Ho la fortuna e un po' anche la tristezza di aver visto i bellissimi biorami dello zoo di Torino, che chiuse i battenti nell'ormai lontano 1987.
Un biorama è il tentativo di ricostruire interamente un ambiente naturale, che nel caso dell'acquario dello zoo di Torino si concretizzava con l'allestimento di una zona sommersa ed una emersa, ove nell'emersa c'erano veri e propri alberi. L'ambientazione che adoravo più di tutte era quella del Rio delle Amazzoni, popolato, fra gli altri, da un fantastico banco di Astronotus ocellatus raggiungenti i 30 cm  di lunghezza circa.
Ora vi direte e tutto sto sproloquio che ci azzecca?
Beh, il mio acquario da sogno è sempre stato un biorama, che però con i normali acquari è quasi impossibile creare.
Sennonché un anno e mezzo fa, mi sono imbarcato nella realizzazione di un terrario per Gechi ciliatus, i quali hanno iniziato a riprodursi come conigli, creandomi una valanga di lavoro. Insomma per tutta una serie di ragioni ho fatto una cosa bruttissima, ho riportato verso la fine di luglio (2025) la coppia riproduttiva in negozio, liberando così la teca che la ospitava.
Ora, che fare di questo contenitore vuoto, anche piuttosto ingombrante?
Cribbio, ma come ho fatto a non pensarci prima, un biorama. Il caso voleva che proprio da poco un mio figliolo mi avesse rifilato i suoi pesci, una coppia di Macropodus e dei Tanichthys albunubes, pesci a mio avviso decisamente adatti ad un biorama.
 
Vi descrivo gli aspetti tecnici dell'opera.
Dimensioni teca, lunghezza 60 cm, larghezza 45 cm, per una superfice lorda di 27 dm2 e netta  25,95. Altezza 90 cm, riempibili d'acqua 22 cm per 57 litri netti.
Illuminazione, due Nanolight Repti, da 9 watt e 709 lumen l’una, cioè quelle usate per i Gechi ma che per la tipologia di piante che avevo intenzione di introdurre erano perfette.
Deputato al filtraggio, un filtro interno a spugne azionato da una piccola pompa da 3 watt.
 
Eccovi la teca in fase di allestimento
 
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Continua ...
 

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