Ananas ha scritto:sinceramente credo che così ci sia una micro escursione termica giornaliera ma anche una macro escursione tra questo periodo e l'estate
Sì, questo può andare bene.
Ananas ha scritto:Quindi volente o nolente una stagionalità gliela dai! Intendo che un haplo dei tuoi distingue sicuramente una stagione fredda da una calda. Noto comportamenti particolari? Entra in riproduzione in determinati periodi? Diventa più territoriale? Mangia meno nella stagione fredda o è più letargico? Malattie stagionali? Questo intendo
Sì ma se guardiamo quei 6-8°C allora tutti in estate hanno caldo e in inverno hanno la temperatura al minimo impostato

Stagionalità vuol dire anche altro, come mirati cambi d'acqua e variazione delle dieta.
Temperatura e metabolismo sono strettamente correlati e spefici per ogni specie.
Un ciclide a 18°C è al minimo dell'attività, la metà che a 28°C.
Una trota a 18°C è al massimo dell'attività, il doppio che a 8°C.
Una teoria afferma che ogni 10°C in più il metabolismo raddoppia la velocità. E' indicativo ma aiuta a dare un'idea di come la temperatura sia determinante per il fabbisogno di cibo, la velocità di crescita e tanto altro.
Malattie stagionali non dovrebbero essercene, o meglio, i pesci deboli si ammalano e muoiono: questo è molto positivo, significa selezionare gli esemplari robusti.
Ananas ha scritto:Il fotoperiodo è molto importante per tutte le specie allevate a fini commerciali (se non si era capito il mio campo di studi è orientato su questo) per la riproduzione ma anche per migliorarne la vita (meno stress più crescita meno malattie) ed è associato a variazioni nella temperetura
Questo è relativo.
Normalmente i pesci crescono tantissimo nella stagione favorevole, mentre diventano letargici nella stagione sfavorevole. Non è sempre vero che poca luce e temperatura più bassa aumenti negativamente lo stress: certe specie senza questo periodo "buio" non entrano nemmeno in riproduzione.
Non esistono le condizioni ideali per una specie, perchè essa è in continua evoluzione per sopportare* le condizioni ambientali in cui vive.
* sopportare nel senso di riuscire a mantenersi nei principi di biologia come l'omeostasi. L'interno delle cellule deve rimanere entro un certo range di valori, fuori dai quali muore. La differenza tra le condizioni vitali e quelle ambientali è proporzionale alla fatica per mantenere viva la cellula o l'intero organismo.
Noi come umani fatichiamo a mantenere 35-37°C quando fuori ce ne sono 25, ma lo sforzo è molto maggiore se fuori sono 15 i gradi celsius.
I pesci sono perlopiù eterotermi quindi seguono passivamente la temperatura ambientale, ma vivendo in acqua devono controllare anche la concentrazione interna di sali, tramite la regolazione del trasporto osmotico: continua tendenza all'equilibrio delle concentrazioni.
Per farti un esempio se inserisci un pesce in una soluzione con alto contenuto di sali avrà probabilmente problemi perchè l'acqua viene attirata all'esterno della membrana cellulare perchè all'interno di essa ci sono meno sali e tanta acqua, il contrario che fuori. Per mantenere l'acqua all'interno quindi non esiste l'osmosi, ma ci sono particolari proteine (acquaporine, dovrebbero essere le stesse sia in noi che nei pesci) che consumando energia trasportano acqua dove serve.
Insomma, non è semplice nè banale sopravvivere!
L'alternanza stagionale delle condizioni ambientali a volte facilità un processo, a volte un altro, a volte crea maggiori difficoltà...
Anche il fatto di crescere iper velocemente non è sempre benefico. E' importante crescere regolarmente con le giuste proporzioni: confronta una trota selvatica con una di lago a pago. La prima è una trota, la seconda è una carpa deformata. E' positivo? Secondo me e non solo me non tanto.