Capisco anche il marsicanoSini ha scritto: ↑Eh, per l'edizione in lingua italiana dovrai aspettare un bel pò...Humboldt ha scritto: ↑Comunque, d'ora in poi ho occhi e orecchie solo per @cicerchia80
A quando il tuo libro Cicé?

Capisco anche il marsicanoSini ha scritto: ↑Eh, per l'edizione in lingua italiana dovrai aspettare un bel pò...Humboldt ha scritto: ↑Comunque, d'ora in poi ho occhi e orecchie solo per @cicerchia80
A quando il tuo libro Cicé?
Basta che @roby70 estorce un "Si" a @Saxmax ed è fatta!
Io continuo a ritenere che nella siesta i batteri (dopati o meno dall'ossigeno prodotto nella fotosintesi iniziale) non contino tanto sulla velocità di recupero della CO2; il gioco è comandato dalle piante, che interrompono la richiesta durante l'intervallo mentre ne fanno gran richiesta prima e dopo.
Wow! ^:)^
Sono completamente in disaccordo con questa frase, ma credo che sia stata solo interpretata male... o forse scritta con troppa fretta.
Appunto!... In natura, pure questo è praticamente impossibile.
Grafico e tabella dell'intervista sono presi da un foglio excel che mi ha mandato in cui ha riportato le misurazioni di quel giorno; in quel momento stava sperimentando il recupero della CO2 e quindi probabilmente ha fatto una siesta minore. Nel libro immagino parli in generale del fotoperiodo e la siesta diventa più lunga non solo per la CO2 ma anche per non favorire le alghe.
Sini ha scritto: ↑Eh, per l'edizione in lingua italiana dovrai aspettare un bel pò...Humboldt ha scritto: ↑Comunque, d'ora in poi ho occhi e orecchie solo per @cicerchia80
A quando il tuo libro Cicé?
Diciamo che non è stata mai interessata dal rapporto pianta pianta...per capire l'abbiamo capita bene
Questo in parte lo condivido in ragione della discreta "solubilità" della CO2 in acqua (in fin dei conti la CO2 è decisamente più solubile del O2 e N2) e che la CO2 prodotta dal fondo è sempre molto criptica.
questo secondo me è il passaggio più importante, che molti acquariofilil ignorano . non è nel filtro che avvengono i principali eventi di trasformazione batterica, è nel substrato. ho avuto vasche esageratamente spinte dove tutto era basato sul substrato, senza ausilio dei filtri meccanico-biologici. se recupero qualche foto la posto, devo accendere un vecchio pc dove le ho salvate.Humboldt ha scritto: ↑ritengo fondamentale l'apporto del sub strato nell'economia dell'acquario e come già detto "Il fondo fornisce il suo apporto solo se presenta una determinata struttura ed evoluzione nel tempo. E' un po come un filtro, deve maturare, ma è decisamente più complesso e ha molti più attori in gioco"
Mai usato a lungo fotoperiodi superiori alle 8/9 ore(continue pero'),,le piante "esigenti" hanno bisogno di spettri adatti,eventualmente(ma non è detto)di potenze maggiori, e di tutto il resto bilanciato,ma di fotoperiodi piu' lunghi non se ne fanno nulla.secondo me.Poi dipende da cosa prendiamo in esame come piante esigenti,per le piante a stelo posso anche essere d'accordo(ma non sono normalmente troppo esigenti),ma si richiudono prima e mutano le colorazioni come reazione,per le altre il fattore limitante è il tipo di luce,non la durata in se'sempre restando nei limiti che consentano loro di completare i processi di fotosintesi.E' solo la mia opinione dettata dalle mie esperienze(poche in verita') con questo genere di piante.
Concordo su tutto,tranne che sul punto 2.In natura nelle paludi come nei laghi normalmente ci sono concentrazioni notevoli delle stesse piante,ma le specie presenti non sono poi molte rispetto alla massa d'acqua a disposizione,spesso meno come proporzione di quelle che mettiamo noi in vasca.Rox ha scritto: ↑Sono completamente in disaccordo con questa frase, ma credo che sia stata solo interpretata male... o forse scritta con troppa fretta.
Probabilmente, Diana si riferiva allo studio dell'allelopatia in generale, non al caso specifico dell'acquario.
Un'allestimento "alla Walstad", o se preferite "alla Lorenz", dove l'acqua si cambia ogni morte di papa, è il posto ideale per trarre conclusioni sull'allelopatia.
1 - Prima di tutto, è un ambiente chiuso, dove nulla può entrare o uscire, alterando gli effetti del fenomeno.
In natura, la concentrazione di allelochimici può oscillare significativamente, secondo piogge, siccità, smottamenti, animali erbivori che mangiano certe piante e non altre...
In acquario, invece, resta tutto lì.
2 - Escludendo le specie rare e le cultivar, le comuni piante in commercio sono... quante?... 30-40?... Forse una cinquantina?...
E quante specie si mettono, di solito, nello stesso acquario?... Quattro o cinque?... Sette?... Mi voglio rovinare, arriviamo a dieci.
In natura ce ne possono essere a centinaia, nella stessa palude con la stessa acqua.
Quindi, dove è più facile isolare gli effetti di una pianta su un'altra?
3 - Credo che non esistano, in tutto il mondo, due habitat che contengano la stessa combinazione di specie.
In acquariofilia è invece comunissimo; quanti ce ne saranno, qui dentro, che hanno la solita Rotala, con la solita Limnophila, la solita Hygrophila ed il solito Myriophyllum?
Pertanto, dov'è più produttivo lo scambio di esperienze? In un forum come il nostro, tra noi acquariofili, oppure in un convegno tra ricercatori, che studiano gli habitat naturali?
Per tutti questi motivi, ritengo che sia difficilissimo studiare l'allelopatia in natura. Roba da scienziati con tre lauree, master, laboratori, tecnologie, finanziamenti, lavoro di squadra ed anni di ricerche.
In un acquario, invece, gli effetti sono così evidenti che li vedo pure io.![]()
Appunto!... In natura, pure questo è praticamente impossibile.![]()
Se la Cabomba muore, in natura, perché portata nella palude delle Hygrophila, non possiamo sapere se sono effetti di allelopatia, o più semplicemente perché quelle si fregano tutto il potassio.
In acquario, invece, il potassio ce lo metto artificialmente; sono sicurissimo che non manca mai.![]()
Per un acquariofilo, è molto più facile isolare l'allelopatia dalla competizione alimentare; noi non aspettiamo che una frana sulle Ande rilasci ferro nel Rio Madeira, prendiamo il flacone e buttiamo giù.
Esatto!!
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