Avete ragione.
E la colpa è un po' di tutti:
delle case editrici, che non aggiornano le edizioni (tranne il libro già citato di Konings che è arrivato alla 5), nostra, che non li compriamo, ancora delle case editrici che li vendono a delle cifre spropositate, con la scusa che, essendo un hobby, si possono praticare prezzi qualsiasi. Della rete, che rende disponibili migliaia di informazioni ma, purtroppo, il più delle volte non sistematicizzate e non organiche (per forza, sono disperse fra decine di siti diversi, spesso come mero copia/incolla di altre fonti...).
Proverò a cercare le schede della rivista Aquarium.
Tra l'altro, mi risulta esista una collana della Tetra, verosimilmente datata. Qualcuno ne sa qualcosa?
@ecannoni, @
mmarco
@
Azius, ho appena letto la tua risposta, scritta e pubblicata mentre stilavo la mia replica, qui sopra:
In linea di principio, sono d'accordo, ovviamente, ma nonostante ciò, una raccolta delle informazioni di ciascuna specie di pesce è comunque interessante:
capisco perfettamente anch'io che l'acquario è, in partenza, un'utopia.
Come si può pensare di replicare qualcosa in 300 litri (per i più fortunati) che in natura è un vero e proprio ecosistema complesso è composito?
Però, ad esempio, sapere quali colori usano i ciclidi per comunicare tra loro, come li adoperano e quando, è abbastanza importante e, immagino, invariabile.
Io, nella mia pozzanghera, ho delle petitelle, delle pristelle, dei bentosi, qualche corydoras e una coppia di Colisa, E poi ho inserito quattro Anomalochromis Thomasi. Pesci sconosciuti ai più ma che a me piacciono molto. Fin dalla mia infanzia, trascorsa all'ombra dei dinosauri.
Ebbene, tutti mi hanno sconsigliato di inserirli. Anzi, mi hanno detto che avevo già fatto un fritto fin troppo misto. Ciò nonostante, li ho inseriti. Si sono adattati molto rapidamente alla pozzanghera ed hanno trovato un equilibrio soddisfacente col resto della popolazione. Dopo qualche tempo hanno deposto: la prima volta la "covata" non è andata a buon fine. Forse l'inesperienza, la giovane età, non saprei.
Ma la seconda volta no.
Tutto fila come natura vorrebbe: deposizione su un sasso (nemmeno quello da me predisposto ma un altro di loro gradimento che io non userei nemmeno per bloccare la ruota dell'auto, vedi un po'...). Uova schiuse, avannotti già spostati nella prima buchetta e sorvegliati da mamma Thomasi. E il papà fa la ronda....
Quello che però non sapevo è che fra una ciclo di deposizioni ed un altro (sono pronti ogni 3 o quattro settimane a deporre e depongono dalle tre alle quattro volte per ciclo), la specie può lasciar trascorrere tre mesi o più.
E l'altra coppietta di Thomasi? Nisba. Ronzano lì intorno, cacciati prontamente dal guardiano di turno se dimostrano una curiosità insana. Ma niente, non si danno da fare...
Nel frattempo, i colisa hanno già fatto famiglia due volte, nonostante le pristelle, le petitelle, e tutti gli altri... e il sottoscritto che, ogni due settimane cambia il 20% d'acqua perché è convinto che tenere la carica batterica sotto controllo sia moooolto più importante del valore del pH (che comunque verifico e cerco di tenere in un determinato range).
Questo per dire che si, capisco che l'acquario di per se è una forzatura, ma loro, un comportamento/bagaglio ativico di riferimento ce l'hanno comunque nel DNA. E non penso che bastino 70 anni di cattività a cancellarlo.
Ed è quello che vorrei conoscere. Con tutti i se e i ma del caso. Come base di partenza per il mio personalissimo studio di etologia.
Ps
Sarebbe interessante provare a realizzare qualcosa noi, come forum, in ogni sezione (o in una sezione documentale trasversale):
deciso un template tipo, chi ha avuto/ha esperienza con un particolare soggetto, redige la scheda e la pubblica.
PPs
Scusate il pippone...
