Non si tratta più di biochimica, ma di psicologia.
Ormai, Alessio vede rosso dappertutto. Mostra perfino immagini di acquari stupendi, dove riesce ad individuare "colorazioni rossastre"... che nessun altro ha mai notato.
Dopo la sua brutta esperienza, dovuta probabilmente ad un dosaggio eccessivo, nella sua mente la parola
"EDDHA" equivale a
"Chianti del '74".
Potete mostrargli decine di acquari, potete spiegare che i legni rilasciano tannini, che le piante rosse producono riflessi, il fondo pure, o che certe lampade hanno una temperatura di colore più bassa... quello che volete.
...Ma ogni volta che vedrà un'impercettibile imperfezione, sulla trasparenza dell'acqua, per lui sarà sempre colpa dell'EDDHA.
Lo sta dimostrando su ogni topic a cui partecipa.
Se poi, su centinia di utenti, ne trova 2-3 con i suoi stessi dubbi, la frittata è fatta.
Talvolta ne basta uno solo, in questi casi, per leggere la solita frase:
- "Ce ne sono tanti altri, che la pensano come me."
Ormai è da un po' che faccio il moderatore; di queste situazioni ne ho viste parecchie.
Lasciategli provare il DTPA, l'EDTA, il gluconato, le miscele di Lucazio...
Quando si accorgerà che il problema non era quello, ci troverà tutti qui, pronti a cantare in coro:
- - Noi te l'avevamo detto.
Nel merito, non ho nulla da aggiungere a quanto spiegato da Sini, Diego e soprattutto Ersergio.
P.S.
Cicerchia, quella differenza tra i chelanti è di 4 volte, non 400.
E' un valore logaritmico, ma non è come il pH, dove si usa un sottomultiplo.
Se l'EDDHA [o,o] fosse davvero così difficile da scindere, non sarebbe il chelante più usato al mondo negli integratori di ferro... perché sarebbe come non metterceli.
