui e ho riletto tutto il topic, un po meno le ultime pagine dove c'è un po'di cazzeggio
Mi permetto di riprendere un attimo il filo del discorso e argomentare il mio scetticismo verso la tesi portata avanti nel topic

( mo giueli mi banna).
Prima un doveroso quanto palloso riassunto di come funziona (per sommi capi) l'immunità adattiva:
Ogni agente patogeno di qualunque tipo posside una sua struttura, da quella più complessa del batterio a quella elementare del virus, tutti hanno quello che si chiama "antigene".
L'antigene altro non è che una proteina che come un numero di targa identifica un certo agente nocivo (microbiologico o non).
Quindi questa proteina viene catturata dall'immunità innata esposta sulla membrana delle cellule trasportatrici e veicolata nei linfonodi (sede dell'immunità adattiva) e qui "presentata" ai linfociti che processeranno l'informazione e si specializzeranno in cellule effettrici (pronte alla guerra) e cellule di memoria ( che rimarranno dormienti fino ad un secondo incontro).
Ora se parliamo di agenti microbici l'antigene fa parte della loro struttura e si tratta quasi sempre di proteine transmembrana (la membrana lipidica che funge da "esoscheletro" del patogeno) tranne che in alcuni virus "nudi" ovvero privi di envelope (una sorta di coperta lipidica) che sono composti solo da una struttura proteica.
Ora parliamo di vaccini:
Sapendo quello che sappiamo sul sistema immunitario si capisce come in realtà quello che serve per scatenare una risposta (e quindi una memoria) non sia il microvo quanto l'antigene.
Questo è il principio del vaccino, in realtà è piu complicato perché alcuni antigeni scatenano una risposta immune meno forte e quindi hanno bisogno di un aiutino, o magari la via di ingresso del microbo non è parenterale (con il sangue) ma tramite le vie respiratorie, insomma diverse variabili.
Ma mai il vaccino è composto da un batterio/virus per com'è quando ci ammaliamo, si tratta sempre di "porzioni" del microbo o dello stesso però geneticamente modificato per non avere le sue "armi" peggiori.
Venendo al discorso crossimmunizzazione:
-Se noi mettiamo un pesce nuovo in quarantena e inseriamo un pesce provenienti dalla vasca secondo il principio qui espresso i patogeni dovrebbero reagire in qualche modo con il pesce nuovo ma in maniera attenuta perché al di fuori della vasca. Ma perché dovrebbero farlo?
Si dice: i pesci in vasca hanno già sviluppato un'immunità e può anche essere vero ma non sono in grado di "trasmettere" questa immunità, possono trasmettere i patogeni e potete star certi che questi non agiranno meno potentemente su un soggetto che non ha memoria immunitaria, il principio del vaccino non vale.
- Secondo, come fanno i pesci "vecchi" a portar con se i patogeni dall'acquario? Dovrebbero essere portatori sani, ma questo implicherebbe un'infezione recente (non si è portatori sani per sempre) e le probabilità sono infinite.
I patogeni che stanno su di noi (e quindi potenzialmente anche sui pesci) come commensali non sono, come ben diceva @
Humboldt , patogeni obbligati e quindi non sarebbero in grado di dar malattia se non in condizioni di stress e quindi calo del sistema immunitario.
- si parlava del morbillo o della varicella come esempio di immunizzazione naturale, ma anche qui devo dire che il paragone non è efficace perché è vero che i bambini si immunizzano ma è anche vero che i bambini (quando va bene) contrariamente ad un pesce trasportato, sballottato, stressato e in debito di ossigeno hanno un sistema immune in perfette condizioni.
Provate a mettere un bambino con una leucemia linfoide (quindi con il sistema immune non funzionante) a contatto con bambini malati di morbillo/varicella, il risultato lo sappiamo tutti (infatti si parla di immunità di gregge appunto per questo, proteggiamo chi non può essere vaccinato).
Senza considerare, volendo un attimo divagare dal tema del dibattito, che non sempre le infezioni da morbillo si esauriscono, possono anche diventare latenti e dare complicanze molto temibili anche in soggetti immunocompetenti (quindi meglio vaccinarsi) e che la varicella che in quanto virus herpetico ha la facoltà di andare in latenza per poi ripresentarsi dopo anni come Zoster (non a caso si chiama virus VaricellaZoster, ovvero sono lo stesso virus) ovvero il così detto Fuoco di Sant'Antonio. (Anche qui, meglio vaccinarsi)
- catturando un pesce sano e in piena salute e trasportandolo in una vasca di quarantena cosa pensate che succeda al pesce sano? Naturalmente il suo sistema immune ne risentirà e sarà molto più probabile che sia quest'ultimo ad ammalarsi a cusa di qualcosa che il pesce nuovo porta con se
- In definitiva secondo me il metodo migliore per l'inserimento di nuovi pesci e semplicemente quello di fare una lunga quarantena e poi un lungo adattamento alla nuova vasca e il nuovo ambiente, il pesce deve essere ben ossigenato perché più ossigeno ha più il sestema immune lavora meglio e più difficilmente potrà ammalarsi o portare con se roba in vasca.
Detto questo papello, questa è la mia opinione in base alle conoscenze immunologiche appese durante gli studi di medicina, ma non so praticamente niente di pesci e fisiologia dei pesci.
Aggiunto dopo 13 minuti 46 secondi:
Dimenticavo un passaggio.
Qualcuno giustamente ha parlato della capacità di trasferire parte del codice genetico fra batteri che consente a questi di aquisire resistenze agli antibiotici.
Tutto questo è vero però, innanzitutto questi scambi sono casuali e comprendono frammenti di tutto il codice genetico quindi non è detto che venga trasmessa la capacità di resistenza agli antibiotici, in secondo luogo questa capacità per quello che sono le mie conoscenze è esclusiva dei batteri.
Questi infatti hanno delle strutture, i pili, che consentono lo scambio randomizzato di materiale genetico ( un po come una riproduzione sessuata ma senza la riproduzione, solo scambio di materiale genetico) e i batteri sono gli unici ad avere queste strutture che io sappia

Quindi questo non può avvenire negli umani (tant'è che ci siamo dovuti inventare i vaccini) e non credo nemmeno nei pesci