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di Diego » 21/12/2016, 9:38
Il ferro gluconato serve per mantenere il ferro nello stato 2+, ovvero quello utile (il ferro ossidato, +3, non serve alle piante).
La stessa cosa la fanno i chelanti, con più o meno forza (EDTA, EDDHA, DTPA...).
La pianta quando vuole prendere ferro o trova il 2+ (cosa quasi impossibile), oppure deve elaborare, spendendo energia, il 3+ per farlo diventare 2+.
Per evitare inutili spese di energia, forniamo ferro mantenuto nello stato 2+, da un agente complessante (gluconato, solfato) o da un chelante (EDTA EDDHA DTPA etc). La pianta dovrà spendere energia per liberare il ferro dal complessante/chelante e prenderlo (ma comunque meno per ridurre il 3+ in 2+).
Più forte è il chelante, più energia serve. Ma poi forte è il chelante, più difficile sarà che il ferro venga ossidato a +3.
Il gluconato è molto debole, rispetto ai chelanti, quindi le piante dovranno usare pochissima energia per prendere il ferro. Tuttavia, essendo molto debole come complessante, andrà somministrato spesso (giornalmente, talvolta) e sarà disponibile comunque per poco tempo. Diciamo che spesso si legge in giro che in mezzora circa o è assorbito o precipita.
I chelati invece durano molto di più, nel tempo.
Se usi il gluconato insieme a un chelato credo che la pianta prima userà il gluconato. Terminato quest'ultimo, prenderà il chelato e, finito anche questo, si metterà a ridurre il 3+ da sé.
È lo stesso principio dell'S5: ferro in tre forme diverse, ovvero subito disponibile, riserva (EDDHA o-p) e riserva della riserva (EDDHA o-o).
- Questi utenti hanno ringraziato Diego per il messaggio:
- ocram (21/12/2016, 13:26)
Qualsiasi progresso scientifico deriva da sfida intellettuale, da compensazione di limitazioni. Niente limitazioni, niente progresso. Niente progresso, stagnazione culturale! Valido anche opposto. Progresso prima di cultura è vero disastro. (ME2)