Esperimento: 2 litri (DUE) di Najas
Inviato: 31/07/2015, 11:32
Questo è un esperimento estremo iniziato per giocare con la fotosintesi, va avanti da novembre (siamo ad agosto).
Allestimento: novembre 2014.
Recipiente: vaso per cucina in vetro da 2 litri preso ad Ikea .
Fondo: ghiaino inerte.
Acqua: di rubinetto di Roma.
Flora: Najas guadalupensis.
"Arredo": una pigna di ontano.
Fauna: 2 Melanoides tubercolata e un sacco di ostracodi.
Fertilizzazione: nell'acqua c'è una dose minima di concime per nano acquari Dennerle (dose calcolata appositamente), messa una sola volta.
L'idea era di fare un vaso da mettere sul davanzale per vedere la Najas che faceva pearling. Poi è stato alloggiato sull'unico davanzale dove poteva prendere molta luce ma non diretta, che purtroppo è vicino al lavello della cucina. Quindi per evitare che ci finissero dentro schizzi di sapone, ci ho messo il tappo.
Da novembre a Natale ho cambiato acqua, 1/4 di litro, settimanalmente, e potato la Najas.
Da Natale mi sono scordato per un po' di cambiare acqua, ed è rimasto chiuso e completamente autosufficiente.
I nutrienti penso siano sempre gli stessi, la pignetta e il concime "nano" Dennerle.
Mi aspettavo un collasso invece:
- la Najas ha smesso di crescere, e io di potarla, ma rimane di un bel verde brillante e non muore (da bravo vegetale, "vegeta");
- le Melanoides sono rimaste due, non ho mai visto lumachine, evidentemente in mancanza di nutrienti non si riproducono. Però sono vive;
- sono comparsi un buon numero di ostracodi;
- non si sono mai viste alghe sui vetri.
Conclusioni (discutibili):
- la Najas è una pianta meravigliosa, se c'è tanto nutrimento cresce rapidissima, se non ne trova rallenta fino a fermarsi ma non muore;
- ho beccato il limite della legge del minimo di Liebig con le Melanoides;
- ho creato un ecosistema chiuso a una frazione infinitesimale del prezzo di quelle costosissime sfere con gamberetti che vendono alla Città del Sole.
Foto:
Allestimento: novembre 2014.
Recipiente: vaso per cucina in vetro da 2 litri preso ad Ikea .
Fondo: ghiaino inerte.
Acqua: di rubinetto di Roma.
Flora: Najas guadalupensis.
"Arredo": una pigna di ontano.
Fauna: 2 Melanoides tubercolata e un sacco di ostracodi.
Fertilizzazione: nell'acqua c'è una dose minima di concime per nano acquari Dennerle (dose calcolata appositamente), messa una sola volta.
L'idea era di fare un vaso da mettere sul davanzale per vedere la Najas che faceva pearling. Poi è stato alloggiato sull'unico davanzale dove poteva prendere molta luce ma non diretta, che purtroppo è vicino al lavello della cucina. Quindi per evitare che ci finissero dentro schizzi di sapone, ci ho messo il tappo.
Da novembre a Natale ho cambiato acqua, 1/4 di litro, settimanalmente, e potato la Najas.
Da Natale mi sono scordato per un po' di cambiare acqua, ed è rimasto chiuso e completamente autosufficiente.
I nutrienti penso siano sempre gli stessi, la pignetta e il concime "nano" Dennerle.
Mi aspettavo un collasso invece:
- la Najas ha smesso di crescere, e io di potarla, ma rimane di un bel verde brillante e non muore (da bravo vegetale, "vegeta");
- le Melanoides sono rimaste due, non ho mai visto lumachine, evidentemente in mancanza di nutrienti non si riproducono. Però sono vive;
- sono comparsi un buon numero di ostracodi;
- non si sono mai viste alghe sui vetri.
Conclusioni (discutibili):
- la Najas è una pianta meravigliosa, se c'è tanto nutrimento cresce rapidissima, se non ne trova rallenta fino a fermarsi ma non muore;
- ho beccato il limite della legge del minimo di Liebig con le Melanoides;
- ho creato un ecosistema chiuso a una frazione infinitesimale del prezzo di quelle costosissime sfere con gamberetti che vendono alla Città del Sole.
Foto: