iPol85 ha scritto:Sono tutto orecchi.
Ciao! Il discorso sarebbe molto complesso se volessimo affrontarlo con precisione.
Il tutto parte dal concetto che ogni animale tende a evolversi anche a seconda delle risorse nutritive che trova nel suo ambiente: se noti alcuni pesci hanno la bocca all'insù, latri larga e verso il basso, altri provvista di denti veri e propri (come li conosciamo), altri ancora ne hanno di faringei eccetera. Tutti questi dettagli dipendono da ciò che la natura offre: larve di insetto: di zanzara? --> bocca all'insù (le larve vivono nei pressi della superficie), chiocciole? --> bocca robusta, con "becco" per frantumare e tirare; pesci? Denti affilati per migliorare la presa ...
Se seguissimo questa serie di osservazioni dovremmo offrire ai nostri pesci alimenti particolari, mirati per ogni singola specie e variabili in forma, dimensione, "attività" e certamente composizione.
Per nostra fortuna le specie che alleviamo di solito si adattano molto bene ad alimenti diversi da quelli originali, tanto che la composizione di qualunque mangime tipico è:
1) Cereali --- nessun pesce si nutre di cereali abitualmente
1-b) altri vegetali ed estratti proteici vegetali
2) Pesce --- non tutti abbiamo predatori pescivori, anzi, quasi nessuno
4) Crostacei, molluschi, alghe : in rapporti variabili sono sempre una piccola percentuale.
4) ceneri, additivi, umidità...
La dieta reale invece è:
1) insetti
2) invertebrati acquatici
3) alghe
o
1) alghe
2) detrito vegetale e / o animale
Inoltre, non solo i mangimi sono distanti dalla dieta reale, ma non hanno sostanziali differenze tra loro: variano rapporti o la presenza di un componente, per esempio.
Si potrebbero suddividere in due gruppi:
A) molto proteici: di solito tra 40 e 55%: sono destinati a gran parte dei pesci tropicali quali Poecilidi, Caracidi, piccoli Ciprinidi e ciclidi insettivori (con qualche eccezione).
Inoltre sono tipicamente usati per qualunque tipo di avannotto o quasi.
B) poco proteici: di solito tra 25 e 35%: preparati per il mondo dei carassi e delle carpe (esemplari adulti o in riposo, mentre per gli avannotti o quelli da accrescere si usa altro). Tra questi potremmo inserire anche i mangimi vegetali per pesci alghivori e le versioni "soft" per la fauna del laghetto.
Insomma, centinaia se non migliaia di pesci diversi e, grossomodo, due composizioni principali di mangime le cui uniche variazioni evidenti sono il formato: pellet, granulo, scaglia, micronizzato (polvere).
E' sempre vero che un mangime è più proteico di un altro anche se varia di ben 5-10% il numero sull'etichetta? No, bisogna considerare il valore biologico di quelle proteine, ovvero quanto in realtà ne viene assimilato. Questo costituisce la qualità del prodotto e, non sempre devo dire, il prezzo.
Va bene, non va bene? Insomma, gli animali in allevamento campano anni e sono da innumerevoli generazioni con noi, cresciuti a mangime commerciale. Probabilmente non è una dieta malsana, ma forse neanche la migliore. Difatti i pesci tenuti all'esterno di solito sono molto più robusti e colorati (in termini di vivacità del colore) che al chiuso---> godono di sole, variazione di temperatura e tutti gli insetti che attratti dall'acqua vi depongono o, appoggiandosi, vengono predati.
Consiglio pratico: compra un mangime di buona marca (Hikari, SHG, New Era, NLS, a volte anche le produzioni del negozio...) scegliendo il prodotto di granulometria idonea.