Coltivazione piante in ambiente alcalino
Inviato: 21/07/2015, 1:37
Questa discussione si unisce a quella precedente chiusa (lezione di chimica) continuandola.
Per chiarezza ripeto ora la domanda originale che porta a fare tutto il discorso:
- Per quale motivo negli acquari con acqua alcalina e pH superiore a 7,5 molte piante hanno una netta difficoltà a crescere mentre in natura questo stesso problema nelle stesse condizioni di pH non si riscontra ?
Tutta la disquisizione partiva appunto dall'osservazione oggettiva che gli acquari con pH superiore a 7 ed acqua alcalina (come quasi tutti quelli che possiedo ovvero: il Tanganika, il salmastro, il nostrano ecc.) hanno una notevole maggior difficoltà di successo nella coltivazione di gran parte delle piante rispetto agli acquari con acqua molto tenera e pH inferiore a 7, e tutto questo nonostante tali piante (con grande scherno dei nostri sforzi) crescono in natura benissimo con un pH alcalino ed infine ancora nonostante molte piante per i nostri scopi siano state selezionate esclusivamente per tali valori chimici.
MA QUAL'E' LA SPIEGAZIONE ???
In questo periodo di assenza ho passato molto tempo a leggere decine e decine di articoli in Inglese, Francese e Tedesco per cercare di capire il problema, nonché ho scritto mail ai rispettivi autori degli articoli che in molti casi erano anche dei biochimici aquariofili con competenze di gran lunga superiori alle mie; ho poi posto le medesime domande a dei biologi.
Invece di scrivere un trattato di chimica come stavo tentando di fare, mi limiterò molto più modestamente a scrivere i risultati di alcune di tali ricerche.
Le variabili in gioco che causano il variare del pH in relazione al KH e alla CO2 sono mooooolti di più di quanto inizialmente credevo e quindi mi viene difficile generalizzare troppo. Perfino le tabelle di conversione tra pH e KH non tengono (e non possono tenere) conto di altre variabili chimiche che entrano in gioco.
Eccone alcune tra le meno considerate, che forse alcuni di noi potrebbero ancora non aver sentito.
Variabili:
1) La pressione atmosferica (alta il pH aumenta, bassa diminuisce)
2) La pressione dell'impianto idrico e dell'origine dell'acqua es. pozzo
3) Acidi biogenici
4) Acidi umici
5) Tannini
6) Il carico organico
7) Il potenziale REDOX
8) Altre sostanze non menzionate
9) Infine i tipi di carbonati presenti hanno un potere più o meno alcalinizzante a seconda della loro percentuale es. il Bicarbonato di sodio è debolmente alcalinizzante diverso dal Bicarbonato di potassio.
Inoltre come il sig.Rox menzionava in un suo messaggio, le reazioni chimiche di precipitazione di molti elementi importanti come il Ferro, il Potassio, il Magnesio e il Calcio cambiano radicalmente al variare del pH.
Come già possiamo vedere la semplice combinazione di questi fattori insieme a quelli che già conosciamo determina uno scenario talmente vario che a volte rimane difficile combinare tutti i fattori e capire cosa cambia cosa.
Un'acqua tenera e leggermente acida può mantenere una maggior concentrazione di nutrienti per le piante rispetto alla corrispondente acqua alcalina e più il pH sale più la CO2 ed il ferro diminuiscono.
Le piante che possono vivere in ambienti alcalini hanno degli adattamenti speciali per poter compiere la fotosintesi le altre NON possono farlo.
Ecco la traduzione di un passo di un articolo che tratta come argomento la fotosintesi in ambiente alcalino preso da Reef alchemy: ( http://www.reefkeeping.com/issues/2006-10/rhf/ )
...Gli aquariofili possono giustamente domandarsi se gli organismi siano in grado di compiere la fotosintesi efficientemente quando il pH viene aumentato. La risposta è mista. Alcuni possono e altri no. Quegli organismi che confidano solamente sulla CO2 potrebbero non riuscirci. Quelli che dipendono sia dalla CO2 che dal bicarbonato hanno una maggior possibilità di ritenerlo efficientemente ad un pH superiore perché è presente una quantità molto maggiore di bicarbonato e non cambia così rapidamente con il pH oltre il livello che interessa agli aquariofili.
Quindi sempre la domanda iniziale alla quale non sono ancora riuscito a dare una risposta esauriente.
Per quale motivo nei laghi e nei fiumi con acqua alcalina le piante sono presenti in gran quantità e sono rigogliose mentre nei nostri acquari stentano a crescere ?
Dalle mie ricerche e prove sul campo emerge che contrariamente alle mie credenze originali i valori chimici che si riscontrano nei laghi Malawi e Tanganika sono di gran lunga le più comuni nel territorio Italiano (fatte ovviamente alcune eccezioni) e la stabilità dei valori chimici nelle varie stagioni (inverno-estate, piena o secca) non discostano di molto dai valori medi che sono SEMPRE ben al di sopra di pH 8 (talvolta superano perfino il 9) e 15 di KH ovvero proprio quei valori che prima di questa rivelazione io giudicavo ESTREMI ma che a quanto pare nei nostri laghi sono considerati estremi quando al contrario scendono sotto l'8 di pH andando verso il neutro considerato sintomo di eutrofizzazione.
Sono portato da ipotizzare (ma non ne ho la certezza) che nel substrato di fondo dei fiumi con acqua alcalina si creino quelle condizioni anaerobiche riducenti che permettono alle piante di poter assorbire i nutrienti tramite le radici nonostante il pH ed inoltre lo stesso substrato organico-anaerobico del biotopo con acqua alcalina potrebbe produrre quella CO2 mancante che non viene scambiata da quella atmosferica.
Nelle mie misurazioni effettuate nel lago di Avigliana nel Po e nei canali di scarico comunque la CO2 era sempre al di sotto dei 10 mg litro.
...il mistero rimane in parte ancora irrisolto.
Per chiarezza ripeto ora la domanda originale che porta a fare tutto il discorso:
- Per quale motivo negli acquari con acqua alcalina e pH superiore a 7,5 molte piante hanno una netta difficoltà a crescere mentre in natura questo stesso problema nelle stesse condizioni di pH non si riscontra ?
Tutta la disquisizione partiva appunto dall'osservazione oggettiva che gli acquari con pH superiore a 7 ed acqua alcalina (come quasi tutti quelli che possiedo ovvero: il Tanganika, il salmastro, il nostrano ecc.) hanno una notevole maggior difficoltà di successo nella coltivazione di gran parte delle piante rispetto agli acquari con acqua molto tenera e pH inferiore a 7, e tutto questo nonostante tali piante (con grande scherno dei nostri sforzi) crescono in natura benissimo con un pH alcalino ed infine ancora nonostante molte piante per i nostri scopi siano state selezionate esclusivamente per tali valori chimici.
MA QUAL'E' LA SPIEGAZIONE ???
In questo periodo di assenza ho passato molto tempo a leggere decine e decine di articoli in Inglese, Francese e Tedesco per cercare di capire il problema, nonché ho scritto mail ai rispettivi autori degli articoli che in molti casi erano anche dei biochimici aquariofili con competenze di gran lunga superiori alle mie; ho poi posto le medesime domande a dei biologi.
Invece di scrivere un trattato di chimica come stavo tentando di fare, mi limiterò molto più modestamente a scrivere i risultati di alcune di tali ricerche.
Le variabili in gioco che causano il variare del pH in relazione al KH e alla CO2 sono mooooolti di più di quanto inizialmente credevo e quindi mi viene difficile generalizzare troppo. Perfino le tabelle di conversione tra pH e KH non tengono (e non possono tenere) conto di altre variabili chimiche che entrano in gioco.
Eccone alcune tra le meno considerate, che forse alcuni di noi potrebbero ancora non aver sentito.
Variabili:
1) La pressione atmosferica (alta il pH aumenta, bassa diminuisce)
2) La pressione dell'impianto idrico e dell'origine dell'acqua es. pozzo
3) Acidi biogenici
4) Acidi umici
5) Tannini
6) Il carico organico
7) Il potenziale REDOX
8) Altre sostanze non menzionate
9) Infine i tipi di carbonati presenti hanno un potere più o meno alcalinizzante a seconda della loro percentuale es. il Bicarbonato di sodio è debolmente alcalinizzante diverso dal Bicarbonato di potassio.
Inoltre come il sig.Rox menzionava in un suo messaggio, le reazioni chimiche di precipitazione di molti elementi importanti come il Ferro, il Potassio, il Magnesio e il Calcio cambiano radicalmente al variare del pH.
Come già possiamo vedere la semplice combinazione di questi fattori insieme a quelli che già conosciamo determina uno scenario talmente vario che a volte rimane difficile combinare tutti i fattori e capire cosa cambia cosa.
Un'acqua tenera e leggermente acida può mantenere una maggior concentrazione di nutrienti per le piante rispetto alla corrispondente acqua alcalina e più il pH sale più la CO2 ed il ferro diminuiscono.
Le piante che possono vivere in ambienti alcalini hanno degli adattamenti speciali per poter compiere la fotosintesi le altre NON possono farlo.
Ecco la traduzione di un passo di un articolo che tratta come argomento la fotosintesi in ambiente alcalino preso da Reef alchemy: ( http://www.reefkeeping.com/issues/2006-10/rhf/ )
...Gli aquariofili possono giustamente domandarsi se gli organismi siano in grado di compiere la fotosintesi efficientemente quando il pH viene aumentato. La risposta è mista. Alcuni possono e altri no. Quegli organismi che confidano solamente sulla CO2 potrebbero non riuscirci. Quelli che dipendono sia dalla CO2 che dal bicarbonato hanno una maggior possibilità di ritenerlo efficientemente ad un pH superiore perché è presente una quantità molto maggiore di bicarbonato e non cambia così rapidamente con il pH oltre il livello che interessa agli aquariofili.
Quindi sempre la domanda iniziale alla quale non sono ancora riuscito a dare una risposta esauriente.
Per quale motivo nei laghi e nei fiumi con acqua alcalina le piante sono presenti in gran quantità e sono rigogliose mentre nei nostri acquari stentano a crescere ?
Dalle mie ricerche e prove sul campo emerge che contrariamente alle mie credenze originali i valori chimici che si riscontrano nei laghi Malawi e Tanganika sono di gran lunga le più comuni nel territorio Italiano (fatte ovviamente alcune eccezioni) e la stabilità dei valori chimici nelle varie stagioni (inverno-estate, piena o secca) non discostano di molto dai valori medi che sono SEMPRE ben al di sopra di pH 8 (talvolta superano perfino il 9) e 15 di KH ovvero proprio quei valori che prima di questa rivelazione io giudicavo ESTREMI ma che a quanto pare nei nostri laghi sono considerati estremi quando al contrario scendono sotto l'8 di pH andando verso il neutro considerato sintomo di eutrofizzazione.
Sono portato da ipotizzare (ma non ne ho la certezza) che nel substrato di fondo dei fiumi con acqua alcalina si creino quelle condizioni anaerobiche riducenti che permettono alle piante di poter assorbire i nutrienti tramite le radici nonostante il pH ed inoltre lo stesso substrato organico-anaerobico del biotopo con acqua alcalina potrebbe produrre quella CO2 mancante che non viene scambiata da quella atmosferica.
Nelle mie misurazioni effettuate nel lago di Avigliana nel Po e nei canali di scarico comunque la CO2 era sempre al di sotto dei 10 mg litro.
...il mistero rimane in parte ancora irrisolto.