cicerchia80 ha scritto: ↑03/09/2020, 3:26
Senza arrivare ai 7000 euro di Giuli
Stì ca..... @
Giueli se ti avanza qualche spicciolo
anzi
Giueli ha scritto: ↑03/09/2020, 12:49
se io ho 10 discus europei è voglio integrare la popolazione e mi scielgo un discus di provenienza asiatica ,prendo quest'ultimo lo metto in quarantena con uno dei miei europei ed aspetto.... se uno dei due si ammala non rientrerà mai in vasca
il discus che si ammala me lo prendo io

visto i bei soldoni che costa cerco di curarlo
Molto dipende da quanto siamo disposti a spendere, in termini di soldi e tempo, nella cura dei pinnuti.
I pesci, e non solo, si quarantenano innanzitutto per capire se sviluppano malattie virali, batteriche, parassitosi protozoarie e via dicendo. La quarantena è sempre opportuna qualsiasi sia l'origine, selvatica o d'allevamento, del nuovo pesce/i da inserire in acquario.
Sviluppare una malattia in acquario significa liberare cariche batteriche (virali o protozoarie) enormi che anche un sistema immunitario al top avrebbe difficoltà a gestire. Se, invece, la malattia si sviluppa in vasca di quarantena la situazione è molto più "facile" da affrontare; non devo preoccuparmi di tutto il resto che vive in acquario.
La quarantena non scongiura in maniera assoluta lo sviluppo di malattie nel nuovo ospite una volta inserito in acquario, ma può limitare fortemente che ciò avvenga. Soprattutto se è fatta con i tempi giusti e con le giuste modalità. Se il pesce è portatore di patogeni obbligati (
questo non significa che il pesce sia malato e mostri segni di malattia) la quarantena è spesso fondamentale in quanto si colloca a valle di tutta la serie dei spostamenti e cambi di vasca che un pesce deve affrontare (soprattutto per i wild) esponendolo a stimoli che tendono a favorire lo sviluppo di malattie.
In quarantena il cross batterico deve sempre essere favorito.
L'esposizione
graduale e in piccole dosi al nuovo microbioma (l'insieme degli esseri invisibili che popolano il nostro acquario, compresi i microrganismi che risiedono all'interno di altri organismi) aiuta l'adattamento del sistema immunitario dell'ospite al nuovo ambiente. L'esposizione al nuovo microbioma si ottiene anche solo con la semplice aggiunta graduale di acqua dell'acquario alla vasca di quarantena.
Si può essere ancora più diretti inserendo un pesce già in acquario nella vasca di quarantena. Su pesci molto costosi e per vasche monospecifiche si rileva spesso un metodo idoneo ed efficace.
Molti si potrebbero porre la seguente domanda "o
k, il cross batterico agisce sui nuovi ospiti da inserire in acquario aggiornando il suo sistema immunitario; ma agli altri pesci già presenti in acquario che succede quando inseriamo i nuovi arrivati? il loro sistema immunitario come reagisce al miocrobioma interno dei nuovi arrivati?"
La risposta è
"Inserendo pesci in salute e ben adattati al nuovo ambiente (e al nuovo microbioma) le possibilità che qualcosa vada storto rimangono basse" oppure per chi proprio ha ingenti investimenti da tutelare qualche aiuto con antiparassitari, antibiotici e anti-tutto non lo disdice

e poi "
che Dio ci aiuti..."
@
EnricoGaritta il tuo post
EnricoGaritta ha scritto: ↑03/09/2020, 12:24
Passavo di qui e ho riletto tutto il topic
mi ha un po ubriacato
EnricoGaritta ha scritto: ↑03/09/2020, 12:24
il pesce deve essere ben ossigenato perché più ossigeno ha più il sestema immune lavora meglio e più difficilmente potrà ammalarsi o portare con se roba in vasca.
l'ossigeno è importante ma per carità ogni specie riesce ad adattarsi a situazioni anche molto variabili.
Sul fatto di portare roba in vasca si cade sempre nello stesso errore.
Salvo poche specie di patogeni obbligati (e non tutti - ripeto quanto scritto poco sopra "Se il pesce è portatore di patogeni obbligati (
questo non significa che il pesce sia malato e mostri segni di malattia") la stragrandissima maggioranza delle malattie deriva da organismi presenti in acquario e all'interno dei pesci che opportunisticamente possono prendere il sopravvento a seguito di stimoli esterni che influiscono negativamente sulla salute dei pesci.
► Mostra testo
Ad esempio, il Citrobacter che purtroppo ha fatto molti danni a Verona è un genere di batteri coliformi spesso diffuso nei nostri intestini e presente quasi ovunque nel suolo e nell'acqua, comportandosi come un patogeno opportunista. Nel 99% dei casi non crea problemi, ma se si insedia in un reparto di terapia intensiva neonatale e per di più all'interno delle condutture da cui si prende l'acqua per il latte in polvere per alimentare i neonati i danni che può fare sono ahimè ben noti.
Ricollegandomi al cross batterico quello che si cerca di ottenere non è solo un semplice scambio di specie batteriche tra il nuovo arrivato e i vecchi residenti, anzi le diverse specie batteriche sono cosmopolite (diffuse ovunque nei 4 angoli della terra), ma soprattutto uno scambio tra ceppi batterici appartenenti alla stessa specie. Per non scendere troppo nel complicato dico solo che i diversi ceppi di una stessa specie batterica hanno spessissimo effetti diversi sul sistema immunitario e sul provocare o meno stati patologici. E' importante che il sistema immunitario riesca a riconoscere i diversi ceppi affinando la risposta.
EnricoGaritta ha scritto: ↑03/09/2020, 12:24
Qualcuno giustamente ha parlato della capacità di trasferire parte del codice genetico fra batteri che consente a questi di aquisire resistenze agli antibiotici.
Nei Batteri sono note tre modalità di trasferimento orizzontale di materiale genetico:
trasformazione,
coniugazione e
trasduzione (quest'ultimo mediato da virus) che consente di acquisire non solo resistenza agli antibiotici ma numerose altre caratteristiche.
EnricoGaritta ha scritto: ↑03/09/2020, 12:24
questi scambi sono casuali e comprendono frammenti di tutto il codice genetico quindi non è detto che venga trasmessa la capacità di resistenza agli antibiotici
Non sono affatto casuali ma fortemente adattativi e addirittura quasi ricercati volontariamente. La
Coniugazione rappresenta un vero e proprio scambio di materiale genetico appositamente ricercato dai batteri in situazioni particolari e interessa porzioni del materiale genetico.
Con la trasformazione invece i batteri si scambiano intere porzioni di materiale genetico (plasmidi) spesso importantissimi per resistere agli antibiotici.
EnricoGaritta ha scritto: ↑03/09/2020, 12:24
in secondo luogo questa capacità per quello che sono le mie conoscenze è esclusiva dei batteri.
Se ti riferisci alla sola resistenza agli antibiotici, ok. Gli antibiotici agiscono solo sui batteri e solo loro possono esprimere l'antibiotico resistenza.
Se invece parliamo di trasferimento di geni allora la faccenda è molto più diffusa.
C'è trasferimento di geni tra batteri e piante, tra batteri (Wolbachia) e insetti, tra batteri, virus, fungli e rotiferi Bdelloidei, tra virus e vertebrati (i geni che determinano lo sviluppo della placenta nei mammiferi sono di origine virale).