In teoria il limite minimo di luce è quello definito dal punto di compensazione (nel grafico postato da Vittorio).
Anzi, con poco più di luce la pianta è in grado di sopravvivere e accrescersi leggermente.
Le piante sono meravigliosamente adattate a sfruttare la luce anche quando questa è molto poca. In media nelle piante terrestri il punto di compensazione è pari a 2% della massima irradianza disponibile nelle ore centrali della giornata.
Insomma, la disponibilità di luce non rappresenta quasi mai un fattore limitante.
Il principale fattore limitante per le piante terrestri è l'H20.
Sott'acqua la situazione si fa più complicata.
Considerando le piante utilizzate in acquario, che non sempre sono vere piante acquatiche perennemente sommerse, la luce (quantità di fotoni) assume un maggior significato e può diventare un fattore limitante.
Comunque, generalmente è sufficiente meno della metà della quantità di fotoni che determinano il punto di saturazione per la luce per far andare la fotosintesi alla massima velocità possibile.
Questo perché sott'acqua CO2, O2 e le altre molecole fondamentali per la nutrizione delle piante sono rallentati di 10 mila volte. Questo comporta che la sintesi è il riciclo della ribulosio-1,5-bisfosfato carbossilasi/ossigenasi (spesso abbreviata come) RuBisCO rappresenta il vero fattore limitante.
La RuBisCO è l'enzima (proteina) più abbondante e importante per la vita sulla terra. In una pianta media tra il 25 e il 50% del contenuto di proteine è formato da RuBisCO. In poche parole la RuBisCO consente il passaggio dell'atomo di Carbonio dalla CO2 al glucosio.
La gran parte delle piante in acquario con illuminazione sufficiente e CO2 non limitante riescono a reggere non più di 6-8 ore.
Dopo di che adottano una serie di strategie per limitare l'esposizione ai fotoni (non è possibile spegnere i cloroplasti), chiudendo o piegando le foglie, arrossandosi, ecc.
L'Anubias affronta la questione con foglie molto spesse ricoperte da spessa cuticola e anche se sembra che crescano poco hanno la capacità di accumulare molte sostanze di riserva.