
Stasera nelle mie letture distensive serali mi sono imbattuto in questo articolo, "Evaluation of synthetic iron(III)-chelates (EDDHA/Fe3+, EDDHMA/Fe3+ and the novel EDDHSA/Fe3+) to correct iron chlorosis".
https://www.researchgate.net/publicatio ... _chlorosis
E vabbè da non chimico e ignorante, dato che questi chelanti sono tutti derivati dell'etilendiammina penso si comportino supergiù allo stesso livello, ovvero molto stabili indipendente dal pH.
Ad ogni modo mi ha colpito la parte che dice che se la carenza è solo del ferro, con la somministrazione di ferro indipendente da eddha, eddhsa o eddhma, il problema rientra (anche se a concentrazioni leggermente diverse). E da qui mi sale la domanda? Ma se comunque questo chelanti sono molto stabili e risolvono problemi di clorosi ferriche, perché usare i chelanti meno stabili o addirittura il gluconato?
Il me cospirazionista a subito pensato alla lobby del "farmaco" acquariofilo che per risparmia sui chelanti aumentando i margini, ma poi razionalmente ho cercato di dare una spiegazione e l'unica che mi è venuta in mente è la questione della durata del ferro in vasca, magari un chelato eddha tende di più al sovradosaggio?

Però anche lì la cosa non torna perché se penso a protocolli di fertilizzazione tipo saechem o alyxon i cambi d'acqua son frequenti lo stesso...bha qualtorna non cosa e continuo a pensare che sia la volontà dei poteri forti.
Ecco giungo alla fine del mio viaggio di scoperta affidandomi ancora una volta a voi per fare finalmente luce su questo mistero ferrico

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Ovviamente nell'articolo si parla di girasoli, pesche e pere ma ad arrivare a ludwigia vercillata e rotala macandra il passo è breve

