Il primo acquario, come farlo "stabile"
Inviato: 01/01/2015, 10:12
Egregi acquaroli,
come anticipato nella mia presentazione sono un aspirante acquarolo (mi sembra di aver avuto un pesce rosso, poveretto, negli anni 70... tutto il progressive rock ascoltato in casa nulla ha potuto contro l'ipossia, la temperatura eccessiva e chissà quale altra tortura. Parce sepultis.) con in testa un obiettivo che penso essere il più diffuso in assoluto tra i possessori di acquario: minimizzare la necessità di intervento, se non proprio massimizzando, almeno, non pessimizzando, la salute del biotopo artificiale creato in vasca.
Sto parlando di poter lasciare la vasca e i vari automini che la potranno gestire "incustoditi" (poi però parliamo di internet e monitoraggio...) per 3 settimane, diciamo un mese per sicurezza. Non vorrei tuttavia pormi l'obiettivo di una vasca ad intervento nullo, anche se affascinante.
Allora vediamo (mi correggerete), premettendo che sto parlando di un acquario dolce visto che sono proprio un principiante.
Incentrerei il discorso sull'equilibrio.
Vedo diversi grossi fattori: volume, acqua, luce, cibo, fertilizzazione, temperatura. Fattori che devono concorrere al benessere di flora e fauna, i quali a loro volta li alterano. Il sistema avrà poi una certa resilienza, ma questo è proprio il nucleo del discorso.
Volume: parlando di equilibrio mi verrebbe da dire il maggiore possibile dati i vincoli oggettivi e soggettivi (...), diciamo 120-125 litri. Non meno di 60 mi sembra di capire. La stabilità è figlia dell'inerzia e della a complessità, eccetera.
Acqua: appena riesco vi posto i dati dell'acquedotto. E in base agli abitanti della vasca andrà condizionata. E cambiata, ma probabilmente ci può essere una sufficiente stabilità tale da poter cambiare una volta al mese...?
Luce: mi sembra il più semplice - in fase di progettazione - per ovvi motivi.
Cibo: direi somministrato (automaticamente), ovviamente in base alla fauna... Ma se magari ci sono pesci vegetariani, ditemi...
Fertilizzazione: ho letto del fantastico PMDD. Yum yum. Non facile automatizzare, però ci si può pensare, a partire da una buona prassi manuale consolidata.
Temperatura: partirei dai dati dell'appartamento, 21-22 gradi d'inverno, fino a 30 d'estate (raramente di più).
Per minimizzare la gestione penso si possano fare due cose: (1) scegliere pesci e piante che arrivano fino a 30 gradi (2) usare un refrigeratore sull'acqua (3) usare ventole, sensore livello, pompa rabbocco, serbatoio osmosi.
Io fin qui ci arrivo, ma poi le uniche soluzione a cui posso arrivare pongono altri problemi: vasca tropicale con tante piante e pochi pesci, ovvero numero **costante** di pesci. Però il problema può anche essere il fatto che poi i pesci riproducendosi in modo incontrollato mandano in "vacca" la vasca, o sbaglio? Per esempio un amazzonico con poecilidi ha questo problema, giusto?
Oppure acquario senza piante, ossigenazione dalla superficie libera, aerazione per smammare la CO2...? Con quali pesci, che vivono bene fino a 30-32 gradi?
A voi.
come anticipato nella mia presentazione sono un aspirante acquarolo (mi sembra di aver avuto un pesce rosso, poveretto, negli anni 70... tutto il progressive rock ascoltato in casa nulla ha potuto contro l'ipossia, la temperatura eccessiva e chissà quale altra tortura. Parce sepultis.) con in testa un obiettivo che penso essere il più diffuso in assoluto tra i possessori di acquario: minimizzare la necessità di intervento, se non proprio massimizzando, almeno, non pessimizzando, la salute del biotopo artificiale creato in vasca.
Sto parlando di poter lasciare la vasca e i vari automini che la potranno gestire "incustoditi" (poi però parliamo di internet e monitoraggio...) per 3 settimane, diciamo un mese per sicurezza. Non vorrei tuttavia pormi l'obiettivo di una vasca ad intervento nullo, anche se affascinante.
Allora vediamo (mi correggerete), premettendo che sto parlando di un acquario dolce visto che sono proprio un principiante.
Incentrerei il discorso sull'equilibrio.
Vedo diversi grossi fattori: volume, acqua, luce, cibo, fertilizzazione, temperatura. Fattori che devono concorrere al benessere di flora e fauna, i quali a loro volta li alterano. Il sistema avrà poi una certa resilienza, ma questo è proprio il nucleo del discorso.
Volume: parlando di equilibrio mi verrebbe da dire il maggiore possibile dati i vincoli oggettivi e soggettivi (...), diciamo 120-125 litri. Non meno di 60 mi sembra di capire. La stabilità è figlia dell'inerzia e della a complessità, eccetera.
Acqua: appena riesco vi posto i dati dell'acquedotto. E in base agli abitanti della vasca andrà condizionata. E cambiata, ma probabilmente ci può essere una sufficiente stabilità tale da poter cambiare una volta al mese...?
Luce: mi sembra il più semplice - in fase di progettazione - per ovvi motivi.
Cibo: direi somministrato (automaticamente), ovviamente in base alla fauna... Ma se magari ci sono pesci vegetariani, ditemi...
Fertilizzazione: ho letto del fantastico PMDD. Yum yum. Non facile automatizzare, però ci si può pensare, a partire da una buona prassi manuale consolidata.
Temperatura: partirei dai dati dell'appartamento, 21-22 gradi d'inverno, fino a 30 d'estate (raramente di più).
Per minimizzare la gestione penso si possano fare due cose: (1) scegliere pesci e piante che arrivano fino a 30 gradi (2) usare un refrigeratore sull'acqua (3) usare ventole, sensore livello, pompa rabbocco, serbatoio osmosi.
Io fin qui ci arrivo, ma poi le uniche soluzione a cui posso arrivare pongono altri problemi: vasca tropicale con tante piante e pochi pesci, ovvero numero **costante** di pesci. Però il problema può anche essere il fatto che poi i pesci riproducendosi in modo incontrollato mandano in "vacca" la vasca, o sbaglio? Per esempio un amazzonico con poecilidi ha questo problema, giusto?
Oppure acquario senza piante, ossigenazione dalla superficie libera, aerazione per smammare la CO2...? Con quali pesci, che vivono bene fino a 30-32 gradi?
A voi.