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Allora, io dico la mia sul museo. Premetto che secondo me vale la pena comunque visitarlo.MicMenca ha scritto:Ma quali scuse! ci mancherebbe!... la cosa mi interessa molto!..sailplane ha scritto:Con le scuse a Mic sarei curioso di sapere cosa..
Iniziamo linkando il sito, per darvi una idea:
http://www.acquariobolsena.it/
In realtà le sale sono solo due, in una sono rappresentati la fauna del lago di Bolsena e della palude, più alcune vasche con le specie alloctone. La palude è rappresentata da un paludario con anfibi e altra piccola fauna, che mi è piaciuto.
Nell'altra sala è ricostruito il percorso di un ipotetico fiume con delle vasche con corrente simulata ospitanti diverse specie (cavedani, barbi, rovelle e trota - prima perplessità: la trota è una iridea). Nella stessa sala alcune vasche con crostacei autoctoni e anfibi (molto belle).
Nei passaggi tra le sale sono sistemate alcune vaschette didattiche con fitoplancton (acqua verde) e insetti.
Le indicazioni didascaliche invece di essere poste su pannelli, sono su piccoli schermi che cambiano schermata. Inoltre, stranamente sono prima in inglese e poi in italiano (forse si aspettavano più turisti stranieri?). Esteticamente accattivanti ma poco leggibili. Abbiamo avuto qualche difficoltà a capire dove iniziare il percorso, gli altri turisti vagavano a casaccio.
Buona l'idea del "percorso", ma qualche pannello con didascalie più leggibili non sarebbe stato male.
La parte dedicata alle specie alloctone (compresi i guppy) e alla catena alimentare non ha praticamente indicazioni, è fruibile solo se si è accompagnati da una guida o se si incontro uno dei curatori: non era il nostro caso, ma ad amici è capitato.
Perplessità varie sulla sala del lago. La fauna del lago è presentata in due vasconi, in uno c'è un misto di tinche, carpe, persici reali e boccaloni, nell'altra un luccio con alcune carpe. Vasche con arredamento scarno: sabbia e qualche legno sul fondo, un palo con "mola" di pietra a rappresentare le attrezzature da pesca tipiche del luogo, i pesci appaiono ammucchiati in maniera mista e i persici reali poco in salute.
C'è una vasca "tattile" con grosse carpe che dovrebbero farsi toccare dai visitatori, penso la usino per le gite scolastiche.
L'anguilla era in una vasca in cemento scarna, senza fondo, solo una mola di pietra a ciambella per farla nascondere.
Tra gli alloctoni, il Procambarus clarkii etichettato come "Gambero killer": va bene che è un alloctono molto dannoso, ma non mi piacciono troppo certe classificazioni sensazionalistiche. Anche questi erano in una vasca simile a quella dell'anguilla, solo cemento e una ciambella di pietra lavica forata.
Nessuna nota sul fatto che anche il black bass e il noto coregone siano in realtà alloctoni.
Il "torrente" è formato da quattro vasche comunicanti, buona corrente tra una e l'altra, ma lo spazio per i pesci era minimo (i cavedani a malapena si potevano girare).
Invece interessanti alcuni reperti nel museo storico, che va dalla preistoria all'età romana. Ci sono reperti villanoviani sorprendenti: pali con ancore a mola in pietra identici a quelli tradizionali utilizzati dai pescatori per ancorare le reti, e alcuni ami in bronzo incredibilmente sottili e simili a quelli moderni.
Probabilmente qualche biologo troverebbe anche qualche altra pecca. Però le intenzioni sembrano buone, la struttura è moderna, nonostante i vasconi "fritto misto di lago" sembra qualcosa di più strutturato e potenzialmente didattico.
Levassero quegli schermetti e mettessero qualche pannello stampato, con grafica moderna e accattivante, sarebbe meglio.
Comunque se ci passate, vale la pena farci un giro e prendere il biglietto per tutto il museo, compresa la parte archeologica.
Qui della sostenibilità della pesca ne parlano poco. Ho letto un testo di un ittiologo sulla fauna del Trasimeno, ed in effetti con tante buone intenzioni per incentivare l'economia dal rinascimento ad oggi è cambiata completamente la fauna ittica.MicMenca ha scritto: C'è una cosa simile anche al Trasimeno, è un "museo della pesca" ma ci sono anche una decina di vasche (anche grandi) con gli abitanti del lago.. e c'è un percorso didattico anche li. Purtroppo lascia molto a desiderare, perché a mio modo di vedere tralascia la mancanza assoluta di ecosostenibilità della pesca professionale in acque interne (secondo me da abolire), a favore della "bellezza della tradizione".
Per la situazione di Bolsena e Bracciano non sarei così categorico. Conosco anche qualche pescatore professionista, e sento anche la loro campana. Entrambi i laghi sono gestiti quasi come dei bacini di accrescimento, con semine fatte da due centri ittiogenici (a Marta per il lago di Bolsena, e vicino Anguillara per quello di Bracciano) che introducono ogni anno avannotti di specie di interesse commerciale da ceppi selezionati (specialmente per il luccio, stanno attenti a immettere quelli di ceppo italico). Poi ogni tanto anche qualche professionista viene beccato a fare porcate, specie quelli che pescano i lattarini fuori stagione o fuori quota.
Ma senza quelle immissioni ho paura che di lucci a Bracciano ne sarebbero rimasti pochi. E anche di persici reali, dopo l'epidemia che c'è stata qualche anno fa.
Ma si tratta anche di laghi vulcanici con profondità impressionanti, buona parte delle semine e della fauna si salva sia dai professionisti che dai dilettanti grazie a quello.
Già sul lago di Martignano sono molto scettico sul fatto che continuino ad operarci professionisti.
Se vuoi una brutta notizia, pare abbiano preso un siluro a Capodimonte.