eppoi apro anche un nuovo capitolo delle mie
avventure, che intitolerò "nella valle"
(tutto qui sotto, per facilità)
Aggiunto dopo 4 minuti 15 secondi:
la prima volta che mi hanno portato nel posto che vi dirò avrò
avuto forse 5 anni; si fa fatica a decidere, a quell'età, se la
cosa sia importante o meno... era solo il posto dove mi portavano
quando non si stava a casa, un posto "diverso" ma bellissimo
questo posto è la valle sant'anastasio, nel comune di Sassofeltrio,
nelle Marche, appena fuori dai confini con San Marino e la romagna,
quindi solo a una schioppettata da casa mia, ma distante anni luce
dalla mia casa
io ero piccolo e con un fratellino piccolissimo, e la mia mamma era
la "prescelta" per accompagnare il nonno a fare la cura termale,
scelta fra tutti e nove i suoi figli, la femmina di mezzo, quella
che aveva un marito, due bambini e un senso del dovere ferreo
o almeno l'idea era quella
il mio nonno morì poco dopo, ma negli anni successivi rimase per la
mia famiglia la "tradizione" di farci passare una ventina di giorni
d'estate nella locanda della Eva (e Amedeo), un posto per certi versi
bucolico, per altri assai inquietante
la prima cosa che, pure essendo bambino, ho imparato stando lì è che
le acque sulfuree o salate o calde delle innumerevoli fonti della zona
poco o niente avevano a che fare con le persone che ci andavano: il
70% erano anziani che con la scusa delle terme si ubriacavano di
sangiovese tutte le sere e che diventavano spesso molesti (e se dico
"molesti" riferendomi a mezzo secolo fa, intendo "da galera")
il restante 30% della clientela non anziana era composto da qualche
bambino (me, mio fratello e un altro poppante o quasi), da qualche
figlia/nuora/nipote accompagnatrice e, incredibilmente, anche da
alcune coppie amanti delle camminate in mezzo al nulla
la seconda cosa imparata è che un bambino di 8 o 9 anni in un posto
"dove tanto non ci sono pericoli" farà quello che gli pare, ovvero dei
casini assurdi (e parlo di me); infatti la prima volta che ho ricevuto
l'ok dalla mamma per andare a fare un giro da solo lì nei dintorni, mi
sono cagato addosso quando ho incontrato una mucca libera (associavo
allora le corna delle vacche romagnole al demonio, come da catechismo),
la seconda volta ho portato con me una biscia catturata con tanta fatica
scatenando l'inferno nell'accampamento dei vecchi neanche fossi massimo
decimo meridio, (ha una vipera! ha in mano una vipera!) e la terza mi
sono presentato con un barattolo pieno di pseudoscorpioni e la mia mamma
mi ha picchiato perché avevo rubato un barattolo vuoto nel bar della
locanda, ma soprattutto perché l'avevo riempito di bestiacce schifose
gli schiaffoni facevano male, vero, ma esplorare il mondo era meglio!
e che mondo! un torrente, prati con erba alta un metro, calanchi, case
abbandonate, rovi inestricabili... mi pareva di vivere nel mondo esotico
dei libri di Salgari, ma senza tigri
a 11 anni o 12 non ero mica stupido... sapevo cosa dovevo evitare: le
bacche rosse dei gigari e quelle nere della belladonna e della morella,
i ricci dello stramonio, e l'onnipresente ortica, che su di me aveva
(ed ha tuttora) un effetto devastante
ma poi mi perdevo con gli animaletti, che io reputavo tutti e sempre
adorabili e innocui, finché non ho scambiato per una lucciola quella
che era indubbiamente una cantaride e finché non ho tenuto dentro la
maglietta un piccolo rospo che poi si è infastidito
bambinate!
poi successe ciò che doveva succedere, e quel posto era porto franco...
ciò che succede nella valle, rimane nella valle
ma io lo ricordo... non tutto, ma parecchio, e mica solo di me!
buonanotte