Paky ha scritto: ↑pKa 6.37 e' il pKa considerando anche la CO
2. Il pKa dell'acido carbonico e' 3.6
Giusto. Ma possiamo trascurare negli effetti reali complessivi del sistema la pressione esercitata dalla CO
2 (anche solo quella atmosferica) all'equilibrio e la relativa trasformazione della CO
2 disciolta in acido carbonico (il quale è circa mille volte inferiore se non sbaglio)?
Mi sembra che negli effetti pratici, la resistenza offerta dai bicarbonati (effetto tampone) si esaurisca molto prima di arrivare a pH 3.6 (o anche un punto superiore, quando dovrebbe iniziare l'azione "tamponante").
Comunque a parte questo dettaglio, è interessante il tuo spunto sull'efficacia del sistema tampone a pH distanti dal pKa.
In pratica, cosa significa? Io ho capito questo, dimmi se è corretto:
Esempio, ho un bel Tanganica, KH 20 e pH 8.5 (nessuna erogazione artificiale di CO
2, magari quella disciolta in vasca sarà nei dintorni di 2 mg/l).
Poiché il KH è alto, noi presumiamo che il potere tampone sia elevatissimo, sempre, qualunque sia il pH di partenza, quindi anche se è 8.5
Iniziamo così a versare acido cloridrico, per vederne l'effetto su KH e pH.
Ora, sappiamo che ai pH alti non possiamo trascurare i carbonati, ma lo facciamo ugualmente per semplificare le ipotesi, cioè ipotizziamo che i carbonati non esistano.
Versando l'acido partendo da pH 8.5, essendo molto lontani dall'efficacia del tampone bicarbonati, in realtà gli ioni idrogeno aggiuntivi dell'acido cloridrico non andranno ad intaccare i bicarbonati, per cui al contrario di quanto ci aspettavamo il pH scenderà repentinamente fino ad arrivare nei dintorni di 7, lasciando il KH praticamente inalterato (a poco meno di 20).
A questo punto, continuando a versare acido, inizia l'efficacia del sistema tampone: noi versiamo acido cloridrico che si dissocia tutto aumentando gli ioni idrogeno, ma l'acido carbonico si dissocia di meno compensando in questo modo l'aumento di ioni idrogeno dovuto all'acido. Il risultato è che il pH scende molto poco, mentre scende progressivamente il KH (diminuiscono i bicarbonati). L'acido carbonico in eccesso evapora come CO
2.
Se continuo a versare molto acido, ovviamente anche se "a fatica" il pH continua a scendere leggermente fin quando non arriviamo nei dintorni di 5.
A questo punto, i bicarbonati sono quasi assenti, il sistema tampone perde la sua efficacia, e continuando a versare acido cloridrico il pH riprende a diminuire repentinamente senza intaccare ulteriormente i bicarbonati: proprio come accadeva nei dintorni di pH 8 o 9, solo che stavolta i bicarbonati sono quasi nulli. Ma il calo del pH è ugualmente repentino con l'aggiunta di acidi forti.
Questo è anche quanto accade con i test a reagente del KH.
Il punto cruciale è il comportamente a pH 9: noi ci immaginiamo che versando dell'acido forte il tampone dei bicarbonati faccia il suo effetto impedendo la discesa del pH, invece il pH scenderebbe repentinamente (anche a KH 20) perché siamo ben lontani dal pKa!
Nella realtà, però, questo comunque non accade perché ci sono i carbonati che fanno da tampone a quei pH alti (così come i fosfati che però sono presenti tipicamente in misura inferiore)...
Quindi la resistenza alla variazione resterà nella realtà più o meno costante lungo tutto l'arco della scala pH di nostro interesse "acquariofilo", facendoci asserire che maggiore è il KH, maggiore è il potere tampone "a qualunque pH".
Quello che eventualmente sbagliamo è la motivazione: l'effetto tampone costante su tutto l'arco della scala pH (proporzionale al KH) non è dovuto al tampone bicarbonati, quanto all'effetto congiunto di più sistemi tamponi che agiscono su diversi punti della scala (bicarbonati, carbonati ed in parte fosfati).
I fosfati, anche se in misura inferiore, riguardano comunque il KH (così come bicarbonati e carbonai) perché il KH che misuriamo è proprio l'alcalinità!
E' corretto il ragionamento?

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