Questa sarà la nostra ultima vasca e le vicissitudini legate al suo allestimento potrebbero rivelarsi istruttive per altri neofiti compulsivi come noi.
È una storia lunga quindi mettetevi comodi.
La primavera scorsa, in seguito alla rottura della pompa di sentina durante l’alluvione, abbiamo liberato una stanza della cantina con un clima perfetto per gli Axolotl. Per non sprecare l’occasione mi sono messa a cercare finché non ho trovato su Marketplace un vecchio Trigon 180 a un prezzo irrisorio in un posto dimenticato da Dio e con un amico del forum (grazie @cqrflf ) sono andata a prenderlo.
Il vascone era adattato a tartarughiera (pannelli in vetro siliconati, ghiaia marcia e altre amenità) quindi l’abbiamo scaricato in cortile con l’idea di lavorarci fuori e spostarlo in sede con calma.
Il mese successivo l’ho passato a raschiare il silicone e maledire la mia scarsa capacità di valutare le conseguenze.
Ulteriori accolli: il mobile di serie era stato sostituito da una pedana in ferro su misura pesantissima e più piccola della vasca stessa (abbiamo infilato in mezzo un supporto), il filtro nuovo di serie mancava di un raccordo indispensabile e non facilissimo da recuperare, i neon andavano sostituiti. Per il resto apparentemente tutto procedeva a gonfie vele.
Il giorno in cui abbiamo deciso di portare la gigantesca vasca giù per le strette scale della cantina ci siamo resi conto che la II porta era storta e mancavano 2 cm per far passare l’acquario. Io mi sono accasciata a terra, il fattore M ha preso una scalpello e il vicino, attirato dalle bestemmie, si è presentato col martello pneumatico. Problema risolto.
Fine prima parte
L’ultima vasca
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L’ultima vasca
L’acquario è stato riportato alla conformazione di serie del vecchio Trigon 190 quindi dal punto di vista della tecnica c’è poco da dire:
Misure 98,5x60x70, filtro di serie bioflow con cannolicchi con il getto rivolto verso l’alto per rompere la superficie senza creare corrente. Il filtro non è siliconato al vetro ma appoggiato su due pezzi di marmo greco.
L’unica novità sono i LED, minimo del minimo (2 daylight oase 40 con adattatori) a cui forse affiancherò un’altra lucina. Questa volta ci siamo tenuti il coperchio perché ogni tanto d’inverno qualche gatto randagio si infila in cantina.
Aggiunto dopo 31 minuti 31 secondi:
L’acqua è quella del rubinetto che a Torino è piuttosto dura. Adesso è giallina per le foglie ma conto di fare un giro di carbone vegetale per schiarirla. A oggi la temperatura dell’acqua è 18 gradi; la stanza è fredda ma quella confinante (lavanderia) ha il termosifone.
Il fondo è di sabbia edile fine. Il resto dell’allestimento si riduce a un paio di tronchi, uno comprato e uno di fiume ripescato da un’altro acquario in cui non serviva, due tane di bambù del bosco sopra casa, stagionati a lungo e lasciati in ammollo 2 mesi per affondarli, un po’ di foglie di quercia bollite.
La vasca è stata lasciata al suo destino per 3 mesi quindi dovrebbe essere pronta.
Manca ancora il cartoncino nero e una robusta pulita al vetro. (La foto è illuminata bene ma in realtà è una valle di tenebre).
Piante: Vallisneria, Sagittaria, muschio, Ceratophyllum, Limnobium, Pogostemon stellata e Lilleopsis brasiliensis.
Ospiti futuri: Axolotl figli della coppia di un amico, wild e leucistico. Nel frattempo abbiamo allestito una “lombricaia” in cortile anche se sono già abituati ai granuli.
Aggiunto dopo 2 minuti 16 secondi:
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Misure 98,5x60x70, filtro di serie bioflow con cannolicchi con il getto rivolto verso l’alto per rompere la superficie senza creare corrente. Il filtro non è siliconato al vetro ma appoggiato su due pezzi di marmo greco.
L’unica novità sono i LED, minimo del minimo (2 daylight oase 40 con adattatori) a cui forse affiancherò un’altra lucina. Questa volta ci siamo tenuti il coperchio perché ogni tanto d’inverno qualche gatto randagio si infila in cantina.
Aggiunto dopo 31 minuti 31 secondi:
L’acqua è quella del rubinetto che a Torino è piuttosto dura. Adesso è giallina per le foglie ma conto di fare un giro di carbone vegetale per schiarirla. A oggi la temperatura dell’acqua è 18 gradi; la stanza è fredda ma quella confinante (lavanderia) ha il termosifone.
Il fondo è di sabbia edile fine. Il resto dell’allestimento si riduce a un paio di tronchi, uno comprato e uno di fiume ripescato da un’altro acquario in cui non serviva, due tane di bambù del bosco sopra casa, stagionati a lungo e lasciati in ammollo 2 mesi per affondarli, un po’ di foglie di quercia bollite.
La vasca è stata lasciata al suo destino per 3 mesi quindi dovrebbe essere pronta.
Manca ancora il cartoncino nero e una robusta pulita al vetro. (La foto è illuminata bene ma in realtà è una valle di tenebre).
Piante: Vallisneria, Sagittaria, muschio, Ceratophyllum, Limnobium, Pogostemon stellata e Lilleopsis brasiliensis.
Ospiti futuri: Axolotl figli della coppia di un amico, wild e leucistico. Nel frattempo abbiamo allestito una “lombricaia” in cortile anche se sono già abituati ai granuli.
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