Daniela ha scritto: ↑Quindi l’immagine è relativa all’assorbimento da parte delle piante solo dal fondo in base al pH in colonna ?
La prima immagine è relativa all'assorbimento da parte delle piante dal terreno in base al pH del terreno.
La seconda è relativa all'assorbimento da parte delle piante acquatiche sia dalla colonna in base al pH in colonna, che dal fondo in base al pH del fondo. Più il fondo è drenante, più i nutrienti in colonna circoleranno anche nel fondo e viceversa.
Le galleggianti sfruttano i nutrienti in colonna, una pianta con le radici nel substrato e con tutte le foglie fuori dall'acqua, sfrutta i nutrienti che trova nel fondo.
Per il resto, sarà un mix in base alla specie di pianta e alle condizioni specifiche.
Gli andamenti dell'assorbimento dei nutrienti nelle due tabelle sono in buona parte abbastanza simili.
L'assorbimento di calcio e magnesio, ma anche azoto e potassio, è favorito a pH alcalini.
Ferro, manganese, zinco, rame e boro verso pH acidi.
Solo il fosforo differisce in modo più marcato nei due schemi: in acqua l'assorbimento è favorito a pH più acidi.
cicerchia80 ha scritto: ↑Dopo pH 6 comincia ad essere più difficoltoso Sarà per questo che nel Seachem c'è Glutaraldeide
Certo. La glutaraldeide, essendo un agente riducente, favorisce la permanenza del ferro nello stato meno ossidato, almeno all'interno del prodotto (che è gluconato ferroso).
Il ferro in particolare, ai pH tipici, viene ossidato molto velocemente, e (anche se gluconato) resiste da pochi minuti a massimo qualche ora in base al pH prima di precipitare come idrossido ferrico, o magari fosfato ferrico o altre forme.
Non userei quindi il Seachem in una vasca a pH alcalino, e pure in ambiente acido se ne deve somministrare una piccola quantità con frequenza giornaliera. Perché quello che non viene prontamente assorbito dalle piante precipita, e a quel punto, come spiega l'articolo sui chelanti, si accumula e solo dopo tempo (è un processo lento e dispendioso) può essere parzialmente assorbito grazie all'acificazione locale delle radici, e a quella dei batteri.
Al contrario, usando chelanti più forti, cioè più resistenti anche a pH più alti (non a caso il ferro chelato è utilizzato sia nel giardinaggio che in acquariofilia) il ferro chelato resta in soluzione, anche se nella forma più ossidata, e può essere assorbito sia in colonna che dal fondo con una certa spesa energetica da parte della pianta, che aumenta al crescere della forza del chelante.
Possiamo quindi usare dosaggi maggiori con frequenza minore.