Metodo Walstad contro metodo Pedersen
- cqrflf
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Metodo Walstad contro metodo Pedersen
Intento alla ricerca del libro della Walstad per comperarlo, sono incappato nell'articolo di AF che non avevo ancora letto.
Non essendo possibile fare dei commenti colgo l'occasione di farne alcuni su questa discussione appositamente aperta.
Per documentarmi meglio sentendo altre campane sono andato a leggere altri articoli e alla fine pur rimanendo anche io dalla parte della Walstad devo dire che il metodo Pedersen si applica meglio in casi che forse rappresentano meglio lo stato reale dell'acquariofilia.
Lasciando stare la "diertrologia" che in questo caso è del tutto plausibile, gli acquari di partenza sono differenti in quanto quelli della Walstad rappresentano l'acquario di una persona che ha compiuto già un certo cammino evolvendosi per passare ad un altro livello.
Il metodo Pedersen con i cambi di acqua forse si applica meglio al tipo maggioritario di acquariofilo, ovvero l'acquariofilo con poca esperienza che predilige come soggetto i pesci piuttosto che le piante, aumentandone la varietà con specie che potrebbero andare in competizione le une con le altre.
Inoltre avendo vari acquari e avendo dovuto affrontare varie tipologie di problemi posso confermare che vi sono dei casi in cui alcuni tipi di alghe riescono a svilupparsi anche presenza di abbondante vegetazione.
Questo mi è successo in un acquario dove le specie a crescita veloce erano rappresentate da Limnophila e Pogostemon stellatus che avevano occupato l'80% del volume della vasca senza pesci quindi producendo sicuramente sostanze allelopatiche. Per contro devo anche dire che avendo utilizzato il fertilizzante Cifo generico erano presenti nitrati in quantità significativa che quindi forse annullavano l'effetto degli allelopatici ricreando le condizioni che si verificano nella maggior parte delle vasche sovrappopolate.
Non essendo possibile fare dei commenti colgo l'occasione di farne alcuni su questa discussione appositamente aperta.
Per documentarmi meglio sentendo altre campane sono andato a leggere altri articoli e alla fine pur rimanendo anche io dalla parte della Walstad devo dire che il metodo Pedersen si applica meglio in casi che forse rappresentano meglio lo stato reale dell'acquariofilia.
Lasciando stare la "diertrologia" che in questo caso è del tutto plausibile, gli acquari di partenza sono differenti in quanto quelli della Walstad rappresentano l'acquario di una persona che ha compiuto già un certo cammino evolvendosi per passare ad un altro livello.
Il metodo Pedersen con i cambi di acqua forse si applica meglio al tipo maggioritario di acquariofilo, ovvero l'acquariofilo con poca esperienza che predilige come soggetto i pesci piuttosto che le piante, aumentandone la varietà con specie che potrebbero andare in competizione le une con le altre.
Inoltre avendo vari acquari e avendo dovuto affrontare varie tipologie di problemi posso confermare che vi sono dei casi in cui alcuni tipi di alghe riescono a svilupparsi anche presenza di abbondante vegetazione.
Questo mi è successo in un acquario dove le specie a crescita veloce erano rappresentate da Limnophila e Pogostemon stellatus che avevano occupato l'80% del volume della vasca senza pesci quindi producendo sicuramente sostanze allelopatiche. Per contro devo anche dire che avendo utilizzato il fertilizzante Cifo generico erano presenti nitrati in quantità significativa che quindi forse annullavano l'effetto degli allelopatici ricreando le condizioni che si verificano nella maggior parte delle vasche sovrappopolate.
Viaggiai per giorni e notti per paesi lontani.
Molto spesi per vedere alti monti, grandi mari....e non avevo occhi per vedere a due passi da casa la goccia di rugiada sulla spiga di grano.
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- cuttlebone
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Re: Metodo Walstad contro metodo Pedersen
Ti ho vagamente seguito sino a qui...
Non capisco il nesso tra la presenza dei pesci e la produzione di sostanze allelopatiche, nonché la loro presunta decadenza in presenza di nitrati elevati (quanto elevati?)...[emoji15]
Alessandro
poi ti ho proprio perduto...cqrflf ha scritto: Questo mi è successo in un acquario dove le specie a crescita veloce erano rappresentate da Limnophila e Pogostemon stellatus che avevano occupato l'80% del volume della vasca senza pesci quindi producendo sicuramente sostanze allelopatiche. Per contro devo anche dire che avendo utilizzato il fertilizzante Cifo generico erano presenti nitrati in quantità significativa che quindi forse annullavano l'effetto degli allelopatici ricreando le condizioni che si verificano nella maggior parte delle vasche sovrappopolate.
Non capisco il nesso tra la presenza dei pesci e la produzione di sostanze allelopatiche, nonché la loro presunta decadenza in presenza di nitrati elevati (quanto elevati?)...[emoji15]
Alessandro
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Re: Metodo Walstad contro metodo Pedersen
I nitrati annullano l effetto degli allelopatici? Non ti seguo... 
Inoltre avere una sola specie "rapida" non fa del tuo acquario una vasca né "rapida" ne "bilanciata". È sempre meglio avere almeno 2 specie che crescono rapidamente
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- Rob75
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Re: Metodo Walstad contro metodo Pedersen
Senza entrare troppo nel merito....
Ho o la fortuna di vivere in un posto dove ci sono laghi, fiumi e torrenti.
In questi ambienti naturali c'è solo una occasione in cui si presentano alghe: nei torrenti in estate, nel periodo di "secca" si formano pozze d'acqua stagnante piene di pesci. Mano a mano che l'acqua evapora e le pozze si fanno sempre più piccole, arrivano le alghe.
Questo per dire che in natura, in un ecosistema che si autoregola, lasciato a se stesso, e in salute, non troveremo mai le alghe, ma arriveranno al mutare delle condizioni preesistenti, saranno cioè il risultato di una nuova autoregolazione del sistema
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In questi ambienti naturali c'è solo una occasione in cui si presentano alghe: nei torrenti in estate, nel periodo di "secca" si formano pozze d'acqua stagnante piene di pesci. Mano a mano che l'acqua evapora e le pozze si fanno sempre più piccole, arrivano le alghe.
Questo per dire che in natura, in un ecosistema che si autoregola, lasciato a se stesso, e in salute, non troveremo mai le alghe, ma arriveranno al mutare delle condizioni preesistenti, saranno cioè il risultato di una nuova autoregolazione del sistema

- Mi dica, lei sente delle voci?
- Dì di no!
- No dottore.
Tutti dicono che sono una persona orribile! ma non è vero, io ho il cuore di un ragazzino...in un vaso, sulla scrivania!!
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- cqrflf
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Re: Metodo Walstad contro metodo Pedersen
rispondo a tutti e tre: nella mia divagazione ho cercato di creare un nesso per capire come potessero essersi sviluppate alghe verdi in presenza sicura di sostanze allelopatiche prodotte dalla Limnophila e dal Pogostemon con acqua NON cambiata, originariamente c'era anche della Lisimachia a crescita veloce tutte le altre piante non significative sono state omesse.Jovy1985 ha scritto:I nitrati annullano l effetto degli allelopatici? Non ti seguo...
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Come ripeto la vasca aveva quasi tutto il volume occupato da piante che non venivano potate regolarmente, ciononostante le alghe erano presenti anche se in forma non invadente o nociva.
Se i nitrati compresi tra i 50 e i 100 mg/l non influivano riducendo l'efficacia degli allelopatici allora vuol dire che non tutte le alghe patiscono la loro presenza (degli allelopatici).
Ho dimenticato di aggiungere che nella vasca insieme alla Limnophila cresceva bene anche l'Egeria che però mantenevo in popolazione ridotta e sulla superficie era presente la Lemna che cercavo sempre di eliminare senza successo.
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Molto spesi per vedere alti monti, grandi mari....e non avevo occhi per vedere a due passi da casa la goccia di rugiada sulla spiga di grano.
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- cuttlebone
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Re: Metodo Walstad contro metodo Pedersen
Limno ed Egeria sono allelopatiche...
Il resto, scusa, ma continuò a non capirlo...
Alessandro
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- Rob75
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Re: Metodo Walstad contro metodo Pedersen
Personalmente ritengo utile il test dei nitrati in quanto, indirettamente, indica quanto azoto ammoniacale è presente in vasca. Con nitrati a 100, ritengo che nella tua vasca ce ne fosse davvero molto!cqrflf ha scritto:Se i nitrati compresi tra i 50 e i 100 mg/l...
Gli alleopatici sono degli inibitori, che hanno una "resa" diversa tra una spece verso l'altra.
L'alleopatia tra Vallisneria e Cryptocoryne ad esempio, avrà quasi sicuramente come risultato la morte di quest'ultima.
In altri casi potremmo aver una crescita rallentata o un mancato sviluppo, senza tuttavia arrivare alla morte della pianta che subisce l'alleopatia.
Credo quindi che, nel tuo caso specifico, la presenza di tutto quell'azoto ammoniacale all'interno della vasca abbia permesso alle alghe di proliferare nonostante la presenza di alleopatici

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Come dire che la eccezionale disponibilità di azoto ha favorito a tal punto le alghe da rendere inefficace l'azione degli inibitori secreti dalle piante?
Alessandro
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Re: Metodo Walstad contro metodo Pedersen
...appunto proprio qui volevo arrivare. Non so se questa sia la spiegazione ma la mia vasca non si è propriamente comportata come da previsioni.cuttlebone ha scritto:Come dire che la eccezionale disponibilità di azoto ha favorito a tal punto le alghe da rendere inefficace l'azione degli inibitori secreti dalle piante?
Alessandro
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Pur avendo avuto in vasca notevoli quantità di alellochimici, non ho mai però avuto nitrati così alti da poter confermare o smentire ciò che sostieni.
Non sono tuttavia molto convinto, perché l'ammonio rimane sempre la forma di manifestazione dell'azoto preferita anche dalle piante.
Faccio però fatica ad immaginare quel vantaggio delle alghe, in presenza anche di allellochimici a loro sfavorevoli...
Trovo più verosimile che le alghe si siano avvantaggiate di uno squilibrio nella fertilizzazione delle piante, oppure di una temperatura sfavorevole, ecc.
Alessandro
Non sono tuttavia molto convinto, perché l'ammonio rimane sempre la forma di manifestazione dell'azoto preferita anche dalle piante.
Faccio però fatica ad immaginare quel vantaggio delle alghe, in presenza anche di allellochimici a loro sfavorevoli...
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