Beh innanzitutto spero che il viaggio in treno sia uno di quelli piacevoli e non un odissea che mi è capitata un po di tempo faocram ha scritto:Intanto il cavetto riscaldante non serve a riscaldare, ma a creare attività nel fondo per evitare zone anossiche. Io lo userei per un substrato di terriccio consistente (10 cm minimi) coperto da materiale non leggero.
Capisco le tue ragioni luigi, ma quel discorso sott'acqua vale fino ad un certo punto. La maggioranza delle piante rapide usa le radici solo ed esclusivamente per ancorarsi. Questo è il motivo per cui diciamo di mettere gli stick solo sotto le piante esigenti, perché in generale se tu metti fertilità sotto ad una Egeria densa questa te lo tira dietro, però se non ne metti sotto ad una Alternanthera reineckii forse qualche problema lo hai, con detta fertilità che può essere data da un substrato o dagli stick. La differenza è che lo stick lo metto dove voglio, col substrato fertile devi ricoprire il fondo per qualche centimetro e i nutrienti che rilascia, bada bene, non sono personalizzati alla tua vasca!
Quindi tu mi dirai: perché mi snobbi il substrato fertile se ce l'hai tu stesso? Perché il terriccio universale con 1€ ti permette di allestire 5 acquari, due paludari, 3 serre e il giardino di zia.
Le pasticche dette stick NPK hanno il rilascio che vuoi tu, mi spiego: tralasciando che di tipologie ce ne sono a bizzeffe e che ognuna ha i suoi valori e tempi di scioglimento, che una volta trovato il "modello perfetto" per le esigenze della tua vasca dovrai svaligiare chi lo vende, se metti lo stick intero avrà un determinato tempo prima di esaurirsi, se lo dividi a metà lo riduci, e così via fino addirittura a grattugiarlo.
Spero di aver detto tutto quello che volevo dirti, sto in treno!


Dennerle lo ha utilizzato appunto come hai detto te per creare attività nel fondo al fine di creare zone anossiche, dupla invece prorpio come sistema primario per il riscaldamento dell'acquario.
Per il resto si concordo con te che molte piante usano l'apparato radicale solo per ancorarsi ma secondo me in linea (molto e sottolineo il molto ) generale e per sommi capi:
tutte le piante “d’acquario” riescono a procurarsi gli elementi nutritivi dall’acqua, attraverso l’apparato fogliare.
Alcune di queste dipendono esclusivamente dai nutrienti in acqua, come il Ceratophyllum, Egeria, Hydrilla, Lagarosiphon (le radici di queste ultime tre servono prevalentemente per l’ancoraggio), tutte le epifite, tutte le galleggianti, muschi ed epatiche.
Altre specie, la quasi totalità delle piante palustri adattate alla vita sommersa e alcune “vere” acquatiche, assorbono sia dalle foglie che dalle radici, come i generi Cabomba, Myriophyllum, Rotala, Limnophila, Hygrophila, Alternanthera, Ammania, Aponogeton, Potamogeton, Blixa, Lobelia, Ludwigia, Mayaca, Persicaria e Staurogyne.
Altre ancora e il mio dubbio è appunto su quest'ultime è che pur riuscendo ad assorbire dalle foglie, hanno bisogno comunque (per dare il meglio di sé) di un fondo fertile e “attivo” (preferibilmente con un’elevata CSC, capacità di scambio cationico) come Cryptocoryne, Vallisneria, Echinodorus, Crinum, Nymphaea, Lilaeopsis, Sagittaria e Marsilea.
Ho potuto costatare su questo genere di piante che se il substrato è ottimale, possono crescere e moltiplicarsi anche in assenza di una fertilizzazione liquida dell’acqua (parametri chimici, CO2 e luce a parte).
Altre, infine, giusto per chiudere un pò il cerchio assorbono sia dalle foglie che dalle radici anche se quest’ultime non sono immerse in un fondo, come Hydrocotyle, Hemianthus callitrichoides o Pogostemon helferi.