allestimento fondo, terriccio o manado
Inviato: 11/07/2015, 23:13
ciao a tutti, vorrei riallestire una vasca da 100L netti e vorrei farmi un po di chiarezza su come meglio progettare il fondo.
Avrei intenzione di creare un plantacquario spinto quindi con tanta luce, CO2 e piante esigenti... la scelta definitiva non è ancora stata fatta ma vorrei comunque utilizzare solo piante provenienti dal continente americano.
Delle più difficili da coltivare e che comunque necessitano anche di un buon fondo citerei staurogyne repens, Alternanthera, ludwigia e quasi sicuramente la proserpinaca palustris.
La mia idea era quella di abbinare un fondo fertile ad un comune ghiaietto inerte come fatto in altri allestimenti così da avere subito un buon nutrimento dal fondo e la possibilità una volta esaurito di integrarlo con stick e tabs specifiche ( ferro ) senza correre il rischio di riversare tutti i nutrienti in colonna come ho letto capita con fondi più drenanti.
L'inconveniente principale di tale allestimento è la possibilità che sradicando piante venga su tutto e poi a quanto ho letto sembrerebbe opportuno l'utilizzo di un cavetto riscaldante per favorire la circolazione nel fondo ed evitare la creazione di zone anossiche per il compattamento del substrato stesso.
Poi però ho letto vari topic in cui si parlava del manado, mi ha interessato e vorrei comprendere alcuni aspetti sul suo utilizzo.
Innanzi tutto viene definito inerte ma allo stesso tempo ho trovato potrebbe essere considerato un akadama saturo, di conseguenza mi vien da pensare che qualcosa rilascerà una volta allestito. Quindi perchè inerte?
Parlando proprio di allestimento poi, si usa da solo e grazie alla sua capacità drenante diviene un " terriccio fertile " assorbendo dalla colonna oppure, nel mio caso, andrebbe comunque messo sopra un substrato fertile?
Ed infine le differenze con l'akadama. I 2 si comportano in modo opposto, almeno inizialmente, il manado rilascia e aumenta le durezze l'akadama fa il contrario. Quindi in sostanza quando usare l'uno e l'altro e perchè allestire con l'akadama se dopo tot tempo si satura e diventa in pratica manado?
Avrei intenzione di creare un plantacquario spinto quindi con tanta luce, CO2 e piante esigenti... la scelta definitiva non è ancora stata fatta ma vorrei comunque utilizzare solo piante provenienti dal continente americano.
Delle più difficili da coltivare e che comunque necessitano anche di un buon fondo citerei staurogyne repens, Alternanthera, ludwigia e quasi sicuramente la proserpinaca palustris.
La mia idea era quella di abbinare un fondo fertile ad un comune ghiaietto inerte come fatto in altri allestimenti così da avere subito un buon nutrimento dal fondo e la possibilità una volta esaurito di integrarlo con stick e tabs specifiche ( ferro ) senza correre il rischio di riversare tutti i nutrienti in colonna come ho letto capita con fondi più drenanti.
L'inconveniente principale di tale allestimento è la possibilità che sradicando piante venga su tutto e poi a quanto ho letto sembrerebbe opportuno l'utilizzo di un cavetto riscaldante per favorire la circolazione nel fondo ed evitare la creazione di zone anossiche per il compattamento del substrato stesso.
Poi però ho letto vari topic in cui si parlava del manado, mi ha interessato e vorrei comprendere alcuni aspetti sul suo utilizzo.
Innanzi tutto viene definito inerte ma allo stesso tempo ho trovato potrebbe essere considerato un akadama saturo, di conseguenza mi vien da pensare che qualcosa rilascerà una volta allestito. Quindi perchè inerte?
Parlando proprio di allestimento poi, si usa da solo e grazie alla sua capacità drenante diviene un " terriccio fertile " assorbendo dalla colonna oppure, nel mio caso, andrebbe comunque messo sopra un substrato fertile?
Ed infine le differenze con l'akadama. I 2 si comportano in modo opposto, almeno inizialmente, il manado rilascia e aumenta le durezze l'akadama fa il contrario. Quindi in sostanza quando usare l'uno e l'altro e perchè allestire con l'akadama se dopo tot tempo si satura e diventa in pratica manado?