I cambi d'acqua dipendono da diversi fattori, principalmente dal modo in cui intenderai gestire la vasca, soprattutto per quanto riguarda la fertilizzazione...ma andiamo con ordine!
Durante la maturazione iniziale della vasca, è fortemente sconsigliato fare cambi, in modo da agevolare l'attecchimento della flora batterica nel filtro, a meno di casi rari ed eccezionali da valutare di volta in volta. Per questo è molto importante determinare la "qualità" dell'acqua con cui si andrà a riempire la vasca, in base ai valori della tua acqua potabile (si trovano di solito in rete sul sito del tuo gestore), che eventualmente si potrà "tagliare" con acqua distillata (quella che si trova nei supermercati andrà bene), sempre in relazione al tipo di allestimento che si vuole realizzare (l'acqua del lago Malawi è molto diversa da quella del Rio delle Amazzoni o di una risaia!). In questo entrano in gioco altro fattori, come la realizzazione di un allestimento tipo biotopo, ovvero che include pesci e piante che in natura vivrebbero insieme. Diversamente, bisognerà trovare un punto d'incontro nei valori, ma questo ha degli ovvi limiti.
In seguito alla maturazione del filtro, e solo se ce ne sarà bisogno, i cambi sono mirati, per l'appunto, ad aggiustare questi valori, avvicinandoli quanto più possibile a quelli che i tuoi pesci troverebbero in natura nel loro abitat. Il raggiungimento di questo obiettivo, dipenderà in una certa misura anche dall'allestimento, specialmente da alcuni fondi che interagiscono con i valori dell'acqua.
Infine la fertilizzazione: se deciderai di usare un protocollo commerciale, probabilmente nelle istruzioni troverai una calendarizzazione della quantità e frequenza dei cambi, che occorrono per diluire gli eccessi che inevitabilmente si accumuleranno.
Se invece deciderai di seguire il metodo
PMDD, in questo caso uno degli obiettivi è quello di ridurre il più possibile la frequenza dei cambi (alcuni si limitano a uno o due all'anno

), riducendo eccessi e accumuli con una fertilizzazione mirata. Inoltre questo permette di non diluire i preziosi alleochimici che producono le piante per contrastare le proliferazioni algali.
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