La Polonia è il terzo paese europeo per
birra (
piwo, in polacco)
prodotta dopo la Germania ed il Regno Unito.
È il quinto paese al mondo per
consumo di
birra pro capite.
Basta essere stati in Polonia d'estate per non avere dubbi a riguardo.
Siete un turista italiano assetato in centro a Cracovia.
Vi sedete ad un tavolino nella bellissima
Rynek Główny intenzionati a ordinare da bere.
Rynec_plac.jpg
Vi propongono una bottiglietta con 20 cc di acqua ad un prezzo spropositato o mezzo litro di
birra ad un prezzo stracciato...
cosa prendete?
La Polonia ha una tradizione birraria
antichissima, che risale al medioevo e che è continuata fino al Novecento.
Inoltre è spesso segnalata come paese emergente per la produzione di
birra artigianale.
Non posso fare a meno di ricordare che il mio battesimo con la
birra artigianale è avvenuto con le birre prodotte nel
monastero di Tyniec con ricette medievali.
Tyniec_Abbey.jpg
Tutto questo indurrebbe a pensare (e mi ha indotto a pensare) che la Polonia fosse una specie di paradiso birrario al pari del Belgio o immediatamente dopo.
Niente di tutto ciò.
Innanzitutto le birrerie esistenti sul territorio polacco fino all'inizio del Novecento furono
nazionalizzate durante la dittatura sovietica.
Nel 1989, con il crollo del muro di Berlino, la Polonia passò di colpo da una economia socialista-statalista ad una iper-liberista grazie al famoso «Piano Balcerowicz»; sostanzialmente la versione polacca della «
shock-economy» di Jeffrey Sachs.
La conseguenza fu la svendita sottocosto (ops... privatizzazione...) delle birrerie polacche.
Questo il quadro generale.
In particolare, le birre più vendute in Polonia sono le seguenti.
Żywiec: fondata nel 1856 dagli Asburgo, nazionalizzata nel 1945, ora di proprietà della Heineken.
browar_zywiec_logo.png
Okocim: fondata nel 1845, nazionalizzata dal regime sovietico, acquistata nel 1990 dalla Carlsberg.
browar_okocim_logo.png
Tyskie: prende il nome dalla città di Tychy e ha più di 400 anni. Anch'essa statalizzata durante il regime socialista. Nel 2016 la giapponese Asahi ha acquistato il marchio dalla belga InBev.
browar_tyskie_logo.png
Altre note marche polacche sono
Warka (Heineken) e
Lech (SAB Miller).
Quest'estate mi hanno offerto queste tre birre.
Żywiec in lattina, calda.
zywiec_ lattina.jpg
Redd's malina i granat: una
birra aromatizzata con lamponi e melograno.
Redds.jpg
Warka Radler: una
birra aromatizzata al limone, molto di moda quest'anno.
Radler.jpg
In Polonia vanno molto di moda le birre aromatizzate, considerate birre «per donne»; la più famosa di queste è la
Karmi (Carlsberg).
karmi_flavoured-beers-range-pl.jpg
Pur essendo molto gradevoli (come la Warka Radler, ad esempio) faccio fatica a considerarle birre.
E ora veniamo alle
birre serie...
Ricordate? Avevamo parlato di un paese emergente per quanto riguarda le
birre artigianali.
Così mi sono recato presso
Kapsel, di Zielona Gora.
Kapsel.jpg
Chiedo di «polish craft beer» e il gestore, con un sorriso, mi mostra il vasto assortimento.
Aggiungo «belgian style» e il sorriso svanisce:
solo amare.
Ma come... e l'antichissima tradizione, i birrifici monastici...
Sia maledetta la dipendenza culturale della Polonia dagli Stati Uniti...
Chiacchieriamo un pò ed esco comunque dal negozio con sei bottiglie (l'ultima è un regalo).
Ecco cosa ho rimediato...
Coffeelicius, del birrificio
Piwne podziemie.
piwne podziemie coffeelicious.jpg
Darek e Ewelina Piecuch hanno trascorso dieci anni negli Stati Uniti; tornati in patria hanno deciso di fondare il loro birrificio ad est di Lublin, a pochi chilometri dal confine con l'Ucraina.
La Coffeelicius è una stout nera e torbida, con una schiuma ocra scarsa e poco persistente.
6,5% di alcol.
All'olfatto caffè e cioccolato; al palato malto tostato, affumicato e dolce. La chiusura è amarognola e poco persistente.
Corpo medio, poco carbonata e un pò terrosa...
Di facile beva.
Sweet Geek 2.0, del birrificio
Ale Browar.
Sweet_geek_2.png
Questo birrificio è stato fondato nel 2012 da tre amici (Bartek, Michał e Arek) a Lebork, a pochi chilometri dal Baltico.
La Sweet Geek 2.0 è una «milk stout» di 4,8% di alcol.
Colore scuro e schiuma color ocra, fine e piuttosto persistente.
Profuma di dolce, lieviti e malto tostato.
Al palato un po' povera; aggiunge al profumo un minimo di amaro.
Plerwsza pomoc [pronto soccorso], del birrificio
Pinta, di Żywiec (a sud-est di Cracovia, quasi al confine con la Slovacchia e la repubblica Ceca).
pierwsza-pomoc-pinta.jpg
4,2% di alcol.
Dorata, schiuma bianca, fine e persistente, con merletti.
Non giriamoci intorno: una classica pils, un pochino dolce.
Ben carbonata e di facilissima beva.
Idaho, del birrificio
Deer Bear di Torun.
Idaho.jpg
Solo 2,2% di alcol.
Opalescente, giallo paglierino.
Schiuma bianca, scarsa e poco persistente.
Colpisce moltissimo il profumo di agrumi e fiori bianchi; erbaceo.
In bocca miele d'acacia e un pochino di amaro (non troppo, per una
birra che si presenta come una APA).
Chiusura vuota, leggermente amara.
Birra estiva, piacevole e poco impegnativa.
Trzech Kumpli Pils
Trzech_Kumpli_Pils.jpg
Una pils (come suggerisce il nome) con 4,4% di alcol
Colore dorato; schiuma bianca, fine e persistente.
Odore maltato ed erbaceo, come il sapore.
La chiusura è secca e luppolata.
Ultima nota... tutte le birre da me acquistate sono in bottiglie da 500 mL, anziché i classici nostrani 330...
Purtroppo non sono riuscito a trovare le famose
Piwo grodziskie...
Piwo_grodziskie.jpg
Spero di riuscirci in futuro.
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